21 agosto - Il trimarano degli americani comincia la preparazione e mette alla guida l’ex timoniere di Luna Rossa. Intanto, a Genova, un nuovo capitolo della spy story: un gommone con spie statunitensi cerca di seguire Alinghi 5, ma sperona un pescatore italiano.
di Dario Prestigiacomo
21 agosto - Mentre Alinghi 5 veleggia al largo
della costa libica, gli avversari della prossima
America’s cup, gli americani di Oracle, hanno
cominciato gli allenamenti nel campo base di San
Diego. La prima mossa del team di Larry Ellison
e Russell Coutts è stata quella di designare il
timoniere, l’australiano James Spithill.
Classe 1979, Spithill è stato il più giovane
timoniere della coppa America: nel 2000, a soli
21 anni, ha guidato Young Australia. Alla coppa
parteciperà ancora nel 2003 al timone di
OneWorld e nel 2007 con il team Luna Rossa
Challenge.
Adesso, lo attende la prova più importante della
sua carriera: la guida di Bor90, il “mostruoso”
trimarano con cui Oracle proverà a vincere la
trentatreesima edizione dell’America’s cup.
“Stiamo dando il massimo e stiamo scoprendo cosa
può dare la barca e cosa possiamo dare noi come
team – ha dichiarato Ellison – Se avremo
lavorato bene, usciremo in mare e faremo ritorno
con la Coppa”.
Intanto, le acque della coppa America continuano
ad essere torbide. Mentre sul fronte legale non
si arresta il duello a colpi di ricorsi e
appelli, con Oracle che ha persino ingaggiato
una nuova squadra di avvocati (quelli del
prestigioso studio Boies, Schiller & Flexner,
quello che, tanto per capirsi, ha curato gli
interessi dei Lloyd di Londra per il crollo
delle Twin Towers dell’11 settembre), a Genova
si è aperto un nuovo capitolo della “spy story”.
Dopo che nei mesi scorsi, Alinghi aveva scoperto
in flagrante una spia ingaggiata da Oracle
mentre cercava di carpire i segreti di
costruzione del nuovo catamarano, stavolta la
vicenda si tinge di tragicomico: un gommone con
alcuni “osservatori” di Oracle, infatti, si è
scontrata nei giorni scorsi con la barca di un
ex ufficiale della Marina mercantile genovese
mentre seguiva ad alta velocità Alinghi 5.
“Non voglio speculare su quanto è successo.
Voglio solo sottolineare l’inciviltà e la
scorrettezza di certi comportamenti in mare –
racconta lo sfortunato ex ufficiale, il capitano
Luciano Bacigalupi - Mi trovavo a una
batimetrica di 75 metri dalla lanterna, a 600
metri dalla diga per recuperare un palamito. Ho
visto arrivare la carovana di Alinghi 5 da
ponente a levante. La carovana molto
correttamente ha deviato quando mi ha visto ma
un gommone di oltre 7 metri che la seguiva ha
continuato dritto, puntandomi”.
Il gommone era quello delle spie di Oracle,
mentre a soccorrere il marinaio genovese sono
stati proprio quelli dello staff di Alinghi.
“L’osservazione legale dei concorrenti è pratica
comune nell’America’s cup”, hanno ripetuto
ancora una volta gli americani. E a ragione. Del
resto, come hanno ammesso al campo base
svizzero, “il mare è di tutti”.
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