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Vela: 33° Coppa America
SVOLTA NELLA COPPA AMERICA: NELLA PROSSIMA EDIZIONE CI SARANNO ANCHE I “MOTORI”
L’ultima novità uscita fuori dal tribunale americano dove Oracle e Alinghi si azzuffano ormai da mesi rischia di lasciare sconvolti i ‘puristi’ della disciplina: gli svizzeri potranno introdurre nel loro avveniristico catamarano gli apparati idraulici per equilibrare il peso sull’imbarcazione e i “motori” per la regolazione delle vele. “E’ un giorno triste”, dicono gli statunitensi. Che, intanto, fanno sapere a Green Comm Challenge che le porte per partecipare alla trentatreesima America’s cup sono chiuse
di Dario Prestigiacomo
31 luglio -
Già tifosi e appassionati si erano dovuti
arrendere alla chiusura della Louis Vuitton cup,
alla ormai certa assenza di una sfida multi
challenge e alla sostituzione dei tradizionali
monoscafi con i ‘mostri’ a tre o due scafi.
Adesso, però, l’ultima novità uscita fuori dal
tribunale americano dove Oracle e Alinghi si
azzuffano ormai da mesi rischia di lasciare
sconvolti i ‘puristi’ della vela: la prossima
edizione dell’America’s cup, infatti, potrebbe
essere la prima con i ‘motori’ sulle barche a
vela dei contendenti.
LA SENTENZA - E’ questo, infatti, il frutto
della sentenza firmata dall’ormai noto Shirley
Kornreich, giudice della Corte Suprema dello
Stato di New York, che sta seguendo l’infinita
diatriba tra il defender svizzero e il
contendente statunitense. Dopo le prime sentenza
favorevoli a Oracle, stavolta il giudice ha
accolto le rimostranze di Alinghi, che potrà
così introdurre nel suo avveniristico catamarano
alcuni accorgimenti cui Oracle si era opposto:
l’installazione degli apparati idraulici (detti
ballast) per equilibrare il peso
sull’imbarcazione e i ‘motori’ per la
regolazione delle vele.
LA SODDISFAZIONE DI ALINGHI - “Siamo molto
soddisfatti della sentenza – ha detto Fred Meyer,
vice commodoro della Société Nautique de Genève,
il club di Alinghi - Questa decisione lascia
intendere che la stessa ha capito quali sono i
diritti che il Deed of Gift riconosce al
defender, autorizzando la Société Nautique de
Genève a fissare le regole per l’imminente 33ma
America’s Cup. La decisione del giudice ha
inoltre riconosciuto la validità dell’accordo
sottoscritto tra la Société Nautique de Genève e
l’Isaf a dimostrazione del fatto che la Société
Nautique de Genèvesi sta impegnandosi per
riportare la competizione sull’acqua”.
L’AMAREZZA DI ORACLE - Di parere opposto,
ovviamente, il commento del consorzio americano.
“E’ un giorno triste per la coppa America – ha
detto il portavoce Tom Ehman - Per la prima
volta nella storia della coppa, sarà permesso
usare motori per la regolazione delle vele e
computer per il controllo delle barche. E non è
davvero un bene per il nostro sport”.
IL SOGNO INFRANTO DI GREEN COMM – Mentre i due
contendenti continuano le loro battaglie legali,
sembra ormai sfumato il sogno del Circolo Vela
Gargnano di inserire il proprio consorzio, Green
Comm Challenge, nella corsa per la prossima
coppa America. Il circolo ha inviato nella
scorse settimane la richiesta ufficiale di
partecipazione al Golden Gate Yacht Club, il
club di Oracle, cui spetterebbe l’ok finale per
eventuali candidature alla trentatreesima
edizione. Ma la risposta degli statunitensi non
lascia adito a dubbi: “La nostra posizione – si
legge nella lettera - è che non abbiamo
intenzione di organizzare una selezione tra
challenger prima che la Société Nautique de
Genève si renda disponibile a sottoscrivere un
protocollo basato sul mutuo consenso e tutte le
parti, incluso il defender, siano soggette alle
stesse regole. La Société Nautique de Genève non
è disponibile in tal senso, e senza mutuo
consenso non possiamo andare avanti in tale
direzione”.
Piuttosto chiara è anche la conclusione della
lettera: “Ne consegue che ogni azione deciderete
di intraprendere in preparazione dell’evento
continuerà ad essere a vostro totale rischio”.
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