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Vela: Coppa America – 33° edizione – Valencia
(Spagna)
AMERICA’S CUP, SI TORNA IN TRIBUNALE
ORACLE CONTRO ALINGHI: “NON RISPETTA LA SENTENZA”
MA GLI SVIZZERI RIBATTONO: “SIAMO STATI SPIATI DA UN LORO UOMO”
13 maggio – Non sembra trovare una fine la lunga diatriba legale tra i detentori
della coppa America e quelli che, secondo la decisione della Corte suprema di
New York, dovrebbero essere gli sfidanti della prossima edizione della
competizione velica più importante del globo. Gli americani sono tornati dal
giudice per chiedere l’applicazione della sentenza. Ma gli svizzeri non si sono
fatti trovare impreparati, accusando Ellison e i suoi di avere ingaggiato una
spia per svelare i segreti della loro nuova imbarcazione
Da Perry Mason a James Bond. Prendendo spunto dal piccolo e dal grande
schermo, è più o meno questa l’evoluzione (o involuzione, fate voi) della
trentatreesima edizione della Coppa America. Dopo che la lunga battaglia legale
intentata da Oracle contro Alinghi per ottenere la nomina a sfidante (in primis,
data dagli svizzeri a Desafio) si è conclusa con la vittoria degli americani, la
vicenda, invece di chiarirsi, si è complicata ulteriormente. Prima la decisione
di Larry Ellison, patron di Oracle, di tornare in tribunale per contestare la
mancata applicazione della sentenza da parte del suo avversario, Ernesto
Bertarelli. Poi, la mossa a sorpresa degli uomini di Alinghi, che in tribunale
ci sono andati, ma per accusare a loro volta gli americani di avere ingaggiato
una spia al fine di conoscere i segreti della nuova imbarcazione svizzera.
Insomma, più che le vele, sono le carte bollate a gonfiarsi in questo lungo
preambolo alla Coppa America. Che di certo si farà (i soldi sono sempre soldi),
ma sulla quale incombe una foschia che tifosi appassionati e velisti interessati
hanno smesso da tempo di sopportare.
Ma andiamo per ordine.
Ad aprile, la Corte suprema di New York, richiamandosi al Deed of Gift, l’atto
del 1887 che detta le principali regole della coppa, stabilisce che il Golden
Gate Yacht Club (il circolo velico di Oracle) ha ragione: spetta a questo
circolo presentarsi alla prossima America’s cup nel ruolo di sfidante. La
sentenza sembra finalmente porre fine alla diatriba legale, tanto che la Société
Nautique de Genève (il circolo di Alinghi) accetta di incontrare gli acerrimi
rivali per trovare un accordo.
Accordo che, però, non arriva. Bertarelli ritiene eccessive le richieste di
Ellison, il quale, di contro, accusa il multimiliardario italo-svizzero di voler
aggirare la sentenza. Dopo qualche scambio di comunicati stampa al vetriolo,
Oracle si presenta nuovamente dal giudice, accusando Alinghi di voler
stravolgere quanto stabilito dalla Corte.
Ma alla prima udienza, ecco il colpo di scena: Alinghi presenta una
contro-accusa. Secondo il team defender, Ellison avrebbe assoldato una “squadra
di spie” per rubare disegni e fare fotografie dei progetti per le nuove
imbarcazioni svizzere. A riprova di ciò, Alinghi dichiara che lo scorso mese le
autorità elvetiche hanno arrestato un uomo che ha “confessato di essere uno
degli agenti ingaggiati da Oracle per introdursi nei cantieri (di Alinghi) per
prendere fotografie e impossessarsi di informazioni” riservate sulla nuova
barca. L'uomo è stato identificato in Jean Antoine Bonnaveau, francese, e
sarebbe stato assoldato nel dicembre del 2007 da Oracle per un compenso di
10.000 euro mensili.
Alle accuse replica Tom Ehman, portavoce del Golden Gate Yacht Club: “Alinghi
sta cercando ancora una volta di sottrarsi alle chiare disposizioni della Corte
– dice – Osservare gli avversari in modo legale è una pratica comune in coppa
America. Non a caso, spie di Alinghi sono state fotografate diverse volte nei
nostri cantieri. Restiamo comunque convinti che la tattica della Société
Nautique de Genève non impedirà alla trentatreesima edizione dell’America’s cup
di svolgersi nel febbraio 2010, come ordinato dalla Corte il mese scorso”.
Insomma, la nuova sfida in tribunale si annuncia molto interessante e piena di
spunti per i cronisti di cronaca giudiziaria. Peccato che lo stesso pathos,
tutta questa vicenda non riesca a trasmetterlo agli amanti della vela.
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