SPIAGGIA DI MONDELLO. UN AUTENTICO PARADOSSO PIRANDELLIANO
Un cospicuo risarcimento richiesto azzannando la mano di chi forse anche
fin troppo generosamente ti ha dato da mangiare: l'Ente Pubblico. Una spiaggia
cancellata per tre mesi l'anno da una moltitudine di cabine e dopo avere
conosciuto anni di carcere dietro una cancellata da base militare, oggi
soffre ancora di più per costruzioni sproporzionate che la cancellano tutto
l'anno e quelle sbarre che non si vedono, ma che fanno ancora più male ad una voglia
di legalità che si cerca di stroncare avvalendosi d'informazioni infondate
ed ingannevoli a supporto di ricorsi e quanto altro. Una situazione che può
sembrare comica ma che in fondo risulta solo essere fortemente drammatica
per questa borgata di Palermo, gemma di un Golfo
ammirata da poeti e scrittori, re ed imperatori, ma sbarrata per coloro – i cittadini
– che di questo tesoro di Mondello vorrebbero poter fruire nel pieno
rispetto delle regole.
di Kristian Guttadauro
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Sopra due differenti volti della spiaggia di Mondello. A destra
l'assemblaggio di sedie ed ombrelloni in spazi spesso ancora più angusti
dei cortili fra le file delle storiche cabine. Sotto una panoramica
dall'alto di domenica 10 giugno 2012. |
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Certamente se Luigi Pirandello fosse vissuto oggi, chissà quanti nuovi
capolavori avrebbe potuto partorire dopo uno sguardo attento e
“lungimirante” alla realtà che ogni giorno passa sotto i nostri occhi e che
qualche volta definiamo comica, per poi renderci conto, riflettendo un po’,
di quanto invece
sia drammatica in ogni sua sfaccettatura.
La spiaggia di Mondello ed i suoi continui paradossi avrebbe sicuramente
rappresentato un ottimo motivo di ispirazione per uno dei più grandi autori
siciliani ed italiani.
Oggi la spiaggia vive la sua estate, alcuni iniziano a frequentarla per la
bella stagione, tanti altri continuano a viverla tutti i giorni, forse in pochi ancora si rendono conto di quante traversie vive
oggi uno dei posti più belli che si affaccia su un golfo
che un
altro grande della letteratura mondiale, Wolfgang Goethe, non mancò di
celebrare: il Golfo di Mondello.
Tesori che appartengono a tutti ma che anno dopo anno vengono contesi a
colpi di carta bollata, ingiunzioni, aule di tribunali, sentenze.
Questa oggi è la realtà della spiaggia di Mondello. Un continuo paradosso
che, come Pirandello avrebbe sottolineato, di comico comincia a non avere
più nulla.
L’Immobiliare Italo-Belga annualmente paga alla Regione Siciliana
una somma di circa 40000 euro come canone per una concessione rilasciata
su oltre un chilometro di spiaggia appartenente al demanio che le consente
di fatturare cifre con molti più zeri, grazie allo sfruttamento derivante
dall’affitto di cabine, sdraio ed ombrelloni – senza contare le attività di
ristorazione sorte
lungo il marciapiede del lungomare a lei legate ed a costo zero, in quanto
lo sfruttamento di quell’area le è stato concesso gratuitamente ed a “supporto dello stabilimento balneare” autorizzata del Comune
di Palermo durante la giunta diretta da Vito Ciancimino - deliberazione n.701
del 26
marzo 1963). Ebbene, dove sta l’ennesimo paradosso – tralasciando l’ineconomicità
della situazione in sé stessa a danno della Regione Sicilia e di chi essa in fin
dei conti rappresenta: i cittadini?
La società Italo-Belga, che dal 2009 si oppone alla realizzazione del
Festival, ha recentemente presentato un ricordo al TAR per
chiedere un risarcimento danni di 500.000 euro per un presunto mancato
introito causato dal fatto che per SOLI 6 giorni l’Assessorato Regionale al
Territorio ed Ambiente ha permesso l’apertura di SOLI 100 metri di spiaggia ad una libera fruizione senza accessi ed ingressi per lo svolgimento
della 27ma
edizione del World Festival on the Beach, un evento che da anni da lustro a
Mondello, Palermo e la Sicilia.
La parola adesso passerà ancora una volta a giudici ed avvocati.
Che cosa succederà? La Società Italo-Belga attende un cospicuo risarcimento
che, venendo riconosciuto, probabilmente influenzerà in futuro anche il
criterio di concessione di autorizzazioni per eventi di pubblico interesse come
il World Festival on the Beach.
Se invece verrà – come sembra – riconosciuta l’infondatezza del ricorso
richiesto dalla Italo-Belga, resterà comunque la sensazione di come oggi
anche chi non ne avrebbe diritto, in una posizione di assoluto difetto,
possa alzare ugualmente la voce ed ingolfare la macchina dello Stato, quasi
solo per capriccio.
Senza contare il tempo ed il denaro spesi per questi iter processuali che
sicuramente si sarebbero potuti usare in modo diverso e più
proficuo per il bene della collettività.
Verrebbe da sorridere. Potrebbe sembrare una situazione comica. Ma se
inizialmente questo avvertimento del contrario che nasce dal contrasto tra
apparenza e realtà può far scaturire quasi un sorriso, ad una più attenta
riflessione la situazione si manifesta con tutta la sua drammaticità che rende
manifesto una volta di più quanto oggi nel 2012 si sia costretti a vedere e vivere situazioni
talmente fuori dalla realtà e dettate solo dalla voglia di affermare
comunque una propria volontà, a prescindere dalla sua bontà o da un’ideale
correttezza giuridica.
Una voglia di imporsi che sfiora la prepotenza e diventa l’arroganza di
utilizzare gli stessi mezzi “legali” per affermare qualcosa che invece
appare palesemente vivere in un'ampia zona di “illegalità diffusa”.
Venti anni fa moriva il giudice Giovanni Falcone, seguito a poca distanza
dal suo collega Paolo Borsellino.
Due paladini della lotta alla mafia, all’anti-stato annidato nel cuore dello
Stato e delle sue istituzioni.
Ogni anno si ricordano questi episodi con un ideale e virtuale rinnovo delle
promesse di lotta al crimine da parte di tutti, delle autorità politiche,
della cittadinanza.
Benissimo. Ma bisognerà sempre ricordare che il male da combattere non è
solo quella legato ad evidenti atti criminosi, ma è anche e soprattutto
quello che fa finta di essere nel giusto, e nel lecito. Giovanni Falcone e Paolo Borsellino l’avevano capito. Luigi Pirandello lo avrebbe intuito e ne avrebbe riso, lasciandoci poi in eredità
qualcosa che avrebbe dato anche la possibilità di riflettere dopo quel primo amaro
sorriso.