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15 Giugno 2012



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SPIAGGIA DI MONDELLO. UN AUTENTICO PARADOSSO PIRANDELLIANO
Un cospicuo risarcimento richiesto azzannando la mano di chi forse anche fin troppo generosamente ti ha dato da mangiare: l'Ente Pubblico. Una spiaggia cancellata per tre mesi l'anno da una moltitudine di cabine e dopo avere conosciuto anni di carcere dietro una cancellata da base militare, oggi soffre ancora di più per costruzioni sproporzionate che la cancellano tutto l'anno e quelle sbarre che non si vedono, ma che fanno ancora più male ad una voglia di legalità che si cerca di stroncare avvalendosi d'informazioni infondate ed ingannevoli a supporto di ricorsi e quanto altro. Una situazione che può sembrare comica ma che in fondo risulta solo essere fortemente drammatica per questa borgata di Palermo, gemma di un Golfo ammirata da poeti e scrittori, re ed imperatori, ma sbarrata per coloro – i cittadini – che di questo tesoro di Mondello vorrebbero poter fruire nel pieno rispetto delle regole.

di Kristian Guttadauro
 
Sopra due differenti volti della spiaggia di Mondello. A destra l'assemblaggio di sedie ed ombrelloni in spazi spesso ancora più angusti dei cortili fra le file delle storiche cabine. Sotto una panoramica dall'alto di domenica 10 giugno 2012.

Certamente se Luigi Pirandello fosse vissuto oggi, chissà quanti nuovi capolavori avrebbe potuto partorire dopo uno sguardo attento e “lungimirante” alla realtà che ogni giorno passa sotto i nostri occhi e che qualche volta definiamo comica, per poi renderci conto, riflettendo un po’, di quanto invece sia drammatica in ogni sua sfaccettatura.
La spiaggia di Mondello ed i suoi continui paradossi avrebbe sicuramente rappresentato un ottimo motivo di ispirazione per uno dei più grandi autori siciliani ed italiani.
Oggi la spiaggia vive la sua estate, alcuni iniziano a frequentarla per la bella stagione, tanti altri continuano a viverla tutti i giorni, forse in pochi ancora si rendono conto di quante traversie vive oggi uno dei posti più belli che si affaccia su un golfo che un altro grande della letteratura mondiale, Wolfgang Goethe, non mancò di celebrare: il Golfo di Mondello.
Tesori che appartengono a tutti ma che anno dopo anno vengono contesi a colpi di carta bollata, ingiunzioni, aule di tribunali, sentenze.
Questa oggi è la realtà della spiaggia di Mondello. Un continuo paradosso che, come Pirandello avrebbe sottolineato, di comico comincia a non avere più nulla.

L’Immobiliare Italo-Belga annualmente paga alla Regione Siciliana una somma di circa 40000 euro come canone per una concessione rilasciata su oltre un chilometro di spiaggia appartenente al demanio che le consente di fatturare cifre con molti più zeri, grazie allo sfruttamento derivante dall’affitto di cabine, sdraio ed ombrelloni – senza contare le attività di ristorazione sorte lungo il marciapiede del lungomare a lei legate ed a costo zero, in quanto lo sfruttamento di quell’area le è stato concesso gratuitamente ed a “supporto dello stabilimento balneare” autorizzata del Comune di Palermo durante la giunta diretta da Vito Ciancimino - deliberazione n.701 del 26 marzo 1963). Ebbene, dove sta l’ennesimo paradosso – tralasciando l’ineconomicità della situazione in sé stessa a danno della Regione Sicilia e di chi essa in fin dei conti rappresenta: i cittadini?
La società Italo-Belga, che dal 2009 si oppone alla realizzazione del Festival, ha recentemente presentato un ricordo al TAR per chiedere un risarcimento danni di 500.000 euro per un presunto mancato introito causato dal fatto che per SOLI 6 giorni l’Assessorato Regionale al Territorio ed Ambiente ha permesso l’apertura di SOLI 100 metri di spiaggia ad una libera fruizione senza accessi ed ingressi per lo svolgimento della 27ma edizione del World Festival on the Beach, un evento che da anni da lustro a Mondello, Palermo e la Sicilia.
La parola adesso passerà ancora una volta a giudici ed avvocati.
Che cosa succederà? La Società Italo-Belga attende un cospicuo risarcimento che, venendo riconosciuto, probabilmente influenzerà in futuro anche il criterio di concessione di autorizzazioni per eventi di pubblico interesse come il World Festival on the Beach.
Se invece verrà – come sembra – riconosciuta l’infondatezza del ricorso richiesto dalla Italo-Belga, resterà comunque la sensazione di come oggi anche chi non ne avrebbe diritto, in una posizione di assoluto difetto, possa alzare ugualmente la voce ed ingolfare la macchina dello Stato, quasi solo per capriccio.
Senza contare il tempo ed il denaro spesi per questi iter processuali che sicuramente si sarebbero potuti usare in modo diverso e più proficuo per il bene della collettività.
Verrebbe da sorridere. Potrebbe sembrare una situazione comica. Ma se inizialmente questo avvertimento del contrario che nasce dal contrasto tra apparenza e realtà può far scaturire quasi un sorriso, ad una più attenta riflessione la situazione si manifesta con tutta la sua drammaticità che rende manifesto una volta di più quanto oggi nel 2012 si sia costretti a vedere e vivere situazioni talmente fuori dalla realtà e dettate solo dalla voglia di affermare comunque una propria volontà, a prescindere dalla sua bontà o da un’ideale correttezza giuridica.
Una voglia di imporsi che sfiora la prepotenza e diventa l’arroganza di utilizzare gli stessi mezzi “legali” per affermare qualcosa che invece appare palesemente vivere in un'ampia zona di “illegalità diffusa”.
Venti anni fa moriva il giudice Giovanni Falcone, seguito a poca distanza dal suo collega Paolo Borsellino.
Due paladini della lotta alla mafia, all’anti-stato annidato nel cuore dello Stato e delle sue istituzioni.
Ogni anno si ricordano questi episodi con un ideale e virtuale rinnovo delle promesse di lotta al crimine da parte di tutti, delle autorità politiche, della cittadinanza.
Benissimo. Ma bisognerà sempre ricordare che il male da combattere non è solo quella legato ad evidenti atti criminosi, ma è anche e soprattutto quello che fa finta di essere nel giusto, e nel lecito. Giovanni Falcone e Paolo Borsellino l’avevano capito. Luigi Pirandello lo avrebbe intuito e ne avrebbe riso, lasciandoci poi in eredità qualcosa che avrebbe dato anche la possibilità di riflettere dopo quel primo amaro sorriso.


 

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