WINDSURF
BOARDSAILING OLIMPICO, DA RIO 2016 SI CAMBIA CLAMOROSAMENTE:
FUORI IL WINDSURF E DENTRO IL KITESURF
Scioccante decione dell’ISAF che a Stresa vota l’esclusione della tavola a
vela dalle classi olimpiche, introducendo al suo posto il kite. Votazione da
brivido con 19 favorevoli e 17 contrari, mentre gli spagnoli parlano di
clamoroso errore e si scusano (dopo avere votato sì al kite e dimenticando i
vari Alabau & Co.). L’Italia si divide: Croce vota per il windsurf, Predieri
per la new entry. E’ il caos a poco più di due mesi da Londra 2012.
di Kristian Guttadauro
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nelle foto da sx Federico Esposito durante i Mondiali a Perth 2011 - a
dx Kitesurf in azione |
“O si cambia o il windsurf può fare i bagagli”, così tuonava l’ex presidente
ISAF Paul Henderson nel 2004 a Copenaghen quando fu deciso il cambio dalla
tavola Mistral One Design all’RS:X di Neil Pryde (http://www.albaria.it/1pagina/1pagina04/copenaghen8.htm)
Il cambio fu fatto, ma oggi il windsurf sembra costretto a farli davvero i
bagagli, con tutte le ripercussioni – assurde e terribili – che questo potrà
comportare. Ma cosa è successo?
Il fantasma di Paul Henderson è uscito da un castello danese e torna ad
imperversare sul mondo della tavola a vela? No, molto più semplicemente il
consiglio ISAF riunitosi a Stresa il 4 Maggio ha sentenziato per il momento
l’esclusione del windsurf dal novero delle classi olimpiche per i Giochi
Olimpici di Rio de Janeiro 2016 in favore del kitesurf che a Londra
registrerà la sua prima presenza sulla scena a cinque cerchi come disciplina
dimostrativa.
Un terremoto che ha già destato furiose polemmiche e dibattiti perchè
rischia di escludere clamorosamente un universo sportivo che ogni hanno fa
proseliti ovunque nel mondo, dalle nazioni più tipicamente marinare ad altre
emergenti come la Finlandia, la Norvegia, la Russia e la Polonia che ormai a
livello giovanile propongono costantemente bellissime realtà.
Realtà che però adesso rischiano di frantumarsi contro gli aquiloni dei
kitesurf perchè se ad un atleta di una disciplina non ricca come il calcio o
il volley , togli anche il sogno di una partecipazione olimpica, rischi
seriamente di tagliare le gambe all’intero movimento. Intanto però 19 voti a
favore contro 17 contro hanno decretato il debutto del kitefurf a Rio come
disciplina “boardsailing”: o il windsurf o il kite.
L’Italia contava due rappresentanti in questa riunione che potrebbe
seriamente passare alla storia come quella di Copenaghen: il presidente
della FIV, Carlo Croce (supplente nell’occasione di Sergio Gaibisso) ed uno
dei vicepresidenti mondiali, Alberto Predieri. Italia divisa, visto che
Croce ha appoggiato il windsurf e Predieri il kite, mentre potrebbe essere
ricordato negli annali delle brutte figure il pasticcio spagnolo.
Secondo l’informatissimo ABC de la Vela, il presidente della RFEV, Gerardo
pombo Garcia, si è addirittura scusato con il movimento del windsurf
iberico, dicendo che il voto favorevole al kitesurf giunto dalla Spagna è
stato frutto di un “errore”. Semplicemente paradossale, considerando che la
votazione è terminata con uno scarto davvero minimo e che gli spagnoli
Marina Alabau, Blanca Manchon e Ivan Pastor occupano stabilmente le zone più
alte delle ranking ISAF... Come si è arrivati a tanto? L’ISAF stava già
valutando di rivoluzionare il parco delle classi olimpiche. In uscita la
classe Star ed il match race femminile in favore di skiff femminile e
multiscafo misto (Nacra 17).
Ma a Santander, presso il Centro della Federvela spagnola intitolato al
Principe Filippo, dal 21 al 25 marzo si sono svolti i test di valutazione
per il Kiteboarding, con una serie di formati e tecniche che sono state
visionate e valutate da un panel di esperti dell'ISAF.
Il team chiamato a valutare le caratteristiche della specialità del
Kiteboarding e le sue varie implicazioni in termini di gestione dell'evento
sportivo, è sato selezionato dall'ISAF e dall'OKA (Internatioal Kiteboarding
Association) è stato composto da:
• Kamen Fillyov - Chairman dell'ISAF Windsurfing & Kiteboarding Committee
• Bruno de Wannemaeker - Membro dell'ISAF Equipment Committee
• Michael Gebhardt - Atleta, windsurfista olimpico e Kiteboarder
professionista
• Markus Schwendtner - Segretario esecutivo dell'International Kiteboarding
Association
Mentre il report per il Mid Year Meeting di Stresa è stato approntato da tre
esperti nell'organizzazione e gestione delle regate:
• Tomasz Chamera - Membro dell'ISAF Events Committee
• Ilker Bayindir - membro dell'ISAF Windsurfing & Kiteboarding Committee
• Bruno de Wannemaeker - Membro dell'ISAF Equipment Committee
Nei cinque giorni di test a Santander sono stati esaminati i seguenti
formati e categorie sportive del Kiteboarding: Short Track, Slalom, Course
Racing e Enduro.
La decisione finale della federvela mondiale tra windsurf e kiteboard quale
possibile classe olimpica 2016, è così arrivata a Stresa ed ha visto andare
in scena la fatidica votazione.
In attesa che il CIO, cui verranno sottoposte queste decisioni, avvalli
tutto, grande disappunto ed amarezza tra i protagonisti della tavola a vela
che dal 1984 non ha mai perso un Olimpiade, regalando anche ai colori
azzurri grandi soddisfazioni.
La grossetana Alessandra Sensini, alla vigilia della sua sesta Olimpiade
(Barcellona 1992, medaglia di Bronzo ad Atltanta 1996, medaglia d’Oro a
Sydney 2000, medaglia di Bronzo ad Atene 2004 e medaglia d’Argento a Pechino
2008), non lesina amarezza: “E’ una decisione che mi rattrista profondamente
e mi lascia perplessa anche perché il Windsurf e il Kitesurf sono discipline
completamente diverse e non trovo giusto che una sostituisca l’altra. Dal
1984 il windsurf era una disciplina olimpica: il settore ha avuto modo di
svilupparsi e sono stati fatti forti investimenti sia finanziari sia da un
punto di vista di risorse umane. La strada corretta sarebbe stata di andare
dal Comitato Olimpico Internazionale (CIO) a proporre l’istituzione di una
medaglia aggiuntiva. E’ come dover decidere tra lo sci e lo snowboard. Non
ha senso.”
Sulla stessa linea d’onda anche i più giovani Federico Esposito, prossimo
olimpionico a Londra, Marco Baglione, il cui obiettivo primario era proprio
la qualificazione per Rio de Janeiro 2016, Flavia Tartaglini e Laura Linares,
la promessa marsalese del dopo Sensini.
Di parere contrario, ovviamente, Miki Galifi Cerquetti, presidente della
Classe Kiteboarding, ha dichiarato: “La decisione è ormai stata presa ed è
quindi nostro dovere, al di là di tutto andare avanti e proseguire in questo
cammino” e poi precisa “il Kiteboard è uno sport molto giovane, ma
diffusissimo, gli atleti italiani sono davvero di grande livello e le
caratteristiche tecniche, in termini di velocità lo pongono secondo solo
alla Coppa America. Le regate di Kiteboard, sono spettacolari e ad alto
tasso di adrenalina. Confidiamo quindi in un buon successo della classe e
della disciplina alle prossime olimpiadi, sperando che in futuro il windsurf
possa tornare a competere con il kite in contesti come quello
olimpico”.
Il kitesurf negli ultimi anni è sicuramente cresciuto molto, ma forse il suo
irrompere sulla scena olimpica appare un pò prematuro, togliendo di fatto
anche una dispiplina alla vela.
Ci si chiede come saranno le regate di kitesurf, chi sono attualmente i suoi
campioni, ma i dubbi sono soprattutto legati alla sua flessibilità con le
mutevoli condizioni di vento di molti campi di regata. Il vento è importante
per le discipline veliche, ma in certe condizioni quasi di calma piatta si è
sempre potuto sopperire con i “muscoli” ed i windsurf hanno risposto
comunque presente. Ed i kite? Insomma, un mondo misterioso che si diventa
olimpico e che vedrà nel prossimo quadriennio atleti prepararsi per andare a
caccia di una medaglia.
Ma questa rivoluzione voluta dall’ISAF, forse anche per andare incontro ad
un desiderio di spettacolarizzazione voluto dal CIO (dove da più parti già
si muovono velate critiche alla vela, per i suoi costi, la complessità e la
non “vicinanza” al grande pubblico), sta muovendo i suoi passi davvero verso
la strada giusta? L’introduzione del Nacra 17 con equipaggio misto
uomo/donna oggi è diventata ufficiale ma nel mondo i praticanti al momento
attuale saranno forse una dozzina. La storia di un uomo e di una donna
insieme per inseguire per 4 anni un oro olimpico è suggestiva, ma uno sport
olimpico dovrebbe essere rappresentativo di una moltitudine di atleti che
nel mondo lo pratichino. Il windsurf cresce ed è cresciuto anche quando la
tavola Mistral Onde Design è stata abbandonata per l’RS:X, costringendo chi
inseguiva un’Olimpiade a cambiare materiali ed a riadattarsi su una nuova
tavola. Tuttavia i praticanti non sono diminuiti e molte nazioni hanno
lavorato alacremente per mettere insieme team che già a livello
giovanile hanno regatato insieme e sono cresciuti gara dopo gara. Vedi Sopot
e dintorni in Polonia, Anapa ed il suo Mar Nero in Russia, e ancora Israele
e tanti altri.
Ma il kite? Giusto, giustissimo rispettarlo e dargli anche una chance –
perchè no? – visto il numero di praticanti comunque in crescita. Ma togliere
una classe che dall’84 non ha mai mostrato difficoltà... E’ forse il
fantasma di Paul Henderson?
Per chi volesse votare la petizione a favore della permanenza del windsurf
olimpico:
http://www.change.org/petitions/isaf-keep-windsurfing-as-olympic-discipline
di Kristian Guttadauro