dal 1996 ONline

VideoNews


PhotoGallery

13 Maggio 2012



Prima Pagina
 
e' una testata giornalistica OnLine nata nel 1996 come supplemento della rivista edita da Albaria 
pubblicazione
 iscritta il 26/03/1983
al n.10 del
Registro della Stampa presso il Tribunale di Palermo



E-mail
albariapress
@albaria.com

 

 

 

 


WINDSURF
BOARDSAILING OLIMPICO, DA RIO 2016 SI CAMBIA CLAMOROSAMENTE: FUORI IL WINDSURF E DENTRO IL KITESURF
Scioccante decione dell’ISAF che a Stresa vota l’esclusione della tavola a vela dalle classi olimpiche, introducendo al suo posto il kite. Votazione da brivido con 19 favorevoli e 17 contrari, mentre gli spagnoli parlano di clamoroso errore e si scusano (dopo avere votato sì al kite e dimenticando i vari Alabau & Co.). L’Italia si divide: Croce vota per il windsurf, Predieri per la new entry. E’ il caos a poco più di due mesi da Londra 2012.

di Kristian Guttadauro
 
nelle foto da sx Federico Esposito durante i Mondiali a Perth 2011 - a dx Kitesurf in azione

“O si cambia o il windsurf può fare i bagagli”, così tuonava l’ex presidente ISAF Paul Henderson nel 2004 a Copenaghen quando fu deciso il cambio dalla tavola Mistral One Design all’RS:X di Neil Pryde (http://www.albaria.it/1pagina/1pagina04/copenaghen8.htm) Il cambio fu fatto, ma oggi il windsurf sembra costretto a farli davvero i bagagli, con tutte le ripercussioni – assurde e terribili – che questo potrà comportare. Ma cosa è successo?
Il fantasma di Paul Henderson è uscito da un castello danese e torna ad imperversare sul mondo della tavola a vela? No, molto più semplicemente il consiglio ISAF riunitosi a Stresa il 4 Maggio ha sentenziato per il momento l’esclusione del windsurf dal novero delle classi olimpiche per i Giochi Olimpici di Rio de Janeiro 2016 in favore del kitesurf che a Londra registrerà la sua prima presenza sulla scena a cinque cerchi come disciplina dimostrativa.
Un terremoto che ha già destato furiose polemmiche e dibattiti perchè rischia di escludere clamorosamente un universo sportivo che ogni hanno fa proseliti ovunque nel mondo, dalle nazioni più tipicamente marinare ad altre emergenti come la Finlandia, la Norvegia, la Russia e la Polonia che ormai a livello giovanile propongono costantemente bellissime realtà.
Realtà che però adesso rischiano di frantumarsi contro gli aquiloni dei kitesurf perchè se ad un atleta di una disciplina non ricca come il calcio o il volley , togli anche il sogno di una partecipazione olimpica, rischi seriamente di tagliare le gambe all’intero movimento. Intanto però 19 voti a favore contro 17 contro hanno decretato il debutto del kitefurf a Rio come disciplina “boardsailing”: o il windsurf o il kite.
L’Italia contava due rappresentanti in questa riunione che potrebbe seriamente passare alla storia come quella di Copenaghen: il presidente della FIV, Carlo Croce (supplente nell’occasione di Sergio Gaibisso) ed uno dei vicepresidenti mondiali, Alberto Predieri. Italia divisa, visto che Croce ha appoggiato il windsurf e Predieri il kite, mentre potrebbe essere ricordato negli annali delle brutte figure il pasticcio spagnolo.
Secondo l’informatissimo ABC de la Vela, il presidente della RFEV, Gerardo pombo Garcia, si è addirittura scusato con il movimento del windsurf iberico, dicendo che il voto favorevole al kitesurf giunto dalla Spagna è stato frutto di un “errore”. Semplicemente paradossale, considerando che la votazione è terminata con uno scarto davvero minimo e che gli spagnoli Marina Alabau, Blanca Manchon e Ivan Pastor occupano stabilmente le zone più alte delle ranking ISAF... Come si è arrivati a tanto? L’ISAF stava già valutando di rivoluzionare il parco delle classi olimpiche. In uscita la classe Star ed il match race femminile in favore di skiff femminile e multiscafo misto (Nacra 17).
Ma a Santander, presso il Centro della Federvela spagnola intitolato al Principe Filippo, dal 21 al 25 marzo si sono svolti i test di valutazione per il Kiteboarding, con una serie di formati e tecniche che sono state visionate e valutate da un panel di esperti dell'ISAF.
Il team chiamato a valutare le caratteristiche della specialità del Kiteboarding e le sue varie implicazioni in termini di gestione dell'evento sportivo, è sato selezionato dall'ISAF e dall'OKA (Internatioal Kiteboarding Association) è stato composto da:

• Kamen Fillyov - Chairman dell'ISAF Windsurfing & Kiteboarding Committee
• Bruno de Wannemaeker - Membro dell'ISAF Equipment Committee
• Michael Gebhardt - Atleta, windsurfista olimpico e Kiteboarder professionista
• Markus Schwendtner - Segretario esecutivo dell'International Kiteboarding Association

Mentre il report per il Mid Year Meeting di Stresa è stato approntato da tre esperti nell'organizzazione e gestione delle regate:

• Tomasz Chamera - Membro dell'ISAF Events Committee
• Ilker Bayindir - membro dell'ISAF Windsurfing & Kiteboarding Committee
• Bruno de Wannemaeker - Membro dell'ISAF Equipment Committee

Nei cinque giorni di test a Santander sono stati esaminati i seguenti formati e categorie sportive del Kiteboarding: Short Track, Slalom, Course Racing e Enduro.
La decisione finale della federvela mondiale tra windsurf e kiteboard quale possibile classe olimpica 2016, è così arrivata a Stresa ed ha visto andare in scena la fatidica votazione.
In attesa che il CIO, cui verranno sottoposte queste decisioni, avvalli tutto, grande disappunto ed amarezza tra i protagonisti della tavola a vela che dal 1984 non ha mai perso un Olimpiade, regalando anche ai colori azzurri grandi soddisfazioni.
La grossetana Alessandra Sensini, alla vigilia della sua sesta Olimpiade (Barcellona 1992, medaglia di Bronzo ad Atltanta 1996, medaglia d’Oro a Sydney 2000, medaglia di Bronzo ad Atene 2004 e medaglia d’Argento a Pechino 2008), non lesina amarezza: “E’ una decisione che mi rattrista profondamente e mi lascia perplessa anche perché il Windsurf e il Kitesurf sono discipline completamente diverse e non trovo giusto che una sostituisca l’altra. Dal 1984 il windsurf era una disciplina olimpica: il settore ha avuto modo di svilupparsi e sono stati fatti forti investimenti sia finanziari sia da un punto di vista di risorse umane. La strada corretta sarebbe stata di andare dal Comitato Olimpico Internazionale (CIO) a proporre l’istituzione di una medaglia aggiuntiva. E’ come dover decidere tra lo sci e lo snowboard. Non ha senso.”
Sulla stessa linea d’onda anche i più giovani Federico Esposito, prossimo olimpionico a Londra, Marco Baglione, il cui obiettivo primario era proprio la qualificazione per Rio de Janeiro 2016, Flavia Tartaglini e Laura Linares, la promessa marsalese del dopo Sensini.
Di parere contrario, ovviamente, Miki Galifi Cerquetti, presidente della Classe Kiteboarding, ha dichiarato: “La decisione è ormai stata presa ed è quindi nostro dovere, al di là di tutto andare avanti e proseguire in questo cammino” e poi precisa “il Kiteboard è uno sport molto giovane, ma diffusissimo, gli atleti italiani sono davvero di grande livello e le caratteristiche tecniche, in termini di velocità lo pongono secondo solo alla Coppa America. Le regate di Kiteboard, sono spettacolari e ad alto tasso di adrenalina. Confidiamo quindi in un buon successo della classe e della disciplina alle prossime olimpiadi, sperando che in futuro il windsurf possa  tornare a competere con il kite in contesti come quello olimpico”.
Il kitesurf negli ultimi anni è sicuramente cresciuto molto, ma forse il suo irrompere sulla scena olimpica appare un pò prematuro, togliendo di fatto anche una dispiplina alla vela.
Ci si chiede come saranno le regate di kitesurf, chi sono attualmente i suoi campioni, ma i dubbi sono soprattutto legati alla sua flessibilità con le mutevoli condizioni di vento di molti campi di regata. Il vento è importante per le discipline veliche, ma in certe condizioni quasi di calma piatta si è sempre potuto sopperire con i “muscoli” ed i windsurf hanno risposto comunque presente. Ed i kite? Insomma, un mondo misterioso che si diventa olimpico e che vedrà nel prossimo quadriennio atleti prepararsi per andare a caccia di una medaglia.
Ma questa rivoluzione voluta dall’ISAF, forse anche per andare incontro ad un desiderio di spettacolarizzazione voluto dal CIO (dove da più parti già si muovono velate critiche alla vela, per i suoi costi, la complessità e la non “vicinanza” al grande pubblico), sta muovendo i suoi passi davvero verso la strada giusta? L’introduzione del Nacra 17 con equipaggio misto uomo/donna oggi è diventata ufficiale ma nel mondo i praticanti al momento attuale saranno forse una dozzina. La storia di un uomo e di una donna insieme per inseguire per 4 anni un oro olimpico è suggestiva, ma uno sport olimpico dovrebbe essere rappresentativo di una moltitudine di atleti che nel mondo lo pratichino. Il windsurf cresce ed è cresciuto anche quando la tavola Mistral Onde Design è stata abbandonata per l’RS:X, costringendo chi inseguiva un’Olimpiade a cambiare materiali ed a riadattarsi su una nuova tavola. Tuttavia i praticanti non sono diminuiti e molte nazioni hanno lavorato  alacremente per mettere insieme team che già a livello giovanile hanno regatato insieme e sono cresciuti gara dopo gara. Vedi Sopot e dintorni in Polonia, Anapa ed il suo Mar Nero in Russia, e ancora Israele e tanti altri.
Ma il kite? Giusto, giustissimo rispettarlo e dargli anche una chance – perchè no? – visto il numero di praticanti comunque in crescita. Ma togliere una classe che dall’84 non ha mai mostrato difficoltà... E’ forse il fantasma di Paul Henderson?

Per chi volesse votare la petizione a favore della permanenza del windsurf olimpico:
http://www.change.org/petitions/isaf-keep-windsurfing-as-olympic-discipline


di Kristian Guttadauro
 

   Archivi  -  2012 2011  |  2010  |  2009  |  2008  |  2007 | 2006 |  2005  |  2004  |  2003  |  2002  |  2001  |  2000  |  1999  |  1998