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6 aprile  2009


 

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Vela: America’s cup - 33° edizione

COPPA AMERICA: I GIUDICI DANNO RAGIONE A ORACLE

SI VA VERSO UNA SFIDA A DUE TRA TRIMARANI

6 aprile - La Corte Suprema di New York ha accolto le tesi del team di Ellison, che diventa così il primo degli sfidanti. Agli americani spetta ora stabilire le regole della prossima edizione: molto probabilmente sarà una partita a due contro il defender Alinghi al meglio delle tre regate. Inoltre, si gareggerà su “mostri” dell’acqua di 30 metri. Per il momento, insomma, sembra esclusa la possibilità di una coppa aperta a più sfidanti, come accaduto a partire dagli anni Ottanta. Ma la vicenda potrebbe non finire qui. Vincenzo Onorato bacchetta Bertarelli.

 

Non si è capito ancora se questo sia l’epilogo o meno. Si può solo dire che, stando così le cose, la lunga battaglia legale sorta intorno all’organizzazione della prossima America’s cup si è conclusa con la vittoria di Oracle su Alinghi. Il che, tradotto, significa che la trentatreesima edizione della più prestigiosa competizione velica sarà con ogni probabilità una sfida tra il trimarano di Larry Ellison e quello di Ernesto Bertarelli.

La Corte Suprema di New York, infatti, ha dato ragione al team americano, o meglio al Golden Gate Yacht Club, nella diatriba giudiziaria che l’ha visto opposto alla Società Nautica di Ginevra, ossia al team svizzero (la coppa America, anche se spesso lo si dimentica, è pur sempre una sfida fra circoli velici).

La guerra tra Ellison e Bertarelli era cominciata già all’indomani dell’ultima America’s cup: gli svizzeri, ancora ebbri della vittoria, avevano subito gettato le basi organizzative della futura edizione senza consultare, come tradizione, gli altri circoli. Una mossa che non è andata giù a vari team, tra cui appunto Oracle. La contromossa degli americani è stata quella di rispolverare il vecchio Deed of Gift, l’atto di donazione del 1887 che detta le principali regole della coppa, scoprendo che la scelta di Alinghi di nominare il team spagnolo Desafio come «primo degli sfidanti» era contraria alle norme.

Già, perché il Deed of Gift stabilisce un criterio per definire i «titoli» del club sfidante: tradizionalmente, questo deve organizzare almeno una sua regata annuale. Cosa che all’epoca, era il 2007, Desafio non aveva ancora fatto. Gli spagnoli hanno provato a correre ai ripari, promuovendo una regata nel novembre di quell’anno. Un tentativo che i giudici americani hanno considerato insufficiente.

Il primo degli sfidanti, così, è diventato Oracle, cui adesso spetterà, secondo quanto prevede il regolamento, di scegliere le condizioni per la prossima coppa America. Stando alle dichiarazioni di questi mesi, Ellison opterà per una sfida a due tra trimarani di 30 metri e la partita si giocherà al meglio delle tre regate. Per il momento, insomma, sembra esclusa la possibilità di una coppa aperta a più sfidanti, come accaduto a partire dagli anni Ottanta.

Tra i team che avrebbero potuto gareggiare, le reazioni alla sentenza della corte di New York sono state diverse. Se Desafio si è detta contrariata, Mascalzone Latino ha invece applaudito polemicamente la decisione dei giudici. «Sono felice per la vittoria di Oracle - ha detto il patron Vincenzo Onorato - Voglio ricordare che il signor Bertarelli è stato quello che ha escluso Russell Coutts dall’ultima edizione di Coppa America: la più grande regata del mondo senza il più grande velista di tutti i tempi! Se ne vada a quel paese Alinghi e tutti quei team di furbi professionisti che l’hanno sostenuto ipocritamente fino ad ora».

La risposta di Alinghi non si è fatta attendere. Questo è quanto ha diramato con un comunicato la Société Nautique de Genève (SNG), Defender of the 33rd America's Cup sulla sentenza odierna della Corte d'Appello di New York:
"La nostra intenzione è sempre stata quella di disputare l'America's Cup sull'acqua. Oggi, con la sentenza di una corte americana, Golden Gate Yacht Club ha ottenuto il diritto di sfidare SNG. Esamineremo con loro le condizioni di questa regata e ci prepareremo alla difesa della 33a America's Cup”.

Polemiche a parte, la vicenda legale tra Alinghi e Oracle lascia aperti vari corollari. Innanzitutto, seguendo il Deed of Gift, le barche della sfida dovrebbero essere realizzate nei paesi del defender e dello sfidante. Ciò significa che, se si volessero rispettare alla lettera le norme, i due trimarani giganti dovrebbero arrivare nella sede della gara (probabilmente Valencia) già assemblati. Ma in quel caso, in che modo Alinghi sposterebbe il suo «mostro» dal lago di Ginevra?

In secondo luogo, non è detto che la diatriba giudiziaria sia finita qui. Sulla carta, Alinghi può ancora ricorrere in appello. Gli svizzeri potrebbero puntare su una presunta irregolarità del trimarano di Oracle, che non ha ancora un numero di matricola. Inoltre, il primo ricorso di Ellison parlava di una «keel boat», non di multiscafi.

Piccole cose, su cui comunque Alinghi potrebbe giocare per raggiungere un «patto» a tavolino con i nemici. E magari salvare la formula multichallenge della coppa America.
 

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