PrimaPagina
è una testata giornalistica OnLine nata
nel 1998 come supplemento integrativo alla rivista
Albaria Magazine:
Pubblicazione
iscritta il 26/03/1983
al n.10 del Registro della Stampa presso il Tribunale di Palermo
edita da
Albaria
Tutti i diritti sono riservati.
www.albaria.com
E-mail
albariapress
@albaria.com
|
|
Vela: Coppa America – 33° edizione – Valencia (Spagna)
CHECCO BRUNI: “ALLA PROSSIMA AMERICA’S CUP VOGLIO ESSERE PROTAGONISTA”
13 maggio – Dopo la straordinaria prova al timone di Italia Challenge nelle
Louis Vuitton Pacific Series, lo skipper palermitano parla dei suoi progetti. E
del sogno che lo accompagna da quando ha cominciato a regatare: “Dopo due
partecipazioni alla coppa America come membro dell’equipaggio, il mio obiettivo
è di poter finalmente stare al timone. A prescindere dal team, stavolta non mi
accontenterò. Sono pronto a gareggiare con i più forti, come ho dimostrato ad
Auckland”
Anche se le notizie che provengono dalle stanze dei
bottoni, dove in questi giorni Oracle e Alinghi si stanno incontrando per
decidere il futuro della coppa America, non sono positive, Francesco “Checco”
Bruni non ha smesso di rincorrere il sogno di diventare il primo timoniere
siciliano alla guida di una imbarcazione della più importante competizione
velica del mondo.
Dopo aver collezionato una sfilza di titoli mondiali ed europei, dopo aver
partecipato a tre Olimpiadi e a due edizioni della coppa America nell’equipaggio
di Luna Rossa, a 36 anni il velista del circolo Lauria è pronto a stringere il
timone tra i big della vela mondiale. Ad Auckland, alle recenti Louis Vuitton
Pacific Series, una sorta di prologo alla coppa, lo hanno capito un po’ tutti:
alla guida del neonato team Italia Challenge, con al fianco il tattico Vasco
Vascotto, Bruni è riuscito a mettere la prua avanti a timonieri del calibro di
Ed Baird (che con Alinghi ha vinto l’ultima coppa America), Dean Barker
(Emirates Team New Zealand), Ben Ainslie (Team Origin) e Peter Holmberg (Luna
Rossa). Persino un mostro sacro come Russell Coutts ha dovuto sudare per
difendersi dagli attacchi del palermitano.
Bruni, ad Auckland nessuno avrebbe immaginato di vedervi superare il round
robin. Invece, siete arrivati addirittura in semifinale.
“E’ stata una sorpresa anche per noi, oltre che per gli appassionati della vela.
Sapevamo di poter fare bene, ma non pensavamo certo di poter agguantare il
quarto posto assoluto e il terzo tra gli sfidanti. E’ stato qualcosa di
incredibile”.
Il sodalizio con Vascotto, insomma, sembra funzionare.
“Con Vasco avevamo già fatto delle regate insieme e devo dire che ad
Auckland siamo stati bravi a costruire una squadra vincente. Abbiamo avuto un
po’ di difficoltà di tipo organizzativo, ma alla fine quella di Auckland è stata
un’ottima esperienza”.
Adesso, il mondo della vela attende con ansia di sapere in che modo si
svolgerà la prossima coppa America. Alinghi e Oracle ancora litigano e al
momento l’ipotesi più accreditata è quella di una sfida a due. Ma se alla fine
si dovesse optare per una sfida aperta a più team, con la vecchia formula
multichallenge, ci sarebbero delle possibilità di vederla gareggiare come
timoniere?
“Con Italia Challenge, io e Vascotto ci eravamo già iscritti al primo
protocollo e avevamo avviato il progetto per la costruzione di una barca secondo
le regole varate da Alinghi. Poi, le vicissitudini tra gli svizzeri e Oracle
hanno modificato un po’ tutto e finché non si troverà un accordo non possiamo
che stare a guardare”.
Ragionando sempre per ipotesi, se sarà una sfida multichallenge, la vedremo
con Vascotto o ci sono possibilità di trovarla su un’altra imbarcazione?
“Con Vasco avevamo fatto due iscrizioni separate per non tenerci le mani
legate. Dopo due partecipazioni alla coppa America come membro dell’equipaggio,
il mio sogno è quello di poter finalmente stare al timone. A prescindere dal
team, stavolta non mi accontenterò. Sono pronto a gareggiare con i più forti,
come ho dimostrato ad Auckland”.
Insomma, sembra di capire che abbia avuto altri contatti?
“Più che altro, dopo le Pacific Series, ho ricevuto molti complimenti”.
I più apprezzati?
“Sicuramente quelli di Patrizio Bertelli, patron di Luna Rossa”.
Coppa America a parte, quali saranno i suoi impegni futuri?
“Quest’anno parteciperò come tattico del team Matador al circuito Tp52, che,
in caso dovesse tramontare l’ipotesi multichallenge, sostituirà la coppa
America”.
Rischia di trasformarsi in una farsa la prossima edizione
dell’America’s cup. Stando alle ultime notizie, a contendersi la coppa più
ambita nel mondo della vela potrebbero essere solo i detentori del titolo, gli
svizzeri di Alinghi, e gli sfidanti del team americano Oracle. Sembra
tramontare, insomma, l’ipotesi di una competizione aperta a più team, secondo la
formula in voga ormai da decenni.
La causa di questa inversione di rotta ha origine dalla lunga battaglia legale
sorta proprio tra Alinghi e Oracle già all’indomani dell’ultima America’s cup:
gli svizzeri, ancora ebbri della vittoria, avevano subito gettato le basi
organizzative della futura edizione senza tenere conto del Deed of Gift, l’atto
del 1887 che detta le principali regole della coppa. Una mossa che non è andata
giù a Larry Ellison, patron di Oracle, che ha fatto ricorso a un tribunale
statunitense.
La battaglia legale è stata vinta da Oracle, che ha potuto così decidere le
modalità con cui svolgere la prossima edizione, optando per una sfida secca con
Alinghi a bordo di trimarani. I litiganti hanno provato a trovare un accordo per
salvare la vecchia formula multichallenge, la stessa che ha fatto appassionare
milioni di persone in tutto il globo. Ma al momento, sono volati soltanto
stracci.
|