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13 maggio 2009


 

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Vela: Coppa America – 33° edizione – Valencia (Spagna)
CHECCO BRUNI: “ALLA PROSSIMA AMERICA’S CUP VOGLIO ESSERE PROTAGONISTA”
13 maggio – Dopo la straordinaria prova al timone di Italia Challenge nelle Louis Vuitton Pacific Series, lo skipper palermitano parla dei suoi progetti. E del sogno che lo accompagna da quando ha cominciato a regatare: “Dopo due partecipazioni alla coppa America come membro dell’equipaggio, il mio obiettivo è di poter finalmente stare al timone. A prescindere dal team, stavolta non mi accontenterò. Sono pronto a gareggiare con i più forti, come ho dimostrato ad Auckland”

Anche se le notizie che provengono dalle stanze dei bottoni, dove in questi giorni Oracle e Alinghi si stanno incontrando per decidere il futuro della coppa America, non sono positive, Francesco “Checco” Bruni non ha smesso di rincorrere il sogno di diventare il primo timoniere siciliano alla guida di una imbarcazione della più importante competizione velica del mondo.
Dopo aver collezionato una sfilza di titoli mondiali ed europei, dopo aver partecipato a tre Olimpiadi e a due edizioni della coppa America nell’equipaggio di Luna Rossa, a 36 anni il velista del circolo Lauria è pronto a stringere il timone tra i big della vela mondiale. Ad Auckland, alle recenti Louis Vuitton Pacific Series, una sorta di prologo alla coppa, lo hanno capito un po’ tutti: alla guida del neonato team Italia Challenge, con al fianco il tattico Vasco Vascotto, Bruni è riuscito a mettere la prua avanti a timonieri del calibro di Ed Baird (che con Alinghi ha vinto l’ultima coppa America), Dean Barker (Emirates Team New Zealand), Ben Ainslie (Team Origin) e Peter Holmberg (Luna Rossa). Persino un mostro sacro come Russell Coutts ha dovuto sudare per difendersi dagli attacchi del palermitano.
 

 

 

 

 

Bruni, ad Auckland nessuno avrebbe immaginato di vedervi superare il round robin. Invece, siete arrivati addirittura in semifinale.
“E’ stata una sorpresa anche per noi, oltre che per gli appassionati della vela. Sapevamo di poter fare bene, ma non pensavamo certo di poter agguantare il quarto posto assoluto e il terzo tra gli sfidanti. E’ stato qualcosa di incredibile”.
Il sodalizio con Vascotto, insomma, sembra funzionare.
“Con Vasco avevamo già fatto delle regate insieme e devo dire che ad Auckland siamo stati bravi a costruire una squadra vincente. Abbiamo avuto un po’ di difficoltà di tipo organizzativo, ma alla fine quella di Auckland è stata un’ottima esperienza”.
Adesso, il mondo della vela attende con ansia di sapere in che modo si svolgerà la prossima coppa America. Alinghi e Oracle ancora litigano e al momento l’ipotesi più accreditata è quella di una sfida a due. Ma se alla fine si dovesse optare per una sfida aperta a più team, con la vecchia formula multichallenge, ci sarebbero delle possibilità di vederla gareggiare come timoniere?
“Con Italia Challenge, io e Vascotto ci eravamo già iscritti al primo protocollo e avevamo avviato il progetto per la costruzione di una barca secondo le regole varate da Alinghi. Poi, le vicissitudini tra gli svizzeri e Oracle hanno modificato un po’ tutto e finché non si troverà un accordo non possiamo che stare a guardare”.
Ragionando sempre per ipotesi, se sarà una sfida multichallenge, la vedremo con Vascotto o ci sono possibilità di trovarla su un’altra imbarcazione?
“Con Vasco avevamo fatto due iscrizioni separate per non tenerci le mani legate. Dopo due partecipazioni alla coppa America come membro dell’equipaggio, il mio sogno è quello di poter finalmente stare al timone. A prescindere dal team, stavolta non mi accontenterò. Sono pronto a gareggiare con i più forti, come ho dimostrato ad Auckland”.
Insomma, sembra di capire che abbia avuto altri contatti?
“Più che altro, dopo le Pacific Series, ho ricevuto molti complimenti”.
I più apprezzati?
“Sicuramente quelli di Patrizio Bertelli, patron di Luna Rossa”.
Coppa America a parte, quali saranno i suoi impegni futuri?
“Quest’anno parteciperò come tattico del team Matador al circuito Tp52, che, in caso dovesse tramontare l’ipotesi multichallenge, sostituirà la coppa America”.
 

Rischia di trasformarsi in una farsa la prossima edizione dell’America’s cup. Stando alle ultime notizie, a contendersi la coppa più ambita nel mondo della vela potrebbero essere solo i detentori del titolo, gli svizzeri di Alinghi, e gli sfidanti del team americano Oracle. Sembra tramontare, insomma, l’ipotesi di una competizione aperta a più team, secondo la formula in voga ormai da decenni.
La causa di questa inversione di rotta ha origine dalla lunga battaglia legale sorta proprio tra Alinghi e Oracle già all’indomani dell’ultima America’s cup: gli svizzeri, ancora ebbri della vittoria, avevano subito gettato le basi organizzative della futura edizione senza tenere conto del Deed of Gift, l’atto del 1887 che detta le principali regole della coppa. Una mossa che non è andata giù a Larry Ellison, patron di Oracle, che ha fatto ricorso a un tribunale statunitense.
La battaglia legale è stata vinta da Oracle, che ha potuto così decidere le modalità con cui svolgere la prossima edizione, optando per una sfida secca con Alinghi a bordo di trimarani. I litiganti hanno provato a trovare un accordo per salvare la vecchia formula multichallenge, la stessa che ha fatto appassionare milioni di persone in tutto il globo. Ma al momento, sono volati soltanto stracci.


 

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