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 11 giugno 2009


 

 

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CIAO BEPPE

E' morto Barnao, campione di vela e maestro di giornalismo. Una vita dedicata alla passione per le regate. Prima da protagonista in gara, poi da ineguagliabile cantore


11 giugno – Da agonista, vinse tanto e sfiorò persino la qualificazione alle Olimpiadi. Da giornalista, di Olimpiadi ne seguì ben nove. Perché la vela, Beppe Barnao, l'ha vissuta sia solcando il mare che raccontandola con la penna. Perché la vela, per Beppe, è stata il filo rosso che ha legato la sua esistenza. Fin dagli anni bui del dopoguerra, in quel di Genova, dove nacque nel lontano 1925 e dove imparò a guidare le barche, prima nelle classi Jole ed “S”, poi nella classe Snipe. Fu proprio con le Snipe che si decise a intraprendere la carriera agonistica: una scelta avventurosa, ben equilibrata da quella più tranquilla legata all'insegnamento. Una scelta che, però, gli permetterà di entrare nella storia della vela italiana. Nella classe Flying Dutchman, infatti, conquistò nel '56 il titolo europeo al fianco di Vittorio Porta. In seguito, come prodiere di Mario Capio, otterrà numerosi piazzamenti ai vertici mondiali e un paio di titoli italiani. Ma le Olimpiadi, fintanto che restò sulle barche da prodiere, le sfiorò soltanto. Il destino, per lui, aveva riservato altre vie per raggiungerle. La via del giornalismo, per la precisione, cui arrivò grazie ai suoi studi in Lettere e alla sua passione per lo sport. Negli anni '50, fu assunto dal Secolo XIX diretto da Piero Ottone. Qui, si cimentò con tutti gli sport, senza dimenticare mai la vecchia passione per la vela. Fu così che si ritrovò inviato alle Olimpiadi di Roma, la prima delle nove edizioni che seguirà nel corso della sua seconda vita di cronista. Con la sua vitalità e l'immensa passione per le regate, Beppe diventò in breve una delle penne più importanti del giornalismo sportivo, tanto da venire assunto alla Gazzetta dello sport per raccontare ciò che aveva più a cuore: la vela, appunto. Seguì le imprese di coppa America, ma anche le tante gare cui, grazie alla sua penna, regalò riflettori fino a prima sconosciuti. Il mondo della vela gli tributò il giusto riconoscimento qualche anno fa, con la consegna del premio quale “Miglior Giornalista – Memorial Bruno Ziravello” nell'ambito dei Fiv Awards. Beppe se n'è andato giovedì scorso. Genova e il mondo dello sport lo hanno salutato sabato mattina. Ma né la morte, né il tempo potranno cancellare la sua eredità, quella di un maestro del giornalismo che ha saputo raccontare come nessun altro le emozioni e le passioni che si consumano tra la vela e il mare.


 

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