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Tra il dubbio e l'inganno
da Versace al caso Forti Una doppia trappola mortale
Un legal-thriller legato ad un fatto di cronaca d’oltreoceano che vede
protagonista principale Enrico (Chico) Forti l’italiano che tre mesi
prima di essere arrestato ha sfidato l’America con uno speciale
televisivo, mettendo in dubbio la versione ufficiale della polizia di
Miami sul caso Versace/Cunanan.
Un
pubblico attento venerdì, 16 febbraio, in una libreria di Palermo per la
presentazione in anteprima locale del libro “Tra il dubbio e l’ingannoi” (Koinè
nuove edizioni - pagine 352 -euro 15,00) del magistrato Lorenzo
Matassa.
Un legal-thriller legato ad un fatto di cronaca d’oltreoceano che vede
protagonista principale Enrico (Chico) Forti l’italiano che tre mesi
prima di essere arrestato ha sfidato l’America con uno speciale
televisivo, mettendo in dubbio la versione ufficiale della polizia di
Miami sul caso Versace/Cunanan.
Ad aprire l’incontro con l’autore ed il relatore Riccardo Arena, un
video tratto da alcune trasmissioni televisive fra queste quella condotta
da Irene Pivetti, andata in onda su Italia Uno.
(nella foto Lorenzo Matassa)
Una panoramica
dell’incredibile vicenda di Chico Forti che ha guidato il pubblico
sugli aspetti salienti, chiarendone i risvolti fondamentali e stimolando
la curiosità di conoscere la storia e vedere
“Il sorriso della Medusa” quel
video
che accusa la polizia di Miami realizzato da Chico Forti e trasmesso in
Europa dalla RAI e TF1.
Subito dopo Lorenzo Matassa ha messo a confronto il sistema della
giustizia americana con quello italiano che prevede tante fasi di
giudizio e, nonostante la sua lentezza, paradossalmente, offre maggiori
garanzie all’imputato.
Durissima la critica dell’autore nei confronti del sistema giudiziario
americano che nel caso Forti ha dimostrato la vulnerabilità venendo meno
al principio del ragionevole dubbio su cui si basa il sistema stesso.
“Ho letto mille volte la frase conclusiva della requisitoria del
Pubblico Ministero sul caso Forti: lo Stato non deve provare che egli
sia l’assassino al fine di dimostrare che sia lui il colpevole… -
in qualsiasi lingua la si legga non è comprensibile...., ed ancora oggi non
si può giustificarne il suo carattere inquisitorio che contrasta con il
senso democratico della giustizia americana.
Questo ha sottolineato il magistrato palermitano che nello stesso libro
è indicato come persona "con venti anni di esperienza professionale (sue
furono le indagini che portarono all'individuazione e alla condanna dei
mandanti e degli assassini di don Pino Puglisi), e avvocato e incaricato
presso la Commissione Parlamentare d'inchiesta nata per approfondire la
tematica delle infiltrazioni dei Servizi Segreti russi in Italia e sulle
attività di controspionaggio svolte dalla nostra Intelligence.
Il giornalista relatore Riccardo Arena ha esordito leggendo alcuni brani
del libro per richiamare l’attenzione su un personaggio chiave, il
truffatore tedesco Thomas Knott, un esperto dell’alibi che accettando di
“collaborare con lo Stato” diviene il principale accusatore di Chico
Forti.
A generare ulteriore interesse sulla vicenda un excursus
sull’affidabilità dell’uso dei collaboratori di giustizia, i cosiddetti
pentiti, che coinvolge anche il sistema giudiziario italiano e della cui
affidabilità si dibatte con opinioni contrastanti.
“Quando in un processo una giuria composta da dodici rappresentanti del
popolo americano emette il suo verdetto, per noi va bene così, il caso è
chiuso. Accettiamo la loro decisione perché è quella giusta.”
Questo è
quanto ha dichiarato, categoricamente, una cittadina americana (Mrs.
Cucinella ex responsabile dell'ufficio consolare U.S.A. a Palermo) che ha
voluto manifestare con un intervento tutto il proprio consenso alla
giustizia del suo paese che conta quasi 300milioni di persone di tutte
le razze e religioni differenti.
Ma a contrastare tale affermazione la
replica di una palermitana che ha stimolato urna reazione plateale,
subito ricomposta. Poi alla domanda su cosa possa
fare lo Stato Italiano a favore del connazionale Enrico Forti, l'autore
ha risposto che, rimanendo così le cose, il nostro connazionale potrà
uscire soltanto dopo morto.
La discussione ha poi
sfiorato alcuni fatti eclatanti che vedono lo Stato americano proteggere
i propri connazionali a costo d’imporre discutibili top secret… come
quello del Cermis o come quello del caso Calipari...
Fatalità del destino, la vicenda del Cermis è avvenuta poco prima che
venisse arrestato a Miami l’italiano Enrico Forti, cittadino di Trento,
la cui Procura è entrata in contrasto con gli Stati Uniti, perchè
avrebbe voluto
processare il comandante americano della base aerea di Aviano dalla
quale dipendeva l'aereo che tranciò i cavi della
funivia uccidendo venti persone.
Questo ed altri episodi vengono riportati
con competenza professionale dall’autore, principalmente un esperto
magistrato, che nelle pagine del libro ha riversato inedite
testimonianze del caso Forti tratte dai report originali del processo
prodotti da un gruppo di lavoro, tra cui avvocati italiani ed americani,
che opera seguendo una logica al di sopra delle parti.
Ingannevole il titolo del libro, adottato forse per esigenze editoriali che
sposta l’attenzione sul caso Versace comunque connesso con quello del
protagonista principale Chico Forti.
Si è visto in video ed è intervenuto in sala, lo zio paterno di Chico
Forti, Gianni, che da otto anni protesta contro l’ingiusto processo
subito dal nipote. “E’ stata una terribile condanna all’ergastolo, il
pubblico ministero ha agito scorrettamente. Nell’arringa finale ha
fuorviato la giuria nel suo giudizio nascondendo delle prove ed
utilizzando come elementi di colpevolezza dei semplici indizi, e per la
difesa non è stato possibile replicare se non dopo il verdetto con un
appello. – ha continuato Gianni Forti – Ne abbiamo presentati tre di
appelli, avvalendoci di prove schiaccianti al fine di ottenere la
revisione del processo. Sono stati regolarmente rifiutate senza alcuna
opinione o discussione.”
Sono tante le frasi che colpiscono nel libro (la cui incredibile storia è
vera) e, al di là delle argomentazioni giuridiche trattate, si intreccia
con una serie di vicende intriganti che catalizzano l’attenzione dei
lettori.
Alcune amicizie, una serie di circostanze, una bugia costeranno
molto care a Chico Forti.
Sembra il copione di un film che si svolge in
America con vari risvolti avvincenti e tragici in cui i protagonisti
principali non sono americani. Un australiano, un inglese, un tedesco e
poi
il nostro italiano il quale per sfidare l’America, si trova ancora oggi
rinchiuso in un carcere di massima sicurezza nelle paludi delle Everglades della Florida, condannato all’ergastolo.
“La verità cerca chi
la trova...”, ma forse in questa storia cosi come in quella di Versace
la verità è negata proprio da coloro che dovrebbero cercarla...