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Sport
IL RE DEI 200 METRI, LA "FRECCIA DEL SUD" PIETRO MENNEA, STRONCATO DA UN MALE
INCURABILE
L'ex olimpionico si è spento a 61 anni a causa di una malattia
incurabile che lo affliggeva da tempo. Ha
detenuto il record mondiale dei 200 metri per 17 anni, dal 1979 al 1996, con
il tempo di 19''72, tuttora record europeo.
Nato a Barletta 60 anni fa, Pietro Paolo Mennea, è morto in una clinica a
Roma per una malattia incurabile con cui da tempo lottava. L’immagine che
resta, e che resterà per sempre scolpita nella memoria, è quella del 28
luglio 1980: Stadio Lenin di Mosca, Giochi della XXII Olimpiade. Per il
boicottaggio degli Stati Uniti ai blocchi di partenza della finale dei 200
metri piani i favoriti sono il giamaicano Quarrie, il britannico Welles e
l’italiano Pietro Mennea, 28 anni dalla Puglia, detentore del record del
mondo, stabilito l’anno precedente alle Universiadi di Città del Messico con
19’72”. Sorteggiato in ottava corsia, l’atleta parte lento come al suo
solito, ma la progressione è inarrestabile: quarto all’uscita della curva,
nel rettilineo si mangia gli avversari uno dopo l’altro e va a vincere
tagliando il traguardo per primo con 2” di vantaggio sul britannico. Pietro
Mennea vince la medaglia d’oro entrando nella storia, e lì rimane.
Pietro Mennea, con 4 lauree alle spalle, in giurisprudenza, lettere, scienze
motorie e scienze politiche, oltre ad esser stato un campione del mondo
dello sport, viene ricordato per il suo impegno politico come parlamentare
Europeo fra il 1999 e il 2004, autore di 20 libri, direttore generale della
Salernitana calcio (1998-1999), docente universitario. Negli ultimi anni
esercitava la professione di avvocato e dottore commercialista assieme alla
moglie Manuela Olivieri. Londra, per i Giochi olimpici del 2012, ha dedicato
al mito azzurro una stazione della metropolitana.