JAZZ IN SICILIA
JAM-SESSION PER PROTESTARE CON
GARSIA
Magica
e coinvolgente jam-session martedi 20 gennaio in strada a Palermo,
accanto al Real Teatro Santa Cecilia, per dare man forte alla protesta
del famoso musicista siciliano, il maestro Ignazio Garsia, che da tre
giorni ha scombussolato non poco i piani di chi vorrebbe estromettere il
Jazz da Palermo e dalla Sicilia. Anche per questa notte ha deciso di
restare in via Piccola vicino al Teatro e continuare lo sciopero della
fame iniziato sabato. Si aspetta infatti ancora una decisione chiara da
parte delle Amministrazioni locali in merito alla esatta destinazione
del Teatro che, in base ad un disegno di legge, sarebbe dovuto diventare
“Casa del Jazz” dell’Isola, sede di produzione delle “altre”
musiche: Jazz e di derivazione afro-americana.
Per
poco più di un’ora a cominciare dalle 19,15 dai quattro metri
quadrati intorno al pianoforte di Garsia, un gruppo di musicisti fra cui
il trombettista Vito Giordano, Diego Spitaleri Giuseppe Costa hanno
animato piacevolmente la jam-session in solidarietà del noto maestro e
compositore siciliano, difendendo a
suon di note la musica jazz e le sue tradizioni con una serie di brani
standard del vasto repertorio jazzistico. E’
stata un’esibizione spontanea che ha attirato musicisti e ascoltatori
entusiasti, che sul micro palco del gazebo hanno visto avvicendarsi
anche Francesco Marchese al sax tenore, Fabio Riina alla tromba,
Riccardo Randisi, Totò Pizzurro al trombone e l’inserimento
estemporaneo della vocalist Flora Faìa del gruppo di Musica popolare di
Palermo.
“Non
c’è un programma predefinito,” – ha comunicato Vito Giordano –
“la protesta andrà avanti ad oltranza fino a quando non avremo un
riscontro chiaro e concreto da parte delle Amministrazioni: continueremo
pertanto ogni giorno con esibizioni spontanee
di un’ora sempre qui vicino al Teatro Santa Cecilia”. Flora
Faìa giovedì 22 gennaio alle 19 canterà in via Piccola insieme al
Gruppo di Musica Popolare per dare il suo contributo e trasmettere
quell’allegria e quella carica che hanno caratterizzato la sua
performance di ieri sera.
“Se
devi chiedere che cos’è il Jazz non lo saprai mai” – disse una
volta Louis Armstrong -. Questa perentoria affermazione esprime bene
tutto il fascino e la complessità di questo genere musicale. “Il Jazz
ha superato i confini ristretti del mondo delle sette note per diventare
un fenomeno dalle molteplici implicazioni” e a quanto pare dalle
assurde ed ingiustificate complicazioni, almeno nella nostra città di
Palermo, in altri periodi in perfetta osmòsi con il linguaggio
jazzistico siciliano, che ha per culla storica il “The Brass Group”
e che adesso trova davanti a sé un muro, consistente tanto quanto le
lobbies musicali che lo hanno eretto.
Sono
tantissime le firme raccolte in questi giorni nell’angolo di strada
che ospita il maestro Garsia vicino al Teatro Santa Cecilia e riportate
nell’appello del 19 gennaio per la sopravvivenza dell’Associazione
Siciliana per la Musica del Novecento “The Brass Group”, indirizzato
al Presidente della Regione Siciliana, al Governo Regionale Siciliano,
al Governo della Provincia di Palermo e alla Giunta Municipale della
Città. E se vero è che l’improvvisazione è una delle componenti del
Jazz, tutti i jazzisti siciliani in questa precisa circostanza invece
non intendono lasciare al caso la loro sorte e quella di una Grande
Musica che, già fortemente penalizzata come risorse economiche, si
trova oggi pervicacemente esclusa dal panorama concertistico siciliano
anche in termini di spazi.
Foto
e testo di
Alessandro Costanzo Matta