TURISMO:
ECOGASTRONOMIA
UN PIACEVOLE ED INTERESSANTE RITORNO
IN SICILIA
Il racconto di una piemontese che
torna volentieri sull'isola per lavoro dopo l'esperienza di quattro anni
da turista che ha innescato in lei la passione per i sapori e le
bellezze locali.
29
maggio - Finalmente sono tornata!
Sono stata via troppo tempo, ma il lavoro, la famiglia e i numerosi
impegni,mi avevano tenuta lontana da questa vostra terra.
Sono una piemontese che alcuni anni fa ebbe la fortuna di visitare
questa incantevole isola. Mi piacque così tanto che tornai per due anni
di seguito e ora, che sono passati quattro anni dalla mia ultima visita,
mi sento emozionata come quando vi misi piede per la seconda volta (la
prima avevo ancora la mente carica di inutili pregiudizi).
Mi sono successe tante cose da allora. Ho cambiato lavoro. Ora mi occupo
di vini, un settore che mi piace tanto, ed è proprio grazie a questa
mia nuova occupazione che ho avuto la possibilità di tornare. Il mio
datore di lavoro mi ha proposto di fare il giro di alcune aziende
vinicole siciliane, come rappresentante della sua ditta, e io non me lo
sono certamente fatto ripetere due volte. Amo i vini siciliani e penso
che non siano sufficientemente valorizzati, anche se ormai sono presenti
in tutte le fiere più importanti del settore.
Mi piace soprattutto il Cerasuolo di Vittoria con il suo intenso
bouquet e la sua struttura corposa.
Appena ho saputo del viaggio ho telefonato ai miei amici siciliani e mi
sono messa d'accordo con loro per un eventuale giro dell'isola: mi hanno
detto che mi aspettavano a braccia aperte.
È bello arrivare all'aeroporto Falcone e Borsellino (Punta Raisi),
essere accolti dalla carezzevole brezza marina.
Ecco alcuni miei amici ad attendermi! Giulia, Massimo, Carlotta, Paolo!
Mi hanno subito chiesto quando vado via: che vogliano già sbarazzarsi
di me? No. Dimentico sempre che è una abitudine del sud, per
organizzare, al meglio, il tempo a disposizione (così almeno dicono).
La segretaria della ditta mi ha prenotato un albergo a Palermo.
Purtroppo il mio viaggio durerà poco e non comprenderà il mare ma l'entroterra.
Pazienza! Il costume lo userò quando avrò finito con il lavoro.
Arrivata in un albergo in centro prendo possesso della camera per poi
andare, con i miei amici, a gustare un ottimo panino con panelle e
croquet. Buono!
Anche questo mi mancava così come le arancine, la cassata, i cannoli e
le sfincie di San Giuseppe! Non che a Torino non si trovino alcune di
questi cibi ma qui hanno tutto un altro sapore e poi vuoi mettere il
piacere di gustarli seduta sulla scalinata del teatro Massimo.
Torno in albergo. È pomeriggio e, per quello che riguarda il mio
lavoro, per oggi non potrò sicuramente andare in nessun posto, così mi
limito a fare un paio di telefonate per confermare gli appuntamenti di
domani e per stendere un piano d'azione.
Dunque: Menfi, Sambuca, Santa Margherita di Belice. Ci penserò più
tardi, intanto mi preparo per uscire: tra poco verranno a prendermi per
fare un giro per la città. Mi hanno detto che mi aspetta
una bella sorpresa. Eccoli.
Stiamo andando a Mondello. Non ci posso credere! (mi sento molto Aldo
Baglio)
C'è il Windsurf world festival, anzi, ha cambiato nome ora è, come
dicono i manifesti e gli striscioni pubblicitari, il World Festival on
The Beach ed è arrivato alla sua diciannovesima edizione, però!. Non
è solo il nome ad essere cambiato, anche il contesto.
Non più il lido balneare sul mare che mi ricordavo, ora la
manifestazione ha preso tutta la piazza all'ingresso del paese (Valdesi
n.d.r.).
Quanta gente! Hanno anche montato un grande bar e ci sono due
palcoscenici, uno in piazza e un altro sulla spiaggia.
Proprio lì sta suonando un'orchestra sinfonica. È bellissimo! Provo a
salutare quelli dell'Albaria, il circolo velico che organizza la
manifestazione, ma sono tutti super impegnati. Ripasserò un?altra
volta.
Per ora mi limito a fare un giro e a guardarmi attorno godendo di questa
atmosfera festosa.
Facciamo una passeggiata tra gazebo, e vele colorate, tra campi da beach
volley e tribune, ville liberty e giardini profumati. Devo assolutamente
comprare qualcosa prima di andare via.
Eppure è strano, la passeggiata a mare è più bella di come me la
ricordavo.
Ora ricordo! L'altra volta c'era una cancellata che impediva l'accesso
al mare "se non limitatamente in alcuni punti" ora, invece, è
tutto aperto e dà una piacevole sensazione di libertà. Solo qualche
siepe per delimitare la spiaggia dal marciapiede (anch'esso con delle
aiuole piantate a palme e fiori).
Niente cabine solo sabbia con tanti ragazzi, già in costume, che
fanno il bagno. E pensare che c'è gente che va all'estero per cercare
simili posti. Ma qui è una piccola Miami!
Come non detto, sogno ed entusiasmo subito infranti. I miei amici mi
hanno detto che, iniziando la stagione balneare, rimetteranno sia
cancellata che cabine non lasciando neanche lo spazio per
una passeggiata in riva al mare.
Peccato. Comunque, per ora godo di questo spettacolo.
Facciamo delle foto con gli atleti impegnati nelle competizioni di
windsurf, beach volley e vela e Giulia mi dice che farà degli
ingrandimenti e me li invierà a Torino dentro una carpetta, per essere
sicura che non si pieghino.
Io non so neanche cosa sia una carpetta, ma preferisco non indagare.
Accidenti che macchina organizzativa. Ho visto anche telecamere di tv
italiane e straniere. Allora qualcosa di buono e duraturo esiste anche
in Sicilia!
Stiamo ancora un pò in giro e ceniamo in un ristorante tipico.
La fontana della sirenetta, che si trova al centro della piazza di
Mondello, è stata vestita con i colori rosa-nero e le hanno messo tra
le mani la sciarpa della squadra del Palermo. Ecco cosa sono tutte
quelle bandierine che riempiono
la città!
Il Palermo quest'anno potrebbe andare in serie A e la gente ne
è così sicura che ha cominciato a festeggiare in anticipo.
Facciamo una passeggiata.
Al World Festival c'è un concerto jazz.
Ne ascoltiamo un poco ma sono costretta a tornare in albergo perché è
tardi e domani mi aspetta una dura giornata di lavoro e soprattutto
tanti chilometri da fare.
Buona notte.
Accidenti che dormita, sono crollata, direi quasi svenuta, non appena ho
poggiato la testa sul cuscino. Coraggio, inizia una nuova giornata. Tra
poco Giulia mi verrà a prendere per accompagnarmi nel mio giro. Eccola.
Facciamo colazione con una brioches e del gelato.
Certo che di tentazioni ne avete tante qui!
Siamo sulla Palermo Sciacca. La mia amica mi ha detto che, se ci rimane
tempo, vorrebbe portarmi a vedere una cosa.
Quante colline, ma qui è uno spettacolo! In alcuni punti sembra di
essere in Toscana o in Umbria. Filari di viti, campi di grano, ulivi.
Quanti colori!
Campi rossi, gialli, verdi che sembrano un mare di velluto "increspato"
dal vento.
Siamo arrivate a Menfi dove ci accoglie un grande sole in pietra e un
mare azzurro.
Cominciamo il giro di alcune aziende e poi ci soffermiamo davanti
al Palazzo Ravidà (un importante edificio in stile neoclassico).
Anche qui il vino è ottimo (non a caso vi si svolge ogni anno l'Inycon
una manifestazione dedicata alla produzione vinicola e al territorio) e
le aziende che operano nel settore sono molto serie ed impegnate nel
valorizzare il proprio prodotto.
Ci rimettiamo in viaggio e, tornando indietro, ci dirigiamo verso Santa
Margherita Belice, in cui vi è anche il palazzo descritto ne Il
Gattopardo.
In tutta la zona ancora permangono i segni del disastroso terremoto del
1968. Anche qui è tutto un verdeggiare di vigne. Continuiamo il
viaggio.
Arriviamo nel territorio di Sambuca di Sicilia. Il lago Arancio è uno
spettacolo.
Attorno ad esso si estendono migliaia di filari di viti. Qui ci sono
diverse aziende. Peccato non poter fare pubblicità. I proprietari sono
gentilissimi.
Mi fanno degustare la loro produzione migliore e credetemi è
buonissima, soprattutto i vini bianchi. Concludiamo senza troppi
problemi l'affare e, dopo aver fatto un breve giro in paese, io e la mia
amica andiamo via.
Si è fatto un poco tardi ma Giulia mi deve assolutamente portare a
vedere una cosa (usa proprio questa espressione).
Ci rimettiamo in macchina e cominciamo a vagare per le colline, finché
non ci addentriamo in una strada all'interno di un bosco.
Il paesaggio assomiglia a quello dell'Appennino toscano. Rami
intrecciati e foglie di rampicante che hanno colonizzato la terra e gli
alberi. Sembra il bosco delle fate.
Giriamo l'ultima curva e cominciamo una piccola salita. Davanti ai miei
occhi si palesa lo spettacolo dell'antica abbazia di Santa Maria del
Bosco.
Qui il tempo sembra essersi fermato.
Appena passate l?arco di ingresso, con immancabile stemma, ecco venirci
incontro dei cani che, per fortuna, il padrone, lo stesso che ci da il
permesso di entrare, tiene a bada.
Al centro del piazzale un abbeveratoio e, in fondo, quel che rimane
della chiesa, con le statue consumate dall?umidità. Su una porta, poco
distante, vi è impressa una data e nelle scuderie, in ogni box, sono
scolpite delle teste equine.
Aveva ragione Giulia, qui tutto sembra incantato. Il sole comincia
a tramontare e avverto un poco di frescura.
Tra gli alberi che inglobano la chiesa, in parte diroccata, si sta
alzando una leggera foschia.
Adesso manca solo il fantasma che ci spia dall'alto della torre della
meridiana.
Eppure qui qualcuno ci abita ancora, nell'ala ancora in piedi e che
racchiude stupendi tesori.
Adesso si è veramente fatto tardi. Riprendiamo la strada verso casa.
Lo sapevo! Giulia si è persa. Vaghiamo un poco per le campagne.
Poi si arrende e chiama col cellulare un suo amico, Marco, che abita in
un paesino lì vicino, arroccato su una montagna: Giuliana. Ci viene a
recuperare e ci ospita per la notte.
Al mattino non ci lascia andare se prima non abbiamo visto il
castello di Federico II. Entriamo nelle sale ancora in fase di restauro
e, arrivate a quella sotto la torre, mi blocco. Non mi quadrano i conti.
Il soffitto ha una forma strana. Guardo il perimetro della stanza e mi
rendo conto che è pentagonale. L'amico di Giulia ci dice, tutto
orgoglioso, che questa è l'unica torre medievale di forma pentagonale
che esiste in tutta Italia, per il resto del mondo non lo sa. Rimaniamo
ancora un poco.
Dalla sommità della torre si vedono almeno altri cinque paesi e il lago
Arancio.
Che splendido paesaggio! Marco ci informa del fatto che il castello,
quando fu costruito, si trovava in una posizione strategica e che
nonostante l'aspetto attuale del paese, questo, in realtà, ai tempi del
medioevo, era un centro molto importante e ricco di chiese, tanto da
essere raffigurato nella sala delle carte geografiche che si trova ai
Musei Vaticani..
Dopo una piacevole mattinata siamo costrette ad andare via e a
riprendere il lavoro.
Devo andare a Ragusa così Giulia decide di proseguire verso Sciacca. Ci
fermiamo anche qui, essendo anche questo un posto al quale sono
interessata, soprattutto per la produzione di alcuni vini rossi. Quanti
ricordi che conservo di questi luoghi!
Le rovine di Selinunte, le Cave di Cusa e, verso Agrigento, la casa di
Pirandello, la Valle dei Templi.
Quando ho visto per la prima volta i templi faceva un caldo terribile;
mi ricordo che abbiamo esaurito tutte le scorte d'acqua andando su e giù
per il viale principale della zona archeologica.
Spero di potere rivedere al più presto tutto ciò.
Proseguiamo. Quanta strada ancora da fare, sembra che non si arrivi più.
Incredibile. Siamo arrivate a Ragusa. Quante scale e quante chiese!
Eppure io quella chiesa l'ho già vista così come tanti paesaggi e
costruzioni che ci siamo lasciate alle spalle. Ma certo sono i luoghi
della serie televisiva il Commissario Montalbano.
Comincio il mio giro tra le aziende. Contrattiamo un pò, ma non ci sono
problemi.
Questa è la zona del mio Cerasuolo e poco più in la, verso Siracusa,
vi sono i vitigni di Nero d'Avola.
Dopo aver finito con il lavoro, Giulia mi porta in giro per i paesi
circostanti e, sapendo quanto sono golosa, mi fa assaggiare il
cioccolato, prodotto tipico di Modica.
Mi dico: "Che sarà mai, noi sì, in Piemonte, che lo sappiamo fare
il cioccolato".
Questo però è molto diverso. Non si squaglia ma si polverizza in
bocca, rilasciando lo zucchero e dei crù meravigliosi. Assaggio anche
quello al peperoncino, ma qui c'è proprio la polvere che mi infiamma la
bocca.
Ne compro sicuramente qualche stecca. Meno male che hanno l'Inzolia (la
prossima volta che scendo in Sicilia mi faccio il giro dei Passiti)
anche se forse ci andrebbe un sapore più secco.
Anche questa giornata sta passando.
Qui è tutto bello e vorrei tanto andare a Noto, paese interamente
barocco che hanno appena finito di restaurare, così come vorrei tanto
fermarmi a Siracusa o a Caltagirone, rivedere Catania
e Taormina, ma domani mattina, pur essendo domenica, ho un appuntamento.
Rimettiamoci in macchina che i chilometri da fare sono tanti.
Siamo tornate a Palermo. Faccio qualche telefonata, mi infilo dentro la
doccia e non ci sono per nessuno. Come non detto.
Eccoli tutti qua fuori gli amici miei. In fondo è sabato sera e quindi
si esce.
Siamo nuovamente a Mondello. Qui è festa e la stanchezza comincia ad
allontanarsi. Ci scateniamo come pazzi.
Balliamo, ceniamo, facciamo amicizia con alcuni surfisti e ritroviamo
Matilda, una ragazza di Sant'Elia (paesino delizioso subito fuori
Palermo), con la quale ho fatto amicizia alcuni anni fa proprio in
occasione del Windsurf World Festival e che proprio qui, tra gli atleti,
ha conosciuto il suo attuale compagno.
Lui viene dagli Stati Uniti eppure ha deciso di rimanere a vivere
qui. Strana la vita!
Ci invitano per una grigliata di pesce a casa loro, domani sera. Perché
no?
Adesso, però, voglio dormire, datemi l'albergo e il letto.
Al mattino Giulia e Massimo mi vengono a prendere e mi portano al mio
appuntamento.
Questa volta mi tocca aspettare. La persona con cui devo parlare è in
ritardo e mi informano che dovrò aspettare almeno per un?ora, visto che
è rimasto intrappolato in autostrada in conseguenza delle celebrazioni
riguardanti i quattordici anni dalla strage di Capaci.
Ne approfittiamo per fare un giro.
Mi portano al mercato del Capo.
È una festa di colori e di suoni. C'è tanta gente che compra. Anche le
buste di plastica hanno stampata la bandiera del Palermo.
Tra la folla, dei bambini, tutti con una maglietta con su scritto
"La scuola adotta un monumento", mi invitano a vedere la
"loro" chiesa: la Concezione.
È bellissima! Chi poteva immaginare che proprio lì, tra le bancarelle
del pesce e della frutta, esistesse un simile gioiello barocco.
Soprattutto all'interno vi sono dei paliotti d'altare tutti intarsiati
con marmi e pietre preziose a formare dei veri e propri "dipinti".
Ritorno al mio appuntamento.
Finalmente la persona con cui dovevo parlare è arrivata. Però!
Mica male il palermitano. Ha un bel modo di porsi e di
parlare e anche un bel fisico.
Quasi quasi mi faccio invitare a pranzo anzi, quasi quasi non torno più
a Torino.
Non mi parlare solo di vino parlami anche di qualcos'altro! Non mi ha
invitata a pranzo, ma ci siamo scambiati i biglietti da visita; chissà.
Questo era l'ultimo appuntamento della lista.
Domani riparto.
I miei amici mi portano a pranzare all'interno della chiesa dello
Spasimo: una costruzione straordinaria.
Mi hanno anche detto che verso l'imbrunire l'impatto emotivo è ancora
più forte. È allora che il cielo, che fa da tetto naturale a questo
monumento cinquecentesco, cambia colore e le luci ne esaltano
ancora maggiormente la struttura architettonica che, dopo secoli, ha
ancora un arco acuto che sembra sfidare le leggi della statica e della
gravità.
Giulia e Massimo hanno comprato dei panini con la milza e stanno
tentando di farmene assaggiare uno. Non ci penso minimamente. Dopo mille
insistenze do un morso ad un panino.
Però! Non è niente male! Ok anche questa volta capitolo davanti al
cibo siciliano. Non devo più scendere giù in Sicilia,
ogni volta che torno a Torino risulto più grassa di tre chili, senza
contare che questa sera c'è la grigliata di pesce a casa di Matilda.
La giornata è molto bella. Ho deciso, torno in albergo, prendo il
costume e andiamo tutti a mare a Mondello. Così facciamo.
Lo specchio d'acqua del golfo è solcato da tante vele multicolori.
Sembra estate, faccio anche un tuffo ma per me il mare è ancora troppo
freddo.
Così passa il pomeriggio, a scherzare in spiaggia e a vedere le ultime
competizioni sportive.
Si è fatto sera. Andiamo a Sant'Elia da Matilda.
Il piccolo paesino è un incanto e poi lei ha la casa proprio su una
piccola ansa.
La serata è molto bella e il cibo è ottimo. Peccato che sia l'ultima
sera siciliana.
Facciamo l'alba. Non ho voglia di andare via ma tra poco il mio aereo
partirà.
Giulia mi accompagna in albergo a prendere le valigie. Pago il conto e
andiamo in aeroporto.
Eccomi sull'aereo, ha già cominciato a rullare.
Arrivederci Sicilia.
Vinny