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DVD OLIMPIADI DI ATENE
UN
FILMATO STORICO DELLA VELA AD ATENE, UNA DISCIPLINA SPETTACOLARE
CON L'HANDICAP DEL PUBBLICO...
L'Isaf ha
recentemente messo in vendita un interessante doppio dvd che ripercorre
i gesti tecnici, i colori degli sport velici nelle ultime Olimpiadi di
Atene. Immagini intense e spettacolari di una disciplina che pochissimi
hanno avuto la fortuna di vedere in tv e dal vivo. La vela, uno sport che
non
ha goduto del supporto del pubblico né in mare ma neanche a terra per
le evidenti difficoltà organizzative. Una situazione cui occorre porre rimedio
principalmente per quanto imposto dai Giochi
Olimpici, un problema risolvibile soltanto con una organizzazione
specifica, un comitato di regata ad hoc per il pubblico.
Come un centometrista vorrebbe tagliare il traguardo e battere il
record del
mondo tra il tripudio di uno stadio in delirio, o come un
pallavolista vorrebbe far esplodere la sua gioia e quella del suo team
dopo aver messo a terra l'ultimo decisivo pallone, il più importante
della sua carriera in una cornice di gente festante, beh, forse anche il
surfista di turno o l'equipaggio di un Tornado vorrebbero provare le
stesse emozioni, che invece restano confinate nella pur calda ma
ristretta "famiglia" degli addetti ai lavori.
di
Alessandro Costanzo Matta
Un’offerta
a 360 gradi di forte ed elegante impatto visivo è quella presentata
dall’ISAF nei due dvd sulla grande vela olimpica di Atene 2004.
Un
reportage di oltre quattro ore e mezza, prodotto su licenza del Comitato
Olimpico Internazionale, che si apre con suggestivi e quanto mai
spettacolari flash dell’Agios Kosmas Centre di Atene.
Il
pubblico
immenso che nello stadio olimpico di Atene segue il count down mentre si
alternano flash su quanto è accaduto in mare nelle due settimane di
gare. ll count down raggiunge il suo momento cruciale con l’accensione dell’insolito braciere olimpico a forma
di megatorcia da parte dell’ultimo tedoforo, il surfista greco Nikos
Kaklamanakis. Poi una panoramica della città di Atene e l'area a terra
dedicata alla vela completamente vuota, come a voler ricordare che sui campi di regata resta però sempre
il pubblico il grande assente della vela. Anche alle
Olimpiadi.
Seguono
i brevi commenti dei leader ISAF Paul Henderson, appagato dalla
significativa presenza dei media, Göran Petersson e George Andreadis.
Quindi le immagini dei primi scafi, delle prime vele e si viene
catapultati all’interno di sequenze adrenaliniche, virate, strambate,
scuffiate e recuperi, primi piani degli equipaggi in azione,
ingaggi all’ultima bolina, sorprendenti passaggi di boa.
Inoltre interviste ai crew leader e ad ogni medaglia d’oro, schede
tecniche delle singole classi, diagrammi dei percorsi, i venti dominanti, le regate
decisive delle categorie maschile e femminile delle varie classi: 470,
Europe, Laser, Mistral, Star, Yngling, Finn, le acrobazie dei 49er e dei
Tornado.
Ed ancora le classifiche e per chi ama i dettagli un archivio
fotografico ed uno dedicato alle finali.
D’effetto poi il sapiente mixage di immagini con i cerchi
olimpici sullo sfondo, leit motive dell’intero filmato. Un distillato
di ben 300 ore di riprese di 15 intensissimi giorni dai numeri
sorprendenti: 400 regatanti,
61 nazioni, 126 regate e 54 atleti premiati, un esempio efficace di come
anche lo sport della vela possa essere una star d’eccezione davanti
alle telecamere.
Tutto bellissimo ed entusiasmante, peccato solo che per rivivere queste
emozioni occorra comprare due dvd più di due mesi dopo la fine dei
Giochi. Peccato che il pubblico resti ancora il grande latitante anche
in palcoscenici di assoluto valore e significato sportivo come le
Olimpiadi.
In questi ultimi giorni si è tanto parlato a proposito di alcuni
cambiamenti tecnici ad alcune delle classi olimpiche che prenderanno
parte a Pechino 2008.
Di come le classi debbano riflettere il tipo di attività svolta nel
mondo, qualcosa che rappresenti le migliaia di praticanti ed atleti che
per quattro anni tra un Olimpiade e l'altra faticano, gareggiano,
inseguendo sempre il sogno più grande, quel gradino più alto di un
podio che non è come gli altri.
Ma come un centometrista vorrebbe tagliare il traguardo e battere il
record del mondo tra il tripudio di uno stadio in delirio, o come un
pallavolista vorrebbe far esplodere la sua gioia e quella del suo team
dopo aver messo a terra l'ultimo decisivo pallone, il più importante
della sua carriera in una cornice di gente festante, beh, forse anche il
surfista di turno o l'equipaggio di un Tornado vorrebbero provare le
stesse emozioni, che invece restano confinate nella pur calda ma
ristretta "famiglia" degli addetti ai lavori.
Insomma, si discute e dibatte tanto sulla necessità di migliorare i
mezzi tecnici per far aumentare lo spettacolo in mare, ma questo
spettacolo chi lo deve vedere? Qualcuno forse che tra un'immagine e
l'altra dall'universo Olimpiadi ogni tanto vede qualche fugace secondo
su quanto accade in mare, oppure chi qualche mese dopo comprerà il dvd
di turno in ricordo delle Olimpiadi.
Piuttosto sarebbe bello poter studiare qualcosa per avvicinare il
pubblico ad uno sport tanto spettacolare.
"Il
problema del pubblico è difficilmente superabile - afferma
Vincenzo Baglione, che quest'anno ha assistito alle
regate come nemmeno gli allenatori hanno potuto fare, figuriamoci il
pubblico. Come fotografo ne ha potuto seguire da vicino tutte le
fasi - Occorrerebbe un' organizzazione specifica. Un vero e proprio comitato di regata
ad hoc per il pubblico in mare. Con zone autorizzate per delle tribune
mobili, costituite da semplici imbarcazioni facilmente trasferibili da
un'area all'altra dei campi di regata e timonate sulla base di direttive
precise, in base al posizionamento e spostamento dei percorsi di regata,
un po' come fatto ad Atene per le barche riservate a troupe
televisive e fotografi".
"Un' unica grande nave, come quella
utilizzata in queste Olimpiadi, è utile come postazione fissa
- aggiunge Baglione - ma a mio parere l'impiego di
imbarcazioni più versatili e adeguate a tutte le condizioni meteo
contemplabili in contesto di regata costituisce una delle soluzioni più
abbordabili, in tutti i sensi, economici, di sicurezza e di
realizzazione".
A Valencia in previsione della prossima Coppa America stanno cercando di
fare qualcosa in tal senso. Saranno poi le regate a dire davvero se la
situazione è migliorata. Perché in fondo, a chi lavora per quattro anni
come un matto e poi si ritrova nel momento più topico della propria
carriera, della propria vita, probabilmente poco importa se ci sono i
vari Paul Henderson o Goran Petersson lì vicino a guardare ed
applaudire. Troppo netto il distacco tra quanto visto negli stadi, nelle
stesse cerimonie di premiazione dei medagliati della vela ed il deserto
invece che accoglieva gli atleti nei giorni di gara. Una sorta di
circolo chiuso tra i regatanti e gli altri addetti ai lavori ma senza
l'altra anima dei Giochi Olimpici, il pubblico.
Ad Atene è mancato e non è stato come avrebbe dovuto essere.
Forse perché frenato dalla logistica di questi sport, forse perché
poco invogliato, forse perché trascurato.
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