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Da
La Repubblica del 30 luglio
2002
La legge prevede due "baywatch" ogni 150 metri. E invece non ce n'è
traccia la denuncia
Il bagnino, questo sconosciuto fuori legge le coste palermitane
DI ISABELLA NAPOLI
A più di un mese e mezzo dall'inizio della stagione balneare, manca
ancora sulle spiagge libere palermitane il servizio di salvataggio. «Due
bagnini ogni 150 metri lineari in servizio dalle 9 alle 19 tra il 1
maggio e il 30 settembre e per un periodo non inferiore ai sessanta
giorni». Una disposizione, quella della legge regionale 17 del 1998,
rimasta finora sulla carta. A denunciare la carenza del servizio
pubblico di salvataggio lungo le coste palermitane sono proprio i
bagnini, riuniti nella Società nazionale di salvamento, associazione che
conta circa tremila soci in tutta la Sicilia e della quale è presidente
regionale Gaetano Ingrassia. «Il Comune, evidentemente, non conosce
questa legge - dice Ingrassia - dato che non ha provveduto a impiegare i
bagnini sulle coste». La norma stabilisce inoltre, sia per Palermo sia
per gli altri comuni siciliani, un contributo annuo pari al 50 per cento
degli oneri retributivi relativi al personale addetto alla vigilanza e
al salvataggio.
Per accedere a questi fondi, i Comuni devono farne richiesta
all'assessorato regionale agli Enti locali entro il 31 gennaio di ogni
anno. «La Regione può stanziare fino a circa un milione di euro - spiega
Gaetano Ingrassia - ma né Palermo né altri Comuni limitrofi come Isola
delle Femmine hanno presentato richiesta». I fondi inutilizzati
potrebbero dare lavoro nelle stagioni estive a bagnini disoccupati, in
possesso di regolare brevetto ma soprattutto contribuire a una maggiore
sicurezza in mare. «A oggi in tutta la Sicilia - continua il presidente
della Società di salvamento - e nel Palermitano a parte alcune
eccezioni, come le spiagge di Cefalù, Lascari e Trappeto, queste norme
continuano a essere calpestate. E dall'inizio della stagione balneare ci
sono stati sulle spiagge libere dell'Isola ventuno morti che potevano
essere evitati. Chiediamo all'assessore alle Coste, Lorenzo Ceraulo,
nient'altro che l'applicazione della legge».
«Non conosco nel dettaglio queste disposizioni - ammette Ceraulo - ma me
ne accerterò al più presto. È vero comunque che l'affidamento delle
spiagge libere ai privati sta partendo soltanto ora per la sua
complessità, e con esso partirà anche il servizio di salvataggio. Spero
che questa denuncia sia un fatto propositivo e non una mera polemica».
Intanto le cooperative e associazioni che hanno avuto in affidamento i
tratti di spiaggia stanno lavorando alacremente per garantire i servizi
almeno a Mondello e all'Addaura entro la fine di questa settimana.
«Assicureremo la presenza dei bagnini nei termini della legge», dice
Alessandro Cilano, dell'associazione Addaura Village che gestirà la
spiaggia libera di Mondello.
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