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Da La
Repubblica del 28 febbraio 2002
Rischia la vendita ai
privati anche il Charleston Pioggia di richieste all'assessorato al
Territorio da parte di gruppi turistici interessati all'affare
Alberghi a caccia di coste
CARMELO LOPAPA
Il
business corre in riva al mare. Tocca villette sequestrate, scheletri
diroccati sulle spiagge, impianti e porti turistici, perfino il
Charleston di Mondello. In cima alla lista ci sono le coste della
provincia di Palermo, poi Trapani con gli scempi di Triscina e
Agrigento, fino a Taormina. Non sono tutti «gioielli di famiglia»,
questi manufatti che la Regione ha deciso di mettere in vendita, ma il
fiuto dell'affare solletica già alcune imprese alberghiere che hanno
bussato alla porta dell'assessorato al Territorio.
È un affare da 25 milioni di euro, calcolano al Bilancio. Pochi,
maledetti e da incassare subito, a beneficio delle casse regionali a
secco. Ecco perché l'emendamento alla Finanziaria che prevede la «sdemanializzazione»
è il primo del blocco presentato dal governo Cuffaro ed esitato in un
batter d'occhio in commissione Bilancio, pronto per il voto d'aula della
settimana prossima.
Ma la Regione può vendere ai privati dei beni demaniali? Può, perché in
Sicilia ha competenza esclusiva, spiega il direttore al Territorio
Domenico Pergolizzi. La norma in Finanziaria parla di «impianti,
manufatti e opere fisse regolarmente realizzate sul demanio e non
utilizzabili per la diretta fruizione del mare». Ma anche di «opere
realizzate in assenza o in difformità della concessione» per le quali
siano in corso pratiche di sanatoria. Tutto questo, già nella
disponibilità del patrimonio regionale o in procinto di diventarlo,
potrà essere rivenduto «al costo di mercato maggiorato del 30 per
cento». «Per calcolare il possibile introito ci siamo basati sul
contenzioso in corso tra la Regione e i privati per immobili sul demanio
- spiega il responsabile del servizio demanio marittimo
dell'assessorato, Giovanni Arnone - Sono circa tremila, distribuiti su
tutta la costa siciliana. Piuttosto che trascinare oltre le cause, gli
immobili potranno essere rivenduti ai proprietari». Le coste del
Palermitano da sole assorbono un terzo del contenzioso regionale per
abusivismo sul demanio: 1.200 cause circa, senza soluzione di
continuità, da Lascari a Terrasini. Segue la provincia di Trapani, con
700 cause, con particolare concentrazione nelle zone di Triscina e
Fontanabianca, di Mazara del Vallo e Campobello. Altre «macchie» nell'Agrigentino
e in provincia di Siracusa.
Ma a suscitare parecchio interesse tra i potenziali acquirenti saranno
le villette dell'Addaura. Si tratta delle decine di costruzioni sulle
rocce già sequestrate e disabitate da oltre un decennio. «Sono
ricettacolo di prostitute e drogati, per la Regione e per la zona è
molto più fruttuoso venderle e consentire la ristrutturazione» spiega
Arnone. Nell'elenco in fase di preparazione c'è anche il porto turistico
di Portorosa nel Messinese, anch'esso compreso nel demanio marittimo
della Regione. E poi, lo scheletro su due piani diroccato sulla spiaggia
di Balestrate e visibile per chilometri, come pure una analoga palazzina
allo Sperone, nelle vicinanze della struttura di Padre Messina a
Palermo. Proprio su questo immobile, su quello di Balestrate e su un
altro a Taormina si sono registrate già manifestazioni di interesse da
parte di imprese alberghiere.
Quel che pochi sanno, invece, è che nel demanio della Regione ricade - e
rientra dunque nelle previsione della norma in Finanziaria - anche il
Charleston di Mondello. Realizzato negli anni Trenta rispettando le
leggi di allora, l'impianto in concessione alla società italobelga
potrebbe essere messo in vendita. In teoria. Perché l'amministrazione
non vorrebbe privarsi del «gioiello»: «Quando chiederanno il nostro
parere ci dichiareremo contrari all'alienazione - anticipa il direttore
Pergolizzi - È un immobile simbolo, è bene che resti in mano alla
Regione».
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