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Da
La Repubblica del 10 maggio
2002
Legambiente boccia
Mondello: "Acque pulite ma la spiaggia è offlimits" Aumenta il numero
delle località balneari siciliane con buone pagelle. Nei primi posti
anche Cefalù e Taormina
Ustica e Pantelleria regine
del mare
ISABELLA NAPOLI
Sono le perle nere
del Mediterraneo ma anche le località balneari siciliane più rispettose
dell'ambiente. Nella mappa delle spiagge italiane più belle dell'estate,
la Guida blu 2002 di Legambiente e Touring club, il marchio doc per
qualità delle acque e della costa, servizi turistici e paesaggio
naturale va a Ustica e a Pantelleria. Le due isole vulcaniche si
conquistano le ambite «cinque vele», un primato assegnato in base a una
valutazione complessiva di ben 128 indicatori di qualità provenienti da
varie banche dati fra le quali Istat, ministero della Sanità, Enit,
Touring club, Enel, Istituto Ambiente Italia e Lagambiente. Il vademecum
individua ben 215 comuni marini italiani cui corrispondono le 225
spiagge più pulite e con il miglior mix di fattori capaci di rendere più
piacevole ed «ecosostenibile» la classica vacanza a mare. Al vaglio di
una giuria di esperti, quindi, non solo la qualità delle acque ma anche
il paesaggio costiero, naturale e urbano, la qualità degli edifici
costruiti lungo la costa, la vivibilità, la capacità ricettiva, i
servizi turistici, la mobilità, il ciclo dei rifiuti e la depurazione,
l'accesso ai disabili, i siti archeologici e le riserve naturalistiche.
Ustica aveva già ricevuto lo scorso anno le cinque «vele» ma quella di
Pantelleria è una novità, come la new entry di dodici località balneari
che fanno lievitare a 71, rispetto alle 59 dello scorso anno, le spiagge
siciliane che vale la pena di visitare. Ma altre sono le novità. Quest'anno
entrano nella guida altri quattro comuni, Campobello di Mazara,
Castelvetrano, Piraino e Sant'Agata di Militello, che si aggiungono ai
22 dello scorso anno. «In queste località ci sono spiagge come quella di
Capo Feto - dice Giuseppe Messina, segretario regionale di Legambiente -
dove troviamo specie animali in estinzione come i fenicotteri e i
"cavalieri di Malta". La maggior parte delle spiagge segnalate,
comunque, si trovano in aree naturalistiche o riserve».
Alle spalle di Ustica e Pantelleria, ma con la lusinghiera pagella di
quattro «vele», Noto e Santa Marina di Salina. Cefalù, Favignana,
Lampedusa, Linosa, Lipari e Taormina conquistano tre «vele», mentre due
vanno a sei centri della costa sudoccidentale, Castelvetrano, Erice,
Marsala, Menfi, Sciacca e San Vito Lo Capo, quest'ultima in particolare
penalizzata da una forte concentrazione di bagnanti nei mesi estivi e da
una scarsa politica di valorizzazione negli altri mesi dell'anno.
Lungo le coste del Palermitano, oltre al buon punteggio di Cefalù, che
sta avviando il progetto di parco archeologico marino, solo Cinisi e
Termini Imerese sono segnalate con una «vela». Fra le spiagge
palermitane per eccellenza, senza «vele» ma comunque raccomandate dalla
guida TouringLegambiente, ci sono anche Capo Gallo, Sferracavallo e
Capaci. Grande assente dall'itinerario per gli amanti del mare di
qualità, Mondello. «I limiti della borgata - argomenta il segretario
regionale di Legambiente - sono sempre gli stessi, nonostante la buona
qualità delle acque. La spiaggia di Mondello è poco fruibile a causa dei
pochi varchi pubblici al mare. Il ferro di cavallo non garantisce ancora
un ottimale deflusso delle acque nere, e la vivibilità della borgata è
scadente soprattutto d'estate».
Se il sindaco di Ustica, Attilio Licciardi, plaude alla palma ottenuta
dall'isola per il secondo anno consecutivo, annunciando il recupero
ambientale del centro storico e la certificazione del patrimonio
naturalistico, meno contenti sono gli albergatori delle Eolie, sebbene
Lipari possa fregiarsi di tre «vele» e Santa Marina di Salina di
quattro. «Avremmo potuto aspirare a un punteggio più alto - dicono
dall'Associazione albergatori delle Eolie - se la Regione avesse
consentito di operare alcuni accorgimenti per la salvaguardia ambientale
delle coste, come lo stop alle petroliere al largo di Stromboli e delle
altre isole dell'arcipelago».
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