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Dal Giornale
di Sicilia 11 febbraio 2002
Negozi,
niente controlli sulle chiusure
"Liberi tutti" nei mercati e a Mondello
(sari) A salvare i
commercianti ribelli, ieri, è stato il Carnevale. O, almeno, questo
recita la versione ufficiale dei vigili urbani, i quali _ dice il loro
comandante Gaspare Sorce _ sono stati troppo impegnati con le sfilate in
costume per occuparsi dei negozi. Che ieri, per disposizione del Comune,
avrebbero dovuto restare tutti chiusi, sia in città che nelle borgate
marinare. Tutti eccetto bar, ristoranti, panifici e qualche altra
categoria che, chissà perch‚, include pure i venditori di nastri.
Eppure, in barba ai divieti, ieri nelle borgate marinare e nei mercati _
complice la bella giornata di sole e la clientela numerosa _ in pochi
hanno deciso di tenere le saracinesche chiuse: colorati e vocianti come
sempre il Capo, Borgo Vecchio, Ballarò, in piena attività il mercato
all'Arenella, aperti i negozietti di Mondello e di Sferracavallo, così
come i grandi centri commerciali, il Centro Olimpo e il Center Gros di
Partanna, Ferdico a Tommaso Natale, l'Emporio Bucalo di via La Malfa. In
città, al contrario, quasi tutti chiusi, a cominciare dalla Rinascente
e da Randazzo. E non c'è stato un solo controllo, non un vigile
accigliato, men che mai una multa: un milione e seicentomila lire, dice
il codice, se sgarri per tre volte scatta la revoca della licenza. Così,
uno dopo l'altro, negozi di abbigliamento e verdurai, salumieri e centri
di telefonia hanno alzato le saracinesche.
E' l'ennesima puntata di una telenovela cominciata l'anno scorso quando
_ su richiesta del Comune, allora governato dal commissario
straordinario Guglielmo Serio _ la Regione estende all'intero capoluogo
lo status di città d'arte, e con questo la possibilità per i
commercianti di restare aperti anche la domenica, lasciando però al
Comune il compito di dettare le regole, in conformità con le esigenze
della categoria. Fino ad allora, invece, la patente di zona turistica
(quindi, la possibilità di aprire) ce l'avevano solo la zona costiera e
i mercati, tradizionali alternative festive allo shopping in città.
Adesso sono proprio loro, i "domenicali" per tradizione, ad
avere pagato il prezzo della guerra scoppiata in seno ai commercianti,
con i piccoli esercizi del centro (che non hanno personale sufficiente a
garantire le aperture) che spingono per la chiusura e i grandi che
vogliono tenere le saracinesche alzate. Una patata bollente ereditata
dalla nuova amministrazione, che ha fatto l'equilibrista tra le due
esigenze: nelle ultime tre domeniche, tutti liberi di aprire, con i
piccoli che mugugnavano. Ieri, obbligo per tutti di chiudere, pure per i
negozianti delle borgate marinare e per i mercati, divieto che varrà
per le prossime domeniche fino al 24 marzo. Ordinanza teorica, parole
scritte al vento, a giudicare da ieri. Cosa che fa infuriare il
segretario della Confesercenti, Giovanni Felice: "Le ordinanze _
dice _ vanno fatte rispettare, altrimenti passerà l'idea che ognuno fa
quel che vuole. Il riconoscimento di città d'arte a tutta Palermo è
stata una fuga in avanti. E ad andarci di mezzo sono stati i
commercianti delle zone costiere. La via d'uscita? Il Comune dovrebbe
fare un passo indietro, redigere una mappa delle aree di interesse
realmente turistico e concedere solo a quelle l'apertura". E sui
mancati controlli rincara la dose Ninni Terminelli, capogruppo diessino
al Comune: "Ritengo inconcepibile che la giunta assuma una
posizione e poi la disattenda".
Roberto Helg, leader di Confcommercio, spinge sul pedale della
liberalizzazione: "Non si possono fare chiudere gli esercizi delle
zone turistiche, meglio lasciare a chiunque la facoltà di scegliere,
sarà il mercato a dettare le regole". E' la stessa posizione di
Giovanni Badalamenti, che dal suo negozio di alimentari di Partanna
Mondello ha fatto partire la rivolta silenziosa, la stessa pure di
Vincenzo Milazzo, responsabile del Centro Olimpo, che ha combattuto per
l'apertura a colpi di ricorsi al Tar. "Non ci importa cosa accade
in centro città _ dice _ i commercianti facciano come credono. Qui, da
sempre, la domenica è sacra".
Laura Anello (ha collaborato Salvo Ricco)
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