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Dal Giornale
di Sicilia 11 marzo 2002
Negozi, prime prove di aperture
domenicali liberalizzate
(sari) Una
domenica con le saracinesche chiuse in quasi tutta la città.
Soltanto alcune strutture di vendita hanno approfittato della
liberalizzazione commerciale, sancita con l'ultima ordinanza del
Comune dopo la concertazione con le parti sociali, almeno per le
domeniche fino al 24 marzo.
I negozi del centro hanno dato forfait, tranne la Rinascente e
Randazzo di via Ruggero Settimo. Chiusi anche Coin, Carieri &
Carieri e i negozi in franchising che, nelle precedenti domeniche,
avevano rappresentato lo zoccolo duro delle aperture. In via
Libertà luci accese anche in uno dei negozi della catena Miraglia.
Aperti, invece, tutti gli esercizi che hanno ottenuto la
sospensiva attraverso il ricorso al Tar. Bucalo di via Ugo La
Malfa, Center Gross, Centro Olimpo di Partanna-Mondello, e il
Gs-Mar in via Lanza di Scalea. Possibilità di acquistare anche
nelle borgate marinare di Mondello e Sferracavallo, così come nei
mercati storici e in tutta la costa fino a lambire Villabate. Tra
i grandi store, Migliore, Max Living e Legno Market ad aprire è
stato soltanto quest'ultimo.
Sul fenomeno delle aperture a scacchiera le chiavi di lettura
potrebbero essere due: o ha prevalso lo spirito del rapporto
costo/ricavi in un sistema di libertà d'orari, o i commercianti
stanno mandando segnali per l'elaborazione di un calendario di
deroghe. Domenica prossima, infatti, c'è la possibilità che ad
aprire siano molti più negozi perch‚ ci avviciniamo alle festività
pasquali.
E' anche vero che a Palermo esiste un commercio a due velocità che
si differenzia per territorio e bacino di clientela. Se da un lato
c'è chi vorrebbe la città divisa in zone in cui è possibile
ottenere deroghe annuali, dall'altro c'è chi si sente escluso
dalla possibilità di aprire. Un caso tutto palermitano che ha già
messo a nudo i suoi limiti. La Confesercenti e i sindacati di
categoria rimarcano la necessità di variare il perimetro di
"Palermo città d'arte", con lo scopo di beneficiare soltanto
alcune zone che si contraddistinguono per afflusso di turisti:
fascia costiera e i mercati storici. Soluzioni sperimentate a
Milano e Roma. Per il resto della città, invece, vorrebbero un
calendario di deroghe all'obbligo della chiusura. Ma la revisione
del decreto sulla "città d'arte" - qualora fosse avallata dal
Comune attraverso espressa richiesta all'assessorato regionale sul
Commercio - dovrebbe prima passare dal tavolo di concertazione che
è comunque lacerato anche su questa soluzione.
Ad annunciare battaglia non sono soltanto i sindacati dei
lavoratori. I commessi del Lailac si organizzano per diventare
l'ago della bilancia nelle scelte che la città dovrà affrontare
dopo il 25 marzo, quando non ci sarà più nessuna regolamentazione
e le parti sociali dovranno affrontarsi nuovamente sul ring del
Comune.
Salvo Ricco
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