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Da La
repubblica
del 19 gennaio 2002
l'iniziativa
RIDATECI LA VISTA DEL MARE DI MONDELLO
foto di Pier Paolo Raffa tratta dalla
mostra fotografica Il Mare Negato
ROBERTO ALAJMO
C'è
un modo di dire siciliano: A chi piglia un turco è suo.
Un modo di dire di grande attualità in questa nostra sfortunata terra.
Chi trova libero il parcheggio destinato a un disabile può
impadronirsene. Chi riesce a individuare un terreno demaniale
incustodito può impunemente porvi il proprio insediamento. Eccetera,
eccetera.
L'indignazione dell'opinione pubblica, ammesso che ci sia, è
minoritaria e a quanto pare persino calante. Fermare la deriva estetica
e culturale cui pare destinata la nostra città è un'impresa
probabilmente superiore alle nostre forze.
Restano solo da combattere battaglie di minimo obiettivo, non troppo
difficili da vincere o anche da perdere con onore, che tuttavia ci
aiutino a guardare i nostri figli senza vergogna e dire loro, un giorno:
noi quello che potevamo fare l'abbiamo fatto.
Fra i molti espropri privati di beni pubblici ce n'è uno
particolarmente efferato proprio perché sulla carta del tutto
immotivato: la fittissima cancellata che anche in pieno inverno chiude
la vista del mare di Mondello.
Un autentico sequestro paesaggistico perpetrato davanti agli occhi
assuefatti della popolazione. Talmente assuefatti sono i nostri occhi
che quasi non ce ne accorgiamo, ma quella cancellata è un vero e
proprio sopruso, tanto più grave perché irrisorio sarebbe lo sforzo
per evitarlo.
È come se fossimo carcerati da talmente tanto tempo da esserci convinti
che il mare, in realtà, veramente sia azzurro a scacchi verdi.
Proviamo, proviamo a superare l'inferriata e guardare il mare senza la
griglia. Ce lo ricordavamo com'è veramente il mare? Talmente non lo
ricordavamo che forse nemmeno lo sapevamo: gli scacchi verdi in natura
non esistono. Il mare è azzurro e basta.
Alla società concessionaria della spiaggia costerebbe poco rimuovere la
cancellata alla fine della stagione balneare. Non regge nemmeno la scusa
dei vandali che la sera si divertono a bere birra e rompere le bottiglie
spargendo i cocci in mezzo alla sabbia: i varchi ci sono comunque, e la
spiaggia più devastata di com'è difficilmente potrebbe essere.
A meno che quella cancellata non sia una specie di memento, un modo di
segnare il territorio, l'equivalente della pipì dei cani o dei gatti.
Forse, nella sua apparente sciatteria, la cancellata ha un significato
ben preciso: questa spiaggia e questo mare non ti appartengono, perché
sei solo un suddito e come tale possiamo tenerti dietro le sbarre in
eterno senza dover nemmeno spiegare il motivo. Anzi, per un motivo molto
semplice: perché a chi piglia una spiaggia è sua.
C'è ancora qualcuno a Palermo disposto a considerare una battaglia del
genere degna di essere combattuta?
ROBERTO ALAJMO
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