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RICCARDO MONTEFUSCO direttore di Rds

A malincuore, ma comanda la legge del marketing, solo musica commerciale per il massimo indice d’ascolto. I dati audiradio parlano chiaro: Rds Radio dimensione suono è la rete radiofonica privata più ascoltata d’Italia, con 13.592.000 ascoltatori settimanali e 4.828.000 giornalieri.

Ma che cosa vuol dire stare dietro a questo business, chi è che da dietro le quinte muove i fili e gestisce uno tra i colossi dell’etere radiofonico, controllando una buona fetta di un medium pervasivo e capillare come la radio?

Riccardo Montefusco è il direttore marketing e insieme al fratello Eduardo Montefusco, attuale presidente, sta ai vertici dell’organico di Rds.

Montefusco, che significa essere direttore marketing in una radio?

Il mio compito è quello di studiare le esigenze del pubblico tramite ricerche di mercato che comprendono interviste telefoniche e incontri, con lo scopo di creare il prototipo di radio ideale, delinearne il profilo in modo da accostarsi il più possibile.

La funzione della radio ideale è anche formativa. Lei crede alla formazione dei giovani da parte di altri giovani della stessa generazione?

Sì, senza dubbio, e cerchiamo anche di promuoverla. Non a caso i presentatori, tra cui, Maurizio Modica, Rosaria Renna, sono molto giovani; in tutto questo gioca un ruolo importante il dialogo con gli ascoltatori a casa, gli scambi d’opinione, i confronti.

In base a quali criteri scegliete gli argomenti di attualità o spettacolo: diversificate secondo le fasce d'ascolto o preferite variare?

L’informazione che trasmette la nostra emittente è uniforme: si addice a tutte le categorie di ascoltatori in modo da non escludere nessuna fascia e a riuscire a coinvolgere il maggior numero di interessi.

Lo stesso vale per la scelta dei brani musicali che opta per una eguale miscelazione: 50% musica italiana e 50% musica internazionale. Noi puntiamo al massimo ascolto possibile.

La radio comunica senza le immagini, avvalendosi della sollecitazione di un solo senso, l'udito: è questa la peculiarità e allo stesso tempo la grande difficoltà di un mezzo di comunicazione che non a caso Mc Luhan ha ascritto tra i media caldi. Cosa ne pensa dell’informazione radiofonica in rivalsa sull’informazione televisiva?

Innanzitutto l’informazione è un settore: al quale Rds si è interessata sin dagli esordi della propria attività. La redazione "capitanata" da Teo Bellia fornisce un notiziario all’ora 24 ore su 24.

Il nostro modo di fare informazione è conforme con le due caratteristiche fondamentali che riescono a dare un’identità insostituibile alla radio rispetto al piccolo schermo: l’ubiquità e la rapidità.

I notiziari sono brevi, concisi, rapidi per l’appunto: dicono solo l’essenziale per non correre il rischio di annoiare l'ascoltatore e per riuscire a fornirgli un’informazione quasi in tempo reale.Vuole un esempio? In occasione del caso Soffiantini siamo riusciti a seguire la vicenda in diretta con l’uso dei cellulari.

La caratteristica dell’ubiquità consente di sintonizzarsi ovunque, anche in auto, senza il legame con un "loco" specifico che nel caso del medium televisivo è costituito dalla postazione dello schermo. L’ascoltatore è libero di girare per casa e di comprendere pienamente il messaggio.

Che rapporti ha Rds con le altre emittenti radiofoniche, esiste qualche accordo di base?

C’è un ente, che mette in contatto le radio per definire soltanto le questioni tecniche, ma mai relativamente ai contenuti riguardanti la costruzione del palinsesto. I rapporti comunque sono sempre cordiali...

Maurizio Costanzo che ruolo riveste nel vostro organico?

Fino a non molto tempo fa Costanzo conduceva una rubrica d’opinione. Adesso per i recenti impegni che sono sopraggiunti dalla direzione di Canale 5 ha momentaneamente sospeso i suoi interventi, ma si prevede che tornerà a collaborare con noi al più presto. Comunque è sempre con noi Alessandro Cecchi Paone che con i suoi tre appuntamenti giornalieri (07.00,13.00, 24.00) è in onda dal lunedì al venerdì con suo editoriale.Inoltre da poco Enrico Mentana, una delle firme più prestigiose del nostro giornalismo, collabora con la nostra redazione conducendo, sempre dal lunedì al venerdì, il notiziario delle 8.00 del mattino, arricchendolo con un suo commento. La redazione sportiva invece si avvale della consulenza di Nando Martellini.

Qual è il motivo per cui viene privilegiata la musica commerciale rispetto ad altri generi, come quello etnico o classico? In che misura la legge del marketing domina la scelta dei brani?

Non ho dubbi nell’affermare che la legge del marketing prevalga al 100%.

Il prodotto che offre Rds è dichiaratamente commerciale, in sintonia con la sua filosofia che punta al massimo ascolto, quindi al coinvolgimento di un pubblico di massa. Di conseguenza siamo costretti a fare delle scelte d’opportunismo e a tagliare la programmazione di generi che piacciono a fette percentualmente piccole.

E tutto ciò a malincuore? Sì, devo dire a malincuore.

La radio allora deve secondo lei consolidare il gusto comune in una sorta di "profezia che si auto avvera" oppure deve avere una funzione educativa e formativa sui gusti del pubblico, favorendo l’eterogeneità delle scelte? Mi riferisco alle tendenze che arrivano da Londra, come il jungle o il trip-hop, che comunicano filosofie di vita molto trasgressive, ma che soltanto pochi appassionati hanno imparato ad apprezzare, o alla scarsa diffusione dell’hip-hop italiano politicamente impegnato .

Lasciamo ad altre emittenti il compito di educare il pubblico, abdichiamo in favore del commerciale: come ho detto prima non vogliamo correre il rischio di perdere fasce d’ascolto.

Ma allora a chi spetterebbe questo compito? E come dovrebbero fare i nuovi gruppi ad affermarsi in quest’ottica di mercato?

Rispondendo alla prima domanda, credo che in futuro si andrà incontro alla sperimentazione, già fatta in America, delle radio specialistiche, in cui ad ogni frequenza corrisponde un genere musicale; qualcosa di simile a ciò che fa la televisione via cavo, come stream.

Rds fino a non molto tempo fa mandava in onda un programma per "lanciare" giovani artisti nel mondo della musica, tra questi Nek e Biagio Antonacci sono stati alcuni di quelli che hanno raggiunto il successo.

Il rapporto con le case discografiche?

Abbiamo ottimi rapporti con le case discografiche le quali ci utilizzano per la loro promozione e qualche volta pianificano pubblicità sulla nostra emittente. Da parte nostra cerchiamo di rispettare il loro lavoro senza sacrificare le esigenze ed il formato musicale della radio.

Che ne pensa dell’informazione che attraverso il vostro sito internet diventa plastica, del suono che diventa immagine con real audio e real video, e della possibile multimedialità della radio?

Credo fermamente nelle possibilità offerte dall’utilizzazione multimediale della radio; grazie a real video infatti si riesce a trasmettere in diretta sia il momento dell’emittenza stessa, sia avvenimenti particolari come per esempio l’inaugurazione del Planet Holliwood di Roma. Inoltre internet permette un’alternativa valida come intrattenimento interattivo.

Come forma d’interattività è più efficace internet o il metodo classico del telefono?

Una forma non esclude l’altra, non si può dire che un metodo sia migliore di un altro. La tecnologia semplicemente avanza.

E' d’accordo con la metafora del "villaggio globale" di Mc Luhan applicato alla radio? Sulla bilancia l’effetto di omogeneizzazione presenta più pregi o più difetti?

Condivido l’opinione di Mc Luhan; il fenomeno dell’omologazione ha come contropartita l’allargamento dell’istruzione e il miglioramento dello stile di vita della massa. Sulla bilancia non ho dubbi che prevalgano i pregi...


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