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150 miliardi di investimento e 1000 assunzioni
AGRUMI DI SICILIA
L'assessore Cuffaro rilancia l'intero settore

La Sicilia è stata sempre considerata nella sua storia terra feracissima e ricca di risorse agricole e la sua civiltà si è sviluppata come vera e propria civiltà contadina, nutrita dagli umori della terra, dalla realtà rurale, fin nei più riposti motivi della sua tradizione culturale, popolata di miti, di personaggi, di ambienti agricoli: coltivare la terra, renderla fertile, coglierne i frutti. L'agricoltura è la base della civiltà di tutta l'umanità. In Sicilia da secoli gli agrumi, portati dagli arabi, vengono coltivati con successo. In questa terra, infatti, gli agrumi nascono e crescono in condizioni particolarmente privilegiate grazie al clima e all'ambiente, molto simili a quelli dei paesi d'origine, quali l'India ed Estremo oriente.

In particolare, in alcune aree della provincia di Catania e Siracusa, il clima piuttosto arido, con elevate escursioni termiche tra il giorno e la notte durante la delicata fase di formazione dei pigmenti, determina la migliore qualità delle arance rosse. Tra i limoni il "femminello", la varietà più tipica tra quelle siciliane, si coltiva nelle province di Palermo, Catania, Siracusa e Messina. Con il suo caratteristico profumo rappresenta forse la vera identità dell'antica Trinacria.

Oggi, la Sicilia produce ben il 62% degli agrumi italiani (2.168.000 tonnellate su un totale nazionale di 3.443.000). Le aziende sono 13.800 solo a Catania; sommate al resto dell'isola arrivano a 31.000. La superficie coltivata è di 114 mila ettari per un prodotto vendibile di mille miliardi. Fino al 1990 l'export delle arance siciliane interessava il 60% della produzione, oggi la percentuale è inferiore al 10%. In Italia, dei quasi 3 milioni e 400 mila tonnellate di agrumi prodotti, all'export ne sono andate solo 186.000 e oltre 2 milioni sono state vendute per consumo interno. Le importazioni straniere hanno avviato una sorta di guerra dei prezzi che ha già provocato una discesa delle quotazioni di quasi il 40%. A fronte di un costo di produzione di 350 lire al chilo il prezzo di vendita delle arance in Italia oscilla tra le 380 e le 400 lire al chilo, mentre la produzione di altri paesi va sul mercato ad almeno 100 lire in meno. La concorrenza con paesi europei come Grecia e Spagna, ma anche con il Marocco, è schiacciante. Basti pensare che la Spagna ha costi pari al 57% di quelli italiani. Nell'ultimo anno i 40.000 addetti al settore hanno già perso il 40% delle 10 milioni di giornate di lavoro normalmente realizzate nel comparto. Tra le questioni di massima urgenza quella dei trasporti è certamente da non sottovalutare: fare arrivare un chilo di prodotto dalla Sicilia in una qualsiasi città della Germania costa infinitamente di più che fare arrivare lo stesso prodotto dall'Emilia nella stessa città tedesca. Ma la risposta, da parte dell'assessore regionale all'agricoltura Totò Cuffaro, per rilanciare l'intero settore agrumicolo è stata immediata. Infatti, è stata sottoscritta una convenzione con la catena degli autogrill presenti nelle autostrade italiane finalizzata alla commercializzazione degli agrumi siciliani. Inoltre, l'assessore Cuffaro ha già attivato le procedure per la produzione dell'arancia e del succo rosso bevibile. Tra le altre azioni promozionali verrà realizzata per le scuole una video cassetta in cui saranno evidenziate le caratteristiche salutari degli agrumi in generale e dei succhi rossi siciliani; la Fao nel corso del programma Telefood (seguito lo scorso anno da 500 milioni di telespettatori) riprenderà alcune tra le manifestazioni "agricole" siciliane più importanti, come la Fiera del cavallo, la sagra del mandorlo in fiore, etc mentre siamo ancora in attesa della cosiddetta "procedura di pubblica udienza" fatta la quale il ministro Pinto darà il marchio "Dop" (Denominazione origine protetta) alle arance rosse che solo la Sicilia può commercializzare. Intanto, oltre 150 miliardi di investimenti, mille persone assunte direttamente nei nuovi impianti e oltre cinquemila impiegate nell'indotto con contratti professionali o part-time rappresentano il grande potenziale del progetto Leader II a cui ha dato recentemente via libera la giunta di governo regionale su proposta dell'Assessore Cuffaro. L'Assessorato ha individuato 25 piani di azione locale (i progetti si chiamano così). I piani interesseranno tutte le nove province siciliane coinvolgendo enti pubblici e imprenditori privati. In particolare gli interventi riguardano iniziative di promozione, divulgazione e assistenza tecnica alle imprese; la formazione di tecnici e operatori, gli aiuti all'inserimento del lavoro, la valorizzazione delle risorse locali e lo sviluppo di attività produttive nei settori del turismo, dell'agriturismo, dell'artigianato e della tutela ambientale.


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