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di Carmen Vella
SICILIA MIT 1998
UN'ESPERIENZA POSITIVA CHE HA SUSCITATO MOLTO INTERESSE ED ANIMATO LA DISCUSSIONE PER UN
REALE RILANCIO DELL'ECONOMIA SICILIANA ATTRAVERSO IL TURISMO
Unesperienza senzaaltro da ripetere,
quella del Sicilia Mit, la mostra-vetrina del prodotto turistico siciliano, promossa
dallassessorato regionale al Turismo, che si é conclusa domenica alla Fiera del
Mediterraneo di Palermo.
Una prima edizione, quella di questanno, alla quale seguiranno certamente delle
altre, visto il riscontro e linteresse suscitato tanto per i tour operators
nazionali ed internazionali, che per le compagnie aeree. "La sensazione è che il
turismo in Sicilia si sia lasciato alle spalle il suo Medioevo per entrare in una nuova
epoca: il Rinascimento". Sono le parole del giornalista Puccio Corona, testimonial
del Mit, che ha commentato così la manifestazione: "Cè fermento, si affaccia
la consapevolezza delle enormi potenzialità che questisola nasconde, si
moltiplicano le iniziative".
Non si può certo nascondere che alla Sicilia non manchino le risorse per accrescere
quellimmensa ricchezza che è il turismo, ma forse, sarebbe meglio dire che
"potrebbe essere" il turismo. Esistono infatti molti vuoti da colmare. Mancano
ad esempio le infrastrutture: da un'efficiente gestione degli aeroporti, ai porti
turistici, e qui lelenco potrebbe allungarsi ancora di molto.
Al Mit si è parlato di pacchetti di viaggio predefiniti, di accordi e convenzioni con le
compagnie aeree per la riduzione delle tariffe ma, a nostro avviso, è stato trascurato un
elemento assai importante per un' "Isola" come la nostra: il mare e la sua
valorizzazione. Ed è qui che i nodi vengono al pettine. Le nostre coste, potrebbero
essere valorizzate alla stregua della Costa Smeralda in Sardegna, eppure ciò é
sino adesso accaduto alquanto raramente, o per mancanza di volontà o per carenza di
fondi, e si ripete sempre lo stesso copione. Esistono poi poche Marine, in
grado di offrire servizi ed assistenza ai diportisti.
Il rischio è grosso e da non sottovalutare, lo denuncia con preoccupazione, Oscar
Civiletti, Skipper ed istruttore di vela, responsabile della sezione daltura
dell'Albaria e presente al Mit allo stand allestito dall'associazione. "Non posso
fare a meno di dire che ho registrato lo scontento generale - dice Civiletti - dei
diportisti che si sono avvicinati al nostro stand, e che lamentano la carenza di
attrezzature e di aree di ormeggio". Un fatto, questo, che trova conferma nella
carenza di posti barca, in tutta la costa siciliana e palermitana in modo
particolare, e che danneggia di fatto una fetta di turismo sostanziosa. Una realtà, che
tradotta in numeri, fa emergere un quadro piuttosto desolante. Sulla costa palermitana, di
fatto, esistono soltanto tre porti turistici efficienti, quello di Villa Igiea che può
ospitare fino a 300 barche, il porticciolo, meglio noto come Cala, e il Molo Sud una
piccola parte del quale, appena venti metri concessa allAlbaria che può ospitare un
massimo di sole 5 imbarcazioni. La soluzione del problema è semplice e come avviene in
ogni altra parte del mondo poterebbe essere costituita principalmente dalla realizzazione
di nuovi porticcioli nel pieno rispetto dell'ambiente e dai pontili mobili, ma in questo
caso lo scoglio più alto da superare è la burocrazia.
In Sicilia cè il mare, ma manca ancora una "cultura del mare".
In questi anni sono state avanzate numerose idee e proposte, tuttavia solo poche hanno
trovato realizzazione.
Il diportismo è ancora oggi una realtà poco attenzionata. "La realizzazione del
porticciolo di San Nicola ha avuto un ottima riuscita - spiega Civiletti - la stessa
cosa non si può dire però per quello di Termini Imerese, o di Cefalù che, nonostante
lattrattiva turistica di cui gode, è privo di un porto usufruibile".
Pensare ad una Antibes siciliana é, secondo Civiletti, un'utopia, eppure in Sicilia
non mancano certo le coste, né le bellezze naturali, ciò che manca è piuttosto la
volontà di realizzare servizi. In un simile contesto ad essere penalizzato è il turismo,
soprattutto quello nautico, ed i diportisti che, nei loro giri, anziché fare una
tappa a Palermo, spesso resa necessaria dalle condizioni climatiche non favorevoli, sono
costretti proprio per la carenza di posti barca, a scegliere un'altra destinazione. La
presenza di Albaria al Sicilia Mit, ha avuto per questi motivi un significato
importante: si trattava dell' "unico" stand che rappresentava il turismo
nautico. "La nostra presenza conferma limpegno di Albaria - dice Civiletti - al
fine di promuovere e rilanciare il turismo legato allo sport, sfruttando la bellezza
del Golfo di Mondello e Palermo, per creare quella cultura del mare che purtroppo manca
alla nostra terra."
Sono stati parecchi i visitatori, fra i quali alcuni membri delle Istituzioni,
particolarmente attratti dalle manifestazioni sportive che lassociazione promuove ed
organizza ogni anno. Sono arrivate anche proposte interessanti, come la possibilità di
realizzare una scuola di vela e canottaggio, nelle acque del lago di Caccamo, o di creare
dei pacchetti di viaggio per i turisti americani della durata di due settimane, una delle
quali da trascorrere interamente in mare, facendo un giro attorno allIsola in
barca a vela.
Nel settore del turismo sono ancora tanti i nodi da sciogliere, non si può
trascurare la ricaduta occupazionale che avrebbe la creazione di infrastrutture adeguate o
pontili galleggianti. Il Mit è stato una buona occasione per parlarne, mettendo le
questioni sul tavolo, adesso però viene la fase più difficile: passare ai fatti. |