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2 ottobre 2010



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A PESCA CON IL WINDSURF
PER MARCO CASAGRANDE E’ POSSIBILE

L’ex campione di windsurf ha messo a punto un singolare metodo. Con risultati straordinari, come il barracuda del Mediterraneo di tre chili e passa catturato qualche giorno fa nel mare di Mondello.

di Dario Prestigiacomo
 




I soliti maligni raccontano che all’epoca delle preolimpiche per la qualificazione ad Atene 2004 fosse solito ritagliarsi spazi di tempo libero per dedicarsi alla sua seconda passione, la pesca. E che fu proprio in quell’occasione che sperimentò l’inedita tecnica, facendo infuriare non poco l'allenatore. Lui, però, smentisce categoricamente qualsiasi addebito, anche se l’episodio narrato (vero o falso che sia) è in linea con quel misto di genio, talento e sregolatezza che ha da sempre caratterizzato Marco Casagrande, 34 anni, ex surfista della Nazionale con un bagaglio di titoli conquistati in giro per il mondo.
Oggi, Casagrande è uscito dal giro dei professionisti delle tavole a vela, ma, nonostante i suoi impegni lavorativi, non ha mai appeso il suo windsurf al chiodo. Che utilizza per cavalcare le onde, come è normale che sia. Ma anche per pescare. E questo è un po’ meno pacifico, per dirla con un eufemismo. «La mia passione principale è sempre stata il mare. Una passione che ho poi declinato in vari modi – racconta – Il windsurf, innanzitutto, ma anche la pesca. Ecco, un giorno mi sono detto “perché non unire queste due attività”. E così ho fatto».
Ma come è possibile riuscire a pescare stando in piedi su una tavola da windsurf? Il metodo studiato da Casagrande è semplice e complicato al contempo. «In pratica, ho preso in prestito le tecniche della pesca a traina – spiega – Questo tipo di pesca consiste nel trainare un’esca in modo da sollecitare l’aggressività dei predatori. Solitamente si fa con le barche, anche perché, una volta abboccato, il pesce lo devi tirare su e metterlo in sacca. Io, invece, uso la mia tavola, alla quale ho legato una lenza con l’esca. Giro al largo della costa e aspetto che il pesce abbocchi. Poi, con tutta una serie di manovre, lo catturo. Il vantaggio del windsurf, rispetto alla barca, è che il surf scivola sulla superficie del mare spinto dal vento ed è più silenziosa». Il metodo funziona, visti i risultati. «Ultimamente ho catturato un barracuda del Mediterraneo di tre chili», racconta. Risultati da fare invidia ai pescatori più tradizionali. Ma se a sentire le parole di Casagrande l’inedita tecnica sembra una passeggiata, nei fatti non lo è. «In realtà, non è così semplice – ammette – Bisogna conoscere bene il mare e sapere quali sono le zone più adatte per fare questo tipo di pesca. Inoltre, occorre scegliere bene le esche. Ma soprattutto, è necessaria una certa destrezza nella guida della tavola». Una destrezza da atleta di livello mondiale, appunto. «Certo, un neofita della tavola a vela non potrebbe farlo», dice . Chissà se, in futuro, la pesca a traina col windsurf potrà diventare una disciplina sportiva. «Non saprei dire – risponde Casagrande – Di fatto, qualcuno lo sto avviando alla pratica. Ma anche i surfisti più bravi possono incontrare non poche difficoltà. Del resto, pratico questo tipo di pesca da circa quattro anni e solo col tempo ho imparato e messo a punto tutta una serie di trucchi che oggi mi permettono di fare delle belle pescate». E di portarsi a casa un barracuda di tre chili.
 

 


 

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