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Mostre
RESTAURATO
ALL'ISTITUTO NAUTICO DI PALERMO IL MODELLO DI UN
VASCELLO DEL ‘700
In mostra permanente all’Istituto Nautico
“Gioeni – Trabia” di Palermo (dal lun. al sab. ore 9-13), è possibile
ammirare il modello di una nave risalente al XVIII secolo, interamente
restaurato da un “navigato” ex maestro d’ascia, il modellista Giovanni
Provenzano. Presentata e inaugurata presso l’istituto stesso, il 3
ottobre u.s., nell’ambito dei mercoledì della Soprintendenza del Mare di
Palermo, la nave è stata riportata al suo originale splendore,
scoprendone la bellezza della sua pregevole fattura d’epoca e facendone
un prototipo di grande interesse, grazie al contributo del Consolato
Regionale del Mare di Palermo e alla capacità del maestro Provenzano,
coadiuvato dall’entusiasmo degli allievi della “Sezione Costruttori” del
Nautico.
Il "Vascello Maltese" dopo il restauro
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di Alemat
Fra i tesori sepolti non dal mare o dalla sabbia, ma dall’incuria del
tempo, il modello è rimasto custodito per oltre duecento anni
all’interno delle “stive” di quello che, sul finire del ‘700, fu il
primo collegio nautico d’Italia. Nel 2004, fu notato da uno studente che
incominciò il restauro, passato successivamente nelle mani esperte di
Provenzano. Che, oltre ad insegnare da più di due anni la sua arte
certosina agli allievi del Nautico, è anche vicepresidente
dell’Associazione culturale “Vecchia Tonnara di Vergine Maria”, divenuta
in breve tempo un autentico polo di riferimento per tutti i modellisti
navali palermitani e non solo.
”Inizialmente ero convinto si trattasse di una fregata inglese,” - dice
Provenzano - “ma, andando avanti nel restauro, dai fregi rinvenuti sullo
scafo se ne deduce l’appartenenza al Sovrano Ordine Militare di Malta,
tanto che si è deciso di ribattezzare questo vascello senza nome con
quello di Vascello Maltese”.
Il nome del due ponti a tre alberi resta infatti un mistero, forse San
Giovanni dall’immagine del Battista riapparsa nel quadro di poppa, così
come la sua provenienza. Forse la nave in miniatura fu portata in
Sicilia dagli Ospitalieri cacciati da Malta da Napoleone nel 1798 o fu
realizzata come didattica d’ingegneria navale dagli allievi dell’epoca,
quando il vascello era in rada a Palermo.
”Certo è che si tratta del modello in scala uno
a ventiquattro di un vascello di linea del quarto rango (ovvero dotato
di 54 cannoni) del XVIII secolo” - afferma l’ingegnere Giorgio Cambiano,
docente di “Costruzioni Navali” del Nautico – “e di fattura maltese,
confermata dalla presenza di blasoni, che il capitano Vincenzo Di
Bartolo, presidente del Consolato Regionale del Mare, riconduce a nomi
quali Manoel de Vilhena, Marcantonio Zondadari, Ramon Perellos esponenti
di casate di Principi gerosolimitani”.
All’interno dell’Istituto Nautico resta ancora un grande patrimonio
legato alla cultura del mare tutto da far rivivere. Il restauro del
Vascello Maltese è solo l’inizio del recupero di opere di notevole
pregio e largo respiro, dalla modellistica alla cartografia fino
all’attrezzistica navale, nella prospettiva di una fedele ricostruzione
della cantieristica navale antica e di tutti i possibili usi e costumi
marinari e marinareschi del passato, a concreto incremento dell’offerta
culturale della città di Palermo.
Per ulteriori informazioni:
www.nauticopa.it
www.modellistipalermitani.it
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