L'Opinione
di Kristian Guttadauro
Su, via, è
Natale! Saremo tutti più buoni.
DA GENNAIO IL "TERZO TEMPO"
Come nella pallavolo, e in certi casi in altri sport,
arriva il momento della stretta di mano a fine gara anche sui campi di
calcio.
Una speranza, una realtà? Chissà… Intanto proprio di questi tempi, dalla
politica al sociale, allo sport tutti si fermano, pensano un po’ di più,
forse illuminati davvero da qualcosa di “poco umano” ed i buoni
propositi quasi si sprecano.
Una decisione senza dubbio importante, ma che rischia di
restare soltanto un mero simbolo di quel fair play che nel nostro paese,
in questi ultimi anni, è ormai scomparso dalle arene non solo
calcistiche ma dello sport in generale. Si potrebbe e dovrebbe fare di
più. Partendo dalle fondamenta instabili della giustizia sportiva
italiana. Per rinsaldarle con l'istituzione di un organo di controllo
sulle federazioni, dotato di pieni poteri, ad oggi la grande parte dei
casi completamente inesistente.
Il consiglio di Lega ha decretato l'introduzione ufficiale del
cosiddetto "terzo tempo" a partire dal 13 gennaio 2008, un cerimoniale
che sarà quindi d'obbligo su tutti i campi della serie maggiore. |
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Il Natale è sempre uno di quei momenti dell’anno che invitano
a fare qualche riflessione in più. Fermarsi un attimo, “essere più
buoni”, possibilmente più propositivi e migliori rispetto a quanto non
si sia fatto fino ad un giorno prima. Insomma, per qualcuno può essere
un sentito momento di ripartenza, per qualcun altro magari solo la scusa
per chiudere gli occhi su quanto pasticcione sia stato e rimettersi in
carreggiata. Su, via, è Natale! Saremo tutti più buoni. Una speranza,
una realtà? Chissà… Intanto proprio di questi tempi, dalla politica al
sociale, allo sport tutti si fermano, pensano un po’ di più, forse
illuminati davvero da qualcosa di “poco umano” ed i buoni propositi
quasi si sprecano. La finanziaria con un po’ di fatica è passata, ora
mangiamo il panettone e poi andiamo avanti; il governo ha le ore contate
(Berlusconi, ndr), il governo resterà in carica ancora 60 mesi (Prodi,
ndr); processiamo e condanniamo tutti gli attori di Moggiopoli e
ripuliamo il calcio, facendolo tornare uno sport serio (i milioni di
Kaka, Totti e compagnia? E vabbè pazienza, loro lavorano…, ndr).
Insomma, si pensa tanto ed altrettanto si vuol mettere davvero in
pratica, così come il “terzo tempo” cui da gennaio assisteremo su ogni
campo di calcio in Italia: il saluto dei padroni di casa alla squadra
ospite, un modo di rendergli omaggio sia che si sia vinto o perso, non
importa. L’importanza di questi gesti di fair-play è quella di
sottolineare come si possa stare comunque sereni dopo novanta minuti di
furore agonistico a prescindere dal risultato. Se lo fanno i ventidue
protagonisti in campo allora perché non dovrebbero seguirne l’esempio
anche i tifosi sugli spalti e fuori, invece di dedicarsi alle battaglie
metropolitane fra di loro o contro le forze dell’ordine?
Beh, vedremo, plauso alla Fiorentina per aver sfidato tutto e tutti
(soprattutto i “padroni” del pallone della Lega, interessata solo alla
spartizione dei diritti tv – ma lo sport serio???), per aver lanciato
questa iniziativa del “terzo tempo” qualche settimana fa, ora adottata a
furor di popolo e magari pronta ad essere esportata anche a livello
internazionale.
Bene, bene. Ma già che siamo in un momento di interessante riflessione
natalizia, e qualcuno (la Fiorentina, per esempio) è disposta ad
infischiarsene dei divieti di qualche miope istituzione pur di mettere
in atto qualcosa di assolutamente positivo e denso di contenuti in una
fase del mondo pallonaio sconvolta da scandali e violenza (Calciopoli ed
hooligans) che neanche il Mondiale vinto in Germania è riuscita a
nascondere, perché non si continua quest’opera di ristrutturazione anche
a piani un po’ più alti dello sport italiano? Forse qualcosa dovrebbe
essere rivista, ristrutturata, rammodernata, secondo i principi della
vera giustizia sportiva e non solo.
Per esempio, perché non introdurre in seno al Coni, gestore dello sport
nazionale, un istituto, un meccanismo che sappia anche porre rimedio
quando chiamato in causa agli errori in buona o cattiva fede fatti dalle
singole federazioni in tema di giustizia sportiva? Perché non
introduciamo anche qui un efficace “Terzo tempo”? Un organismo
imparziale che sappia ascoltare, valutare ed esprimersi, confermando o,
se vene fossero i giusti motivi, anche modificando quanto
precedentemente stabilito dai vari gradi di giustizia sportiva di ogni
federazione? Ma di cosa state parlando vi domanderete?
Che scherzi sono? E’ ovvio che sia così anche nel mondo dello sport
italiano? E’ così nella pur malconcia giustizia del mondo reale,
figuriamoci se lo stesso principio non sia applicato anche nel nostro
sport, no?
No.
Non è proprio così. Ci dispiace deludervi, ma purtroppo il potere di
ogni federazione in questa materia sembra oggi quasi incontrastato. Un
libero arbitrio cui un organismo come il Coni – anche se si presuppone
così – non può vigilare con serenità di giustizia ed equità.
Se mi si accusa di aver preso un pallone ed in qualche modo mi si riesce
a condannare in ogni grado di giudizio in seno alla mia federazione di
calcio, pallamano, basket o altro, di fatto non ci sarà alcun istituto
cui io possa appellarmi presso il Coni per mostrare che, ad esempio, io
ero bloccato nel traffico a Sydney mentre era qualcun altro ad
impossessarsi del pallone a Milano. Se la giustizia della mia
federazione in buona o cattiva fede non ha voluto considerare la mia
difesa, commettendo così un errore, non sembra ci sia modo per me, oggi,
di cancellare la mia ingiusta squalifica e - il mio nome e la mia
reputazione. Non esiste un ultimo grado di appello, in seno all’universo
Coni, che possa vigilare sulla corretta amministrazione della giustizia
sportiva in ogni piccola galassia delle quarantaquatto federazioni
ufficialmente operanti in Italia.
Vedi Calciopoli. E’ intervenuta la Camera di conciliazione del Coni, sì,
ma si è trattato solo di una estrema ratio, una sorta di arbitrato che
ha messo tutti seduti davanti ad un tavolo e più che stralciare certe
posizioni (eppure di casi “sospetti” e prove non troppo chiare ce
n’erano…., ndr) o quanto meno rivalutare i singoli capi d’accusa e
magari sconfessare nettamente la giustizia sportiva della Federcalcio, è
servito più che altro, nella maggioranza dei casi, a trattare con le
parti in causa una pena “accettabile”, a cercare un compromesso lì dove
fosse stato possibile raggiungerlo.
E peraltro occorre precisare che in non tutti i casi è sempre possibile
adire a questa Camera di conciliazione del Coni: occorre infatti avere
subito una squalifica di almeno 120 giorni.
Sembra che la partita oggi finisca solo al primo tempo. L’arbitro si
prenda il pallone e se ne vada incurante delle proteste di giocatori e
pubblico. Altro che “terzo tempo” e fair-play. Non si gioca neanche la
ripresa!
Volete che vi raccontiamo di un caso particolare? Lo farò presto con uno
speciale "radiografia della giustizia sportiva" nell'ambito delle
federazioni in Italia e nel resto d'Europa, partendo dal caso "Fair
Play" della Fedevela che, dopo i tre gradi di giustizia, ha emesso una
futile ma significativa sanzione disciplinare ad un tesserato "per
non aver impedito la pubblicazione di un articolo" -
Botta e risposta fra Pottino e Rolandi dopo le accuse al patron della
Federvela Sergio Gaibisso -, il cui contenuto non è stato gradito
agli alti vertici della Federazione Italiana Vela. La vicenda è stata
soprannominata “caso fairplay” della Federvela. Questo caso ha fatto
emergere una triste realtà, allarmante e molto GRAVE, che rivela
l’inesistenza di organi di controllo, anche da parte del CONI, ai quali
rivolgersi per verificare l'operato svolto dagli organi di giustizia
delle federazioni riconosciute. Secondo la FIV, che non è mai voluta
entrare nel merito di quanto scomodo scritto nell'articolo, gli
incolpati avrebbero dovuto esercitare nei confronti del giornalista e
del direttore responsabile un potere di censura contro la libertà di
stampa ed espressione garantita in Italia dall’articolo 21 della
Costituzione.
Buon Natale
e Felice Anno
Kristian Guttadauro