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Vela: America’s Cup.
ORACLE VINCE LA CAUSA CONTRO ALINGHI
La 33esima edizione dell’America’s Cup sembra sempre di più un miraggio.
All’indomani della decisione positiva del giudice newyorkese Herman Cahndi non
accettare come Challenger of Record il club spagnolo Desafio, saltano
tutti gli accordi precedenti. Adesso, solo due possibilità: che la SNG e
il GGYC concludano un accordo oppure che si sfidino secondo le modalità
del Deed of Gift, il primo regolamento della coppa. In ogni caso, la
regata vede la sua visibilità deturpata dall’accanimento del club
americano contro la condotta forse irregolare del team svizzero.
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La Corte Suprema di New York ha giudicato legittima la causa intentata
dal Golden Gate Yacht Club contro la posizione di Challenger of Record
del team spagnolo di Desafio, accusato di non raggiungere il
numero minimo di regate annuali – una – per poter essere ammesso con
tale titolo.
Il team iberico, patrocinato dal Club Náutico Español de Vela, era stato
accettato dal Defender Alinghi come rappresentante degli sfidanti
senza alcuna remora. Questo, secondo l’accusa del GGYC, era un
comportamento palesemente contro il Deed of Gift, l’atto di donazione
dell’America’s Cup, nonché il suo primo regolamento.
Adesso la presa visione del verdetto positivo apre scenari complessi. Di
certo, tutti gli sforzi organizzativi compiuti sino ad adesso cadono: si
dovrà ricominciare da capo.
Il team statunitense dell’Oracle è l’unico candidato per il posto
lasciato dal Desafio: il Challenger of Record è il rappresentate
degli sfidanti, il primo fra questi, che ha l’opportunità di gareggiare
col Defender per il titolo della coppa.
Diverse, ovviamente, le reazioni. Mentre il club americano esulta, il
presidente di Alinghi, Ernesto Bertarelli, replica: « Siamo
ovviamente dispiaciuti della decisione che decreta l'invalidità tecnica
del CNEV e ora aspettiamo di parlare con Golden Gate Yacht Club per
garantire un futuro all'America's Cup». E, in effetti, adesso il momento
cruciale sarà proprio quello del dialogo, l’unica opzione che il team
svizzero vincitore della competizione sembra avere intenzione di
prendere visto che ha già manifestato la ferma volontà di non presentare
ricorso contro la decisione del giudice newyorkese. Quindi le
prospettive sono: accordarsi con Ellison, presidente del GGYC, e
decidere sull’organizzazione della 33esima edizione dell’evento o
sfidarlo secondo il vecchio regolamento del Deed of Gift.
Secondo queste carte, la coppa è messa in palio come competizione
perpetua fra yacht club stranieri: non può restare troppo a lungo nelle
mani del Defender. I due avversari, in questo caso Alinghi e
Oracle, si devono accordare sui dettagli dell’evento (formato,
presenza di altri sfidanti, prove di selezione, calendario) o
affrontarsi a duello. Tuttavia, anche in questo caso, devono seguire un
certo galateo: la richiesta dev’essere presentata con un anticipo di 10
mesi, si gareggia con match al meglio delle tre regate (con relative
distanze) in un luogo scelto dal Defender che deciderà anche misure
massime e minime delle barche. Il Defender può accettare solo uno
sfidante.
In realtà, dietro tutto questo, sembra aleggiare lo spettro di critiche
personali. Il Golden Gate Yacht Club ha accusato la Société Nautique de
Genéve per il nuovo protocollo della Coppa che assegnerebbe un
grandissimo vantaggio ad Alinghi. Inoltre, il capo del sindacato
di Oracle è Russell Coutts, pluricampione della manifestazione
licenziato da Bertarelli fra molte polemiche.
Che la Coppa si possa disputare nel 2011 sembra, quindi, una speranza
molto vana adesso.
Pietro Calafiore
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