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Libri: Premio Mondello – Città di Palermo 2007
vince la
pakistana
Bapsi Sadhwa con "acqua" migliore opera straniera
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Il
prestigioso premio, giunto alla sua 33^ edizione, verrà consegnato alla
celebre scrittrice, a Mondello, sabato 24 novembre alle ore
17:00 presso l’Hotel Mondello Palace. All’autrice pakistana il plauso della giuria nella categoria
“migliore opera straniera”. Impegnata nella difesa dei diritti delle
donne e dei bambini del Pakistan, paese ultimamente al centro di drammatiche
vicende, Bapsi Sidhwa con il suo ultimo romanzo “Acqua”,
ci offre uno spaccato della storia dell'India coloniale, vissuta
all'interno di un gineceo dove non ci sono sari colorati, capelli
lunghi, ornamenti, dolci e quant'altro, ma una realtà fatta di
penitenza, il cui unico riscatto è affidato alla ricerca della
verità. |
Racconta l’Islam, il Pakistan, la cultura parsi, ma soprattutto i drammi
e le ragioni delle donne pakistane, Bapsi Sidhwa, con l’ultimo suo
romanzo, “Acqua” (Neri Pozza, pagg. 208).
A 69 anni, la celebre scrittrice, originaria dell’affollata città di
Karachi, dopo tantissimi premi e riconoscimenti si è vista assegnare,
nella categoria “migliore opera straniera”, anche il Premio Mondello –
Città di Palermo, premio letterario internazionale che, giunto alla sua
33esima edizione, può vantarsi di essere uno tra i più antichi e
prestigiosi del nostro Paese.
Nato dalla sceneggiatura scritta da Bapsi Sidhwa per l' omonimo film
della regista indiana Deepa Mehta, "Acqua" prende il via nel 1936
dipingendo a tinte forti l’India coloniale degli ashram, comunità
guidate da mistici nelle quali vengono relegate le vedove. Donne che,
non più madri né mogli, private della loro identità sociale, sono
ritenute sessualmente pericolose per la moralità della comunità e
destinate a vivere per tutta la vita in una disumana condizione di
penitenza.
Non è stata solo la bontà e la potenza dell’opera a meritarle il titolo:
anche il suo grande impegno sociale è stato accolto con estrema
gratitudine. La Sidhwa vanta collaborazioni al Movimento per la difesa
delle donne asiatiche, ha rappresentato il suo Paese nell’Asian Woman’s
Congress, è stata consigliera nella Commissione delle Donne e segretario
volontario della Casa delle Donne e dei Bambini in Lahore. Ancora, in
diverse università degli Stati Uniti – dove tutt’ora vive insieme al
marito e tre figli – ha organizzato corsi di scrittura creativa ed
esercitato critica letteraria.
La vittoria dell’artista pakistana giunge in un momento particolare
della storia del secondo maggior stato musulmano nel mondo, nella
speranza che sia monito per
la difesa dei diritti umani e la
pace.
Pietro Calafiore
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