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Pagina è
un servizio di
Albaria
nato nel 1998, per
evidenziare alcuni avvenimenti che corredati da immagini
fotografiche potranno essere in seguito pubblicati anche sulla
rivista
Albaria Magazine
Idrovolanti a Mondello
TORNANO A MONDELLO GLI IDROVOLANTI PROSSIMI PROTAGONISTI DEL
WORLD FESTIVAL ON THE BEACH
I due nuovi velivoli della Ermes Idrovolanti
da poco giunti in Sicilia in prima uscita ufficiale a Palermo per un
collaudo ed un servizio fotografico programmato dalla rivista Volare.
I due idrovolanti in riva al mare
sulla spiaggia di Palermo
di Alessandro Costanzo Matta, Vincenzo
Baglione
(Mondello 10 aprile) - Due idrovolanti nuovi di zecca sono
"atterrati" oggi nelle acque di Mondello nei pressi del molo di Punta
Celesi, per fermarsi poi in riva al mare, davanti ai resti degli scivoli
di alaggio dei capannoni Ducrot, che nei primi del '900 furono
trasformati in hangar per l'assemblaggio ed il collaudo di idrovolanti
destinati alla Prima Guerra Mondiale. L'emozionante revival è stato un
assaggio, che ha anticipato la presenza dei velivoli anfibi, che in
occasione del prossimo World Festival On The Beach saranno protagonisti
a Mondello con la scuola di volo ERMES IDROVOLANTI dell'ingegnere Marco
Noto e con l'associazione sportiva FLYTIME Palermo di Sandro Maniscalco.
Oggi, quanti erano a Mondello hanno potuto
ammirare i due nuovi velivoli della Ermes Idrovolanti giunti da poco a
Palermo e in prima uscita ufficiale con un pilota d'eccezione, il
costruttore degli stessi "scarponi" galleggianti e istruttore Graziano Mazzolari della Scuola Italiana Volo di Cremona e il giornalista pilota
Sergio Barlocchetti per il servizio fotografico programmato dalla
rivista Volare.
I velivoli, della serie Savannah, sono
costruiti dalla ICP di Piovà Massaia
(AT) (circa 1000 esemplari venduti nel mondo). L'aereo è semplice,
rubusto e sicuro si adatta bene all'uso idro. Ottime le caratteristiche
di volo, in particolare alle basse velocità.
"Sono rimasto affascinato dai colori e
dalla bellezza di questo golfo" - ha sottolineato il fotografo Sergio
Barlocchetti, appena sbarcato sulla spiaggia per immortalare lo
storico avvenimento.
Non sono mancate le richieste d'informazione
sulla scuola e sulla pratica di volo all'istruttore Marco Noto, che ha
ospitato a bordo di uno dei nuovissimi velivoli un'appassionata,
spiegandole i rudimenti basilari del volo.
Sono aerei interamente in alluminio, con
apertura alare di 9 mt., con motori austriaci Rotax da 100 hp e
costano circa 65.000 euro. I galleggianti in vetroresina vengono
fabbricati a Cremona dall'azienda di Graziano Mazzolari.
In
questa foto storica del l'hangar della
Società Ducrot, davanti alla strada (antica regia trazzera, oggi
viale Regina Elena) che la separava dalla spiaggia di Mondello a
Valdesi nei pressi del club Albaria dove torneranno a
posizionarsi gli idrovolanti in occasione del World Festival On
The Beach 2007.
Gli hangar furono la base operativa del Giro Aereo di
Sicilia per idrovolanti, 1919.
Mondello. Con l’avvento della Grande Guerra, la crescita della
borgata marinara, sorta in seguito alla bonifica del cosiddetto
“pantano”, ha una battuta d’arresto. Non si ferma invece la fabbrica
Ducrot. Che, conosciuta in tempo di pace per la qualità pregiata e
lo stile raffinato dei suoi mobili, converte lo stabilimento di
“costruzione di mobili di lusso” in industria bellica. Le sue
officine, su 14.000 metri quadrati, producono eliche, MAS
(motoscafi antisommergibile)
e anche idrovolanti, velivoli in grado di decollare e ammarare
sull'acqua che,
al di là del loro impiego militare, costituiranno, successivamente,
un importante tassello nella rete dei trasporti commerciali di molti
paesi, con tedeschi e britannici in testa.
A Mondello, nel 1917, sono stati realizzati soltanto lo stabilimento
balneare (1913) e poco più di una decina di villini mentre, in
prossimità delle polle d'acqua del Celesi, a poca distanza dallo scivolo attiguo al cantiere dove si
costruiscono i MAS, c’è un capannone industriale della Ducrot. Che
viene adibito ad hangar, per la fase finale di assemblaggio degli
idrovolanti, i cui pezzi sono invece fabbricati nei capannoni di via
Gili, a Palermo, nonché utilizzato come base per il collaudo e la
revisione dei velivoli. L’hangar fu poi trasformato in un elegante
villino stile Déco e ancora oggi sono visibili i resti degli scivoli
di alaggio, utilizzati per il varo di quei versatili aeroplani.
Nel maggio del 1910, Vincenzo Florio aveva organizzato la prima gara
tra “macchine volanti” proprio a Mondello, dove una gran folla
stupefatta fu testimone della straordinaria impresa dell’audace
aviatore
Clemente Ravetto, a bordo del suo Voisin. Sulla scia di
quelle incredibili evoluzioni, a guerra conclusa, il 14 settembre
del 1919, nello stesso golfo di Mondello prese il via il Giro Aereo
di Sicilia per idrovolanti. Che, radunati presso l’hangar
dell’idroscalo Ducrot, si esibirono in “abiti civili”, dandosi
battaglia nei cieli della Sicilia in occasione della prima ed unica
“Targa Florio Aeronautica”.
Qui di seguito ne riportiamo un resoconto dettagliato ed avvincente,
tratto dall’affascinante
libro di Francesco Vadalà “Pionieri e macchine volanti”.
SI CORRE LA TARGA FLORIO AERONAUTICA
14 SETTEMBRE 1919
Organizzata dall’Automobile Club di Sicilia, mentre ne era presidente
Vincenzo Florio, la “Targa Florio Aeronautica” fu la prima gara europea
del dopoguerra per idrovolanti di serie, di varie categorie, ed ebbe
vasta risonanza nell’ambiente aeronautico, sia per la durata (circa sei
ore di volo), sia per la difficoltà del percorso (basti ricordare, ad
esempio, che per guadagnare tempo nel tratto Milazzo-Catania bisognava
evitare il giro per Messina e salire a circa 2.000 m sui Monti
Peloritani, operazione insolita per un idrovolante).
A sottolineare la risonanza della gara basterà citare la grande
affluenza di spettatori, la numerosità dei premi offerti dalle città
sorvolate o sede di posto di controllo e l’alto numero di concorrenti,
48 piloti, dei quali solo 31 furono in grado di prendere il volo il
mattino del 14 settembre.
La gara era stata indetta per la domenica successiva all’11 settembre,
giorno in cui cadeva la ricorrenza religiosa nel nome di S. Rosalia, che
non era caratterizzata dai festeggiamenti sfarzosi del “fistinu” del 15
luglio, ma comprendeva, oltre alla solenne cerimonia religiosa in
Cattedrale, una ristretta serie di manifestazioni sportivo-culturali.
Il giro di Sicilia fu salutato dai piloti come la prima provvidenziale
iniziativa valida a risvegliare il mondo industriale e governativo
aeronautico nazionale, disorientato da un anno di inattività quasi
generale e da cinque anni di sospensione forzata delle manifestazioni
sportive. A testimonianza della stasi nell’ambiente imprenditoriale
aeronautico di quei giorni è significativo quanto scrisse, a proposito
del Giro siciliano, Guido Milanesi: “Le macchine furono trovate
intorpidite, ma gli aviatori no”.
La gara, disciplinata da un regolamento di 23 articoli, era aperta a tre
categorie di idrovolanti e piloti:
Iª categoria. Idro tipo FBA con motore IF da 160 HP; riservata ai piloti
che avevano pestato servizio di guerra per la difesa del traffico
marittimo presso le Squadriglie di Sicilia.
2ª categoria. Idro da ricognizione di qualunque tipo a due o più posti;
riservata ai piloti che comunque avevano prestato servizio di guerra,
anche se stranieri.
3ª categoria. Idro da caccia monoposto; riservata ai piloti militari (App.
I e 2).
I velivoli delle prime due categorie dovevano recare a bordo anche il
motorista.
I piloti dovevano essere comunque dei militari (in attività di servizio
o in congedo) e i velivoli erano messi a disposizione o dalle ditte
costruttrici o dall’Ispettorato per l’Aeronautica del Ministero della
Marina.
La tassa d’iscrizione era di I20 lire, I00 delle quali sarebbero state
rimborsate ai partecipanti che avessero coperto almeno il primo tratto
di gara, il Palermo-Milazzo.
I velivoli partecipanti confluirono a Mondello, presso l’hangar
dell’idroscalo Ducrot, dove fu costituita la base operativa. Dei 3I
idrovolanti che riuscirono a decollare il mattino di domenica I4, ben
cinque FBA erano residuati della produzione bellica della ditta Ducrot
(scelti da un lotto di sedici, che non era stato ritirato in seguito
alla fine della guerra e conseguente risoluzione dei contratti militari)
e revisionati per l’occasione, mentre altri 26 arrivarono in volo dai
reparti militari di Orbetello, Napoli, Milazzo, Trapani e Diserta. Erano
I I Macchi (tipo M.5, M.8 ed M.9) da Napoli e Orbetello, I3 FBA da
Milazzo e Trapani nonché 2 G.L. da Diserta, questi ultimi con equipaggi
francesi che erano stati presso l’idroscalo di Marsala dall’aprile I9I8
al febbraio I9I9, per collaborare alla protezione del traffico marittimo
del Canale di Sicilia dall’insidia dei sottomarini austriaci e delle
mine.
Erano stati iscritti pure due S.I3 approntati dalla S.I.A.I. (Soc.
Idrovolanti Alta Italia) di Sesto Calende, ma nessuno di loro riuscì a
decollare.
La punzonatura fu effettuata 48 ore prima della partenza, il mattino del
I2 settembre, ed il relativo numero fu dipinto a grandi cifre sulle
fiancate delle fusoliere.
Il percorso di gara era il periplo dell’isola, con partenza e arrivo a
Palermo. I posti di controllo erano a Milazzo, Catania, Siracusa, Capo
Passero (rada di Porto Palo), Marsala e Trapani, dove i concorrenti
dovevano abbassarsi sullo specchio d’acqua del porto per lanciarvi un
messaggio del sindaco palermitano ai sindaci di ciascuna città,
consentendo così l’individuazione del velivolo da parte dei commissari
di gara.
A Siracusa c’era la possibilità di rifornimento per mezzo di una barca,
recante ben evidente lo stesso numero di punzonatura del velivolo in
gara, equipaggiato con fusti di benzina, pompa a mano di travaso, due
operatori e due rematori.
Dei 3I concorrenti partiti fra le 7,36 e le I2,02, undici dovettero
abbandonare per avarie lungo il percorso. I 20 velivoli giunti al
traguardo entro il tempo massimo consentito (3 ore dopo il primo
arrivato di ciascuna categoria) furono sei Macchi, un G.L. e tredici FBA
(di cui tre Ducrot).
Alle I3,22 taglia il traguardo il tenente Berardi, il quale si aggiudica
il primo premio della 2ª categoria, consistente in L. 7.250, e la “Targa
Florio” come migliore tempo assoluto, avendo coperto il percorso in 5h ,
I6’ e 2/5’’, poi nel giro di sette ore arrivarono gli altri diciannove.
Vengono proclamati vincitori, per la Iª categoria, il serg. Bubani con
5h, 40’, 3I’’, che si aggiudica il premio di L. I2.075, e, per la 3ª il
sottocapo Cattaneo, con 5h, I8’, 56’’, che si aggiudica il premio di L.
6.250.
Il giudice d’arrivo era il noto aviatore Romolo Massinero, che era già
stato a Palermo nelle manifestazioni del I9I2 alla favorita, coadiuvato
dal comandante Dentice della R. Marina e dal principe Petrulla.
Il ten. Cravenna, che per guadagnare tempo non si era abbassato
sufficientemente su Marsala e Trapani per consentire il rilevamento del
suo numero di punzonatura, fu squalificato. Probabilmente era
consapevole d’avere registrato, a metà gara, uno dei migliori tempi (era
arrivato a Porto Palo in 2h e 56’, il medesimo tempo che farà registrare
Bubani) e cercava di mantenersi in quota per guadagnare velocità.
Si ebbero a lamentare solo tre incidenti: quello del marinaio Cerrai con
Idro M.5, del serg. Dova con FBA e del ten. Capriotti con M.5,
quest’ultimo abbattutosi in mare a S. Erasmo, subito dopo aver sorvolato
il traguardo d’arrivo. I preparativi per la partenza e l’assistenza nel
primo rifornimento erano stati curati dalla 270ª Squadriglia di base al
molo S. Lucia.
Arrivi e partenze da Palermo furono situati sullo specchio d’acqua
prospiciente lo “Stand Tiro al piccione” alla Colonnella” di S. Erasmo.
L’ultimo velivolo ad ammarare fu l’M.5 del serg. Livatino che, essendo
partito da Palermo alle I2,0I, vi faceva ritorno alle 19,47.
Si concludeva così, nell’arco di I2 ore, l’unica Targa Florio per
l’Aviazione.