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Olimpiadi Invernali - Torino 2006
GRAN FINALE PER LE OLIMPIADI DI TORINO CON
L'ITALIA DALLE CENTO MEDAGLIE
Lo stile italiano anche questa volta ha colpito nel centro,
impressionando addetti ai lavori e non e trasformando Torino ed
il Piemonte in una splendida isola di serenità, entusiasmo e
soprattutto grande sport. |
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di Kristian Guttadauro
Il successo della Svezia sulla Finlandia nella finale del torneo di
hockey su ghiaccio ha chiuso oggi i XX Giochi Olimpici di Torino 2006.
Un’edizione italiana della massima competizione mondiale delle
discipline invernali tanto attesa in Italia ed in qualche modo anche
temuta, visti i recenti sviluppi della situazione internazionale. Ma
alla fine è andato tutto bene. Insomma, si potrebbe anche dire che
questa Olimpiade made in Italy alla fine è stata un successo. Tante le
preoccupazioni della vigilia, legate ai soliti problemi delle strutture,
degli impianti da portare a termine, i finanziamenti. Tutte storie già
viste e sentite, in particolar modo per quello che è successo ad Atene
due anni fa. Alla fine tutto è stato consegnato in tempo se pur con
qualche brivido, tanto che il CIO sta studiando nuovi sistemi per
evitare questo panico generale ad ogni vigilia olimpica. L’importante è
comunque che l’edizione numero 20 delle Olimpiadi Invernali si sia
svolta in modo regolare e soprattutto efficiente e da questo punto di
vista tanto di cappello agli organizzatori. Lo stile italiano anche
questa volta ha colpito nel centro, impressionando addetti ai lavori e
non e trasformando Torino ed il Piemonte in una splendida isola di
serenità, entusiasmo e soprattutto grande sport. Il miniscandalo del
doping che sembrava avere colpito la squadra austriaca di fondo è
fortunatamente rientrato, evitando di macchiare in modo indelebile
un’edizione dei Giochi che invece potrà essere ricordata innanzi tutto
per la storica centesima medaglia conquistata dall’Italia. Il bottino
conta alla fine ben undici medaglie, cinque ori e sei bronzi, e tra
queste ultime solo apparentemente meno pregiate, quella conquistata
dalla staffetta femminile nei 3000 dello short track è la centesima
della storia azzurra sugli sci, sul bob, sullo slittino, sui pattini
formato cinque cerchi.
Per l’Italia è stata l’Olimpiade del ghiaccio più che della neve.
All’appuntamento con le medaglie sono mancati alcuni protagonisti
annunciati come Giorgio Rocca nelle sci alpino, ma è stata la ribalta
del pattinaggio velocità sull’ovale del Lingotto. Prima d’ora l’Italia
non aveva mai scritto significanti pagine nella storia di questa
disciplina, spesso territorio esclusivo di nazioni quali l’Olanda, la
Norvegia, il Canada, la Germania. Mai prima di Torino 2006, ribalta
eccezionale di Enrico Fabris, Ippolito Sanfratello e Matteo Anesi,
vincitori di ben un oro ed un bronzo individuali ed un oro a squadra.
Storie importanti come quelle che ci ha regalato il fondo con Pietro
Piller Cotler, Di Centa e le due staffette maschile e femminile, ed
ancora il budello di Cesana Pariol con l’oro di Armin Zoeggeler nello
slittino individuale, il bronzo della coppia Plankensteiner ed
Haselrieder nello slittino a due ed ancora quello conquistato da Gerda
Weissensteiner e Jennifer Isacco nel bob a due femminile. Medaglie che
valgono doppio vista l’assenza di impianti validi in Italia per questi
sport e l’obbligo per i nostri atleti a doversi costantemente
sacrificarsi gareggiando sempre oltreconfine. L’eredità di Torino 2006,
oltre a queste importanti medaglie, è se non altro anche questo bel
budello di Cesana che potrà dare tanto ai nostri azzurri ed a tutti
coloro che vorranno avvicinarsi a questi sport. Non sono arrivate le
medaglie annunciate ma tanti, tantissimi applausi al Palavela, teatro
delle esibizioni di pattinaggio di figura. Resterà nei ricordi di ognuno
di noi lo sguardo di ghiaccio scambiato tra Barbara Fusar Poli e
Maurizio Margaglio, coppia azzurra favorita per l’oro, appena qualche
secondo dopo l’errore che nella seconda giornata di gare ha pregiudicato
una medaglia davvero alla portata dopo due splendide esibizioni.
Commovente però anche il tenero abbraccio tra i due, il giorno dopo, al
termine della terza ed ultima prova, condotta fino alla fine in modo
impeccabile e che ha sciolto la tensione e l’amarezza per un titolo
olimpico sfumato malgrado la consapevolezza della propria superiorità.
Anche queste sono le pagine di un Olimpiade che resteranno nella
memoria. Così come quelle di due giovanissime, Carolina Kostner,
portabandiera e futuro del pattinaggio individuale che per un piccolo
errore al debutto manca il podio malgrado un proseguo eccelso, e quella
di Arianna Fontana, componente della staffetta vincitrice del bronzo
nello short track che a 15 anni 10 mesi e 8 giorni è la più giovane
medagliata italiana ai Giochi Invernali. Fosse nata due mesi più tardi
non avrebbe neanche potuto prendere parte a questa edizione! Le scene
dei festeggiamenti e delle premiazioni in piazza Castello, ribattezzata
Medals Place, il tripudio della gente, forse mai tanto vicina ai
protagonisti di un’Olimpiade, un pubblico che ha riempito piste e
palazzetti imparando a conoscere e a divertirsi anche con uno sport poco
conosciuto ai più come il curling. Passione e calore italiani e bellezza
di strutture, luoghi, arte, per creare un mix unico in questo Piemonte
olimpico ingentilito dai colori delle camelie del Piemonte, il fiore per
eccellenza di questa edizione dei Giochi, il simbolo di immortalità ma
soprattutto della costanza nell’affrontare ogni sacrificio in nome
dell’amore, della passione per lo sport che gli atleti avvicendatisi in
queste due settimane hanno sempre messo davanti a tutto nel pieno
rispetto di un evento come le Olimpiadi. Brava Torino. Ora la parola
passa a Vancouver, tra quattro anni la prossima tappa del fuoco di
Olimpia degli sport invernali. |