Prima
Pagina
è un
servizio di
Albaria
nato nel 1998, per evidenziare
alcuni avvenimenti che corredati da immagini fotografiche potranno
essere in seguito pubblicati anche sulla rivista
Albaria Magazine
Meteo
WINDGURU
EUROMETEO
Agenzie
di stampa
Adnkronos
Agenzia
Italia
Ansa
Asca
France
Press
Italpress
Reuters
Associated
Press
Prima
Pagina
è
un servizio di Albaria per evidenziare
alcuni avvenimenti che corredati da immagini fotografiche potranno
essere in seguito pubblicati anche sulla rivista Albaria
Magazine
Albaria
Magazine
Pubblicazione iscritta il 26/03/1983 al n.10 del Registro della Stampa
presso il Tribunale di Palermo
Tutti i
diritti sono riservati
E-mail: albaria@tin.it
|
|
Giustizia e Sport
STOP AI MAGISTRATI NELLA
GIUSTIZIA SPORTIVA
Il parere del magistrato Lorenzo Matassa. “Mancanza di trasparenza che
caratterizza l’accesso alle cariche sportive. Se la questione è esplosa
è perché si era superato il limite di guardia…
Arriva lo stop del CSM ai magistrati nella giustizia sportiva. È stata
accolta all’unanimità la proposta della quarta commissione, che prevede
anche la revoca degli incarichi in corso. Un provvedimento effetto dello
scandalo-calcio, ma che investe tutto il mondo dello sport.
di Fabrizio Dalle Nogare
I magistrati non potranno più occuparsi di giustizia sportiva. È
arrivata nei giorni scorsi la decisione del Consiglio Superiore della
Magistratura, che, riunito in seduta plenaria, ha deliberato
all’unanimità a favore della proposta avanzata lo scorso 30 maggio dalla
quarta commissione dello stesso CSM. La decisione prevede, oltre al
divieto assoluto per i magistrati di ricoprire incarichi all’interno
della giustizia sportiva, anche la revoca di quelli in corso.
Entro il 22 giugno i magistrati che ricoprono contemporaneamente le
mansioni interessate dal provvedimento dovranno adeguarsi. Attualmente
sono 55 gli incarichi sportivi affidati ai magistrati, di cui 26 presso
la F.I.G.C.
La nuova interpretazione del dettato normativo non interessa, però, solo
il mondo del calcio. Se è vero che il polverone alzatosi all’interno
dell’ambiente calcistico ha posto il problema, tuttavia la drastica
decisione del CSM è motivata – come spiega il documento approvato –
“dall’esigenza di evitare pericoli di appannamento dell’immagine dei
valori di indipendenza e imparzialità, con riferimento a singoli
magistrati beneficiari di incarichi sportivi e, più in generale, con
riferimento all’ordine giudiziario nel suo complesso”.
Una decisione controversa che investe il mondo della magistratura a
pochi giorni dall’entrata in vigore del nuovo ordinamento giudiziario.
Ne
abbiamo parlato con il giudice Lorenzo Matassa, autorevole esponente
dell’ambiente giudiziario e oggi componente di una commissione
parlamentare inquirente.
|
Nella foto
accanto, a sinistra Lorenzo Matassa in occasione della
presentazione di uno dei suoi libri. Prima avvocato, poi giudice
e quindi sostituto procuratore della Repubblica presso il
Tribunale di Palermo, Matassa ha alle spalle incarichi anche di
livello internazionale con esperienza anche nelle indagini sulla
mafia (sua, ad esempio, è l’inchiesta che portò
all’individuazione e alla condanna di tutti i responsabili
dell’omicidio di don Pino Puglisi).
Alla professione di magistrato affianca anche la carriera di
scrittore. Ha già pubblicato, per Novecento, il romanzo
“Stereogramma” e, per la Nuova IPSA, i romanzi “Il Segmento
Aureo” e “Clemendor. un mistery a Palermo”. |
Giudice Matassa, perché si è arrivati a questo provvedimento?
“Ciò che è accaduto è l’effetto di un sistema che ha rinunciato alla
trasparenza. Fatevi, ad esempio, una semplicissima domanda: “Come si
diventava giudice o organo inquirente delle federazioni sportive?”. Non
penso esista un pubblico concorso d’accesso.
Gli incarichi vengono mutuati sulla base delle conoscenze interpersonali
e a volte per cooptazione, in un sistema che genera confusione di
soggetti e di ruoli. E’ un sistema in cui i supporti di natura amicale
possono facilmente essere sottintesi o travisati. Inoltre, una volta
nominati, questi giudici non sono soggetti a turnazione, come dovrebbe
essere in ogni altro settore della magistratura ordinaria.
Si pensi per un attimo al caso del procuratore aggiunto Maurizio Laudi:
pubblico ministero presso la procura di Torino e, nello stesso tempo,
giudice sportivo della Federcalcio. Un controllore controllato e
controllante. Scusate l’ironia delle parole…”
Chi si occuperà adesso della giustizia sportiva?
“Questo è un altro punto su cui bisognerà fare chiarezza. Nel
provvedimento attuale si prevede la revoca degli incarichi a tutti
coloro che svolgono funzione giurisdicente. Si occuperanno di giustizia
sportiva magistrati ormai in pensione, avvocati, giuristi e professori
che non hanno incarichi nella magistratura ordinaria. È possibile che
prima o poi venga creato un elenco riservato di giudici sportivi.”
Si può considerare un provvedimento giusto quello adottato dal CSM?
“La giustizia è concetto di alta astrazione. Non so dire se è un
provvedimento giusto o ingiusto. Posso dire che era diventato
provvedimento opportuno. È una conseguenza della mancanza di trasparenza
nell’accesso alle cariche della giustizia sportiva e del comportamento
di alcuni giudici, che favoriva i sospetti.
C’è una sintesi sublime di questa situazione che si ritrova nelle
targhette che i salumieri di una volta affiggevano all’interno del
locale. Vi era scritto: “per colpa di qualcuno non si fa credito a
nessuno”. Forse un accostamento profano ma che rende l’idea della
situazione attuale. Prevenire è meglio che curare e, in questo caso, la
questione è esplosa perché aveva superato ogni limite di guardia.
Anche per effetto del nuovo ordinamento giudiziario (che entrerà in
vigore lunedì 19 giugno) i magistrati sono limitati in molte prerogative
di rilievo pubblico. Forse questo è un bene per la trasparenza del
valore della giustizia ma non si può neppure creare un cittadino “di
serie b” che soltanto per il fatto di avere accettato la toga debba
rinunciare ad ogni altra prerogativa costituzionale.”
C’è, insomma, un sospetto per tutto quello che non è espressamente
nel ruolo…
“In un certo senso sì. E’ come se ogni attività, non espressamente
giudiziaria, infliggesse una specie di colpo basso al prestigio
dell’ordine della giustizia. A mio avviso è utopistico pretendere che i
giudici siano lontani dall’intera società. Questo tipo di magistrato
esiste solo nelle favole.
In Francia i giudici hanno, addirittura, la possibilità di lasciare i
loro incarichi per quattro anni. Molti di loro svolgono attività di tipo
privatistico, salvo poi tornare ad esercitare la professione. Negli
Stati Uniti gli avvocati possono sostenere sia l’accusa che la difesa e
dopo qualche tempo possono pure diventare giudici dello Stato o
Federali. La questione fondamentale è creare regole certe che
garantiscano trasparenza.
Giudice Matassa, ha mai pensato di fare il giudice sportivo?
“Non ci ho mai pensato seriamente. Non ho mai avuto il tempo da dedicare
ad un’attività come questa, anche se quello del diritto dello sport è un
settore appassionante.
E, poi, devo essere franco sino in fondo: lo sport è meglio praticarlo
che sentenziarlo...”
|