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Pubblicazione iscritta il 26/03/1983 al n.10 del Registro della Stampa
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UN MAESTRO D'ASCIA A BORDO DEL "NAUTICO"
L’Istituto Tecnico Nautico
Statale “Gioeni-Trabia” di Palermo ha deciso di avvalersi della
“consulenza” di un navigato ex maestro d’ascia, il modellista Giovanni
Provenzano, che con pazienza certosina e grande passione sta
riassemblando un modello d’epoca di
una fregata del ‘700.
di Alessandro Costanzo
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Giovanni
Provenzano in una fase del restauro |
L’Istituto Tecnico Nautico Statale “Gioeni-Trabia |
L’Istituto Tecnico Nautico Statale
“Gioeni-Trabia” di Palermo conta oltre 900 iscritti, 40 classi ed un
corpo docente di circa cento insegnanti, impegnati nell’avviare i
giovani a professioni e carriere del mondo marittimo. Di recente il
“Nautico” ha deciso di avvalersi anche della “consulenza” di un navigato
ex maestro d’ascia, il modellista Giovanni Provenzano. Che ha cominciato
da subito ad occuparsi del restauro di un modello d’epoca di proprietà
dell’Istituto. Si tratta di un due ponti a tre alberi, come si dice in
gergo, una fregata del ‘700 in buono stato di conservazione. Alberi,
vele, sartie, bozzelli, polena e timone e altri pezzi originali in
discrete condizioni. Secondo il parere di Provenzano dovrebbe trattarsi
della riproduzione in scala 1/24 di una nave inglese. Sul retro del
castello di poppa si intravedono alcune lettere. Potrebbero appartenere
al nome della nave o a quello del suo costruttore. “Fuori tutto” il
modello misura tre metri e mezzo ed perfino ad un profano appaiono
evidenti i segni dei rimaneggiamenti subiti, a riprese, nel corso di
quasi due secoli. Il tempo da solo non avrebbe arrecato alcun danno
all’imbarcazione, al contrario di quelli causati dall’intervento di
maldestri restauratori. L’ex maestro d’ascia non si è lasciato
scoraggiare dalla chiglia di un verde brillante o da altre stonature
provocate da incaute mani di vernice o ancora dallo smembramento dei
singoli pezzi. Con pazienza certosina e grande passione sta
riassemblando questo affascinante puzzle marinaresco e quando avrà
finito lo aspettano altri tre modellini, riemersi nel futuro dalle
“stive” del “Nautico”. Ma la collaborazione di Provenzano va oltre il
restauro – afferma l’ing. Giorgio Cambiano docente di “Costruzioni
Navali” – “ e si colloca anche in una dimensione di supporto didattico,
nella fase di realizzazione, da parte degli allievi, dei modelli
indispensabili per le prove dinamiche di simulazione in vasca navale”.
“A metà del XIX secolo con i primi scafi in ferro e acciaio e
l’invenzione della macchina a vapore” – aggiunge Cambiano – “ci si
ritrovò a fare i conti con una propulsione diversa e una serie di
incognite imprevedibili. Non era più il tempo di improvvisare, anche
un’inezia poteva fare la differenza. William Froude, un ingegnere
inglese, decise di sperimentare progetti costruendo niente di più grande
di un giocattolo, per studiare scientificamente ogni singolo problema
inerente la progettazione e realizzazione di uno scafo. Navi e mari in
miniatura costituirono da allora la regola in un cantiere navale
all’avanguardia”.
E lo sa bene Provenzano, appassionato di modellismo navale statico. Dai
"gusci di noce" ai complicati galeoni duplicati meticolosamente, a
modelli ricavati dallo studio attento di uno “scatto” fotografico, più
un pizzico di fantasia, si dedica a questo hobby dall’età di nove anni.
Da quando suo padre gli insegnò a costruirle le barche, quelle vere. Da
quasi un mese però passa sempre meno tempo nell’officina di casa e
l’attrezzata falegnameria del “Nautico” è diventata il suo laboratorio
preferito. Nella borgata di Vergine Maria poi ha allestito, insieme al
prof. Alberto Prestigiacomo, il “Museo Vecchia Tonnara Vergine Maria”.
Che espone modelli di naviglio storico siciliano e non, strumentazione
ed attrezzature d’epoca e in seno al quale si è costituita
l’associazione “Modellisti Palermitani”.
“Esprimere l’essenza stessa di una nave, sintesi perfetta tra resistenza
ed elasticità, potenza e stabilità,” - dice Provenzano – “non è cosa da
poco né accessibile a tutti”. Un distillato di genio e regolatezza che
trasmette armonia, vitalità, simbiosi con il mare.
“L’entità del lavoro è inversamente proporzionale al prezzo pagato,” –
aggiunge - “e la “Victory”, per cui ho impiegato circa duemila ore, la
volevano regalata”. Così a volte è il modellista stesso a rifiutare
l’offerta. Conscio, senza retorica, che in quel pezzo di legno
apparentemente immobile, scorre un pezzo della propria vita.
http://nauticopalermo.interfree.it/
modellistipalermitani@yahoo.it
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