19 maggio

 

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è un servizio di Albaria nato nel 1998, per evidenziare alcuni avvenimenti che corredati da immagini fotografiche potranno essere in seguito pubblicati anche sulla rivista Albaria Magazine
 

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Il personaggio

LUCA MARRA, UNA VITA TRA I CAMPI DA GOLF

“VOGLIO SCOPRIRE IN SICILIA IL CAMPIONE DI DOMANI”
Per la prima volta sulla spiaggia di Mondello, tra le novità della XXI edizione del World Festival on the Beach, a dare spettacolo ci sarà anche il golf. A parlarci dello sport d’oltre Manica, Luca Marra, giocatore del circuito Open e maestro titolare del Villa Airoldi Golf Club di Palermo.



di Fabrizio Dalle Nogare  

 

Occhi chiari, capelli biondi. Luca Marra, giocatore del circuito Open e maestro titolare del Villa Airoldi Golf Club, l’unico posto, a Palermo, dove è possibile giocare a golf, non ha i tratti somatici tipici dei siciliani. Nato a Copenaghen, in Danimarca, 33 anni fa, ha sempre vissuto a Torino e sarà lui uno dei quattro giocatori professionisti che si sfideranno nella gara di Skin Game, prima prova della combinata golf/vela, e si esibiranno domani, sulla spiaggia di Mondello, nel Driving Contest al XXI World Festival on the Beach.

“Sono nato su un’isola, quella in cui si trova Copenaghen – racconta Luca Marra - e quando sono venuto in Sicilia mi sono sentito a casa. Sono state le grandi potenzialità climatiche e naturali di una terra come la Sicilia che mi hanno indotto a trasferirmi qui da Torino. Nell’isola in cui sono nato ci sono 25.000 golfisti. Il golf è la mia passione e il mio sogno è infondere l’amore per il golf a molti più siciliani dei 400 che attualmente lo praticano”.

 

Cosa rispondi a chi sostiene che il golf non è uno sport?

“Il golf è una religione. Il golf è correttezza, rispetto per la natura, voglia di mettersi continuamente in gioco. È una continua sfida con se stessi, in cui l’individuo è al centro e soltanto l’amore per questa disciplina permette di giocare bene. Volendo usare un paradosso, infatti, il golf si può soltanto giocare, mai vincere”.

Il golf è comunemente considerato uno sport d’elite, praticato in circoli nei quali è difficile e, soprattutto, costoso entrare. È un’immagine stereotipata di questo sport oppure è effettivamente così?

“In Italia la situazione non è molto diversa da come viene comunemente percepita. Purtroppo il golf non è uno sport particolarmente diffuso, soprattutto a causa della mancanza di strutture pubbliche nelle quali poter giocare. L’attrezzatura di base non è affatto costosa, ma non sono molte le persone che possono permettersi l’iscrizione a un circolo. Negli Stati Uniti esistono dei campi da golf pubblici, che si possono affittare, e consentono di imparare a giocare a golf a una parte di popolazione molto più ampia”.

 

In Italia e in Sicilia ci sarebbe la possibilità di realizzare strutture del genere?

“A Torino si sta studiando un progetto di un campo da golf pubblico. La Sicilia, anche grazie al meraviglioso clima, sarebbe un posto ideale per il golf. Gli spazi ci sono, anche in una grande città come Palermo, ma manca la volontà necessaria per realizzare un’opera di questo tipo. Proprio come sta facendo il Villa Airoldi Golf Club, riqualificare una parte di territorio che versa in stato di abbandono è motivo di soddisfazione per l’intera comunità”.

 

Qual è la situazione del golf in Sicilia?

“Attualmente in Sicilia ci sono 3 strutture private per il golf: il campo a 18 buche del Picciolo alle pendici dell’Etna, il Golf Club Madonie e il Villa Airoldi Golf Club di Palermo. I praticanti sono poco più di 400, indubbiamente pochi rispetto alle 25mila persone che giocano a golf in Lombardia o ai 13mila praticanti che si contano in Piemonte.

La mia speranza è quella di portare molti più siciliani nei campi da golf. Voglio scoprire un nuovo Costantino Rocca in Sicilia…”.

 

Il golf, alla pari di altri sport in Italia, è poco considerato dai media. C’è un modo per aumentare la visibilità del golf?

“I media troppo spesso ignorano le grandi manifestazioni di golf. Anche quando il più noto giocatore italiano, Costantino Rocca, ha ottenuto risultati di alto livello, non gli è stato dedicato lo spazio dovuto. Oggi ci sono delle grandi promesse nel panorama italiano, si chiamano Edoardo e Francesco Molinari, 27 e 23 anni, che stanno ottenendo dei risultati straordinari in campo nazionale e internazionale. Sono loro il futuro del golf italiano”.

 

Driving Contest, Skin Game e combinata golf/vela. Il golf rappresenta la grande novità sportiva del World Festival on the Beach 2006. Quali sono le aspettative legate a questa partecipazione?

“Al World Festival on the Beach il golf mostrerà il suo lato più spettacolare, con la competizione di Driving Contest dalla spiaggia di Mondello, in una gara che premierà chi tra i circa 20 appassionati che parteciperanno riuscirà a tirare più lontano la pallina galleggiante nell’immenso green che sarà il mare. Lo Skin Game invece, che sarà disputato da quattro golfisti professionisti, sarà l’occasione per vedere da vicino dei giocatori in azione, cercando di captare segreti e chiedere consigli. Saranno tutti avvenimenti che faranno divertire la gente e spero saranno in tanti ad applaudire i golfisti sulla spiaggia di Mondello”.