2 aprile 2005


 

 

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SPORT IN LUTTO
MORTE DEL PAPA / DICHIARAZIONE DEL PRESIDENTE DEL CONI GIOVANNI PETRUCCI

Roma, 2 aprile 2005 (ore 22.00) - “E’ morto il Papa di tutti. Per noi se n’é andato il Papa degli sportivi. Lascio ad altri valutazioni storiche sulla rivoluzione politica e sociale di cui ha saputo essere cardine. Cambiando il mondo, abbattendo muri e pregiudizi, facendo riconoscere alla religione un ruolo che oramai da secoli le veniva negato.
Nessuno, penso di poter tranquillamente dire, ha saputo ricoprire questo ruolo come lo ha fatto lui. Ci lascia meravigliosi ricordi ed  un vuoto davvero incolmabile. Karol Wojtila è stato un inno all’autenticità. Aveva vissuto la gioventù, stagione laica della sua vita, praticando lo sport con grande passione e non ha mai dimenticato, o finto di dimenticarne, le emozioni che ne ha tratto. Parlava ai giovani e agli sportivi come uno di loro, forte degli stessi entusiasmi. Lo faceva con passione e competenza, andava dritto al cuore, stracciava ogni distanza. Per ben tre volte ci ha fatto il regalo di stare con noi del CONI allo Stadio Olimpico di Roma, nella casa dello sport italiano. Nell’aprile del 1984, più di vent’anni fa, in occasione del Giubileo Internazionale degli Sportivi, ricordo che assegnò un compito importante allo sport, disse che da solo non avrebbe potuto dare soluzione a problemi come quelli dell’incomprensione e dell’ingiustizia, della disoccupazione e dell’emarginazione, della fame e della guerra, ma che comunque anche in tutte queste questioni apparentemente estranee lo sport avrebbe potuto e dovuto dare un grande contributo. Nel maggio del 1990 fu di nuovo tra noi, sotto il nuovo tetto dell’Olimpico, pronto ad ospitare di lì a poco i Campionati Mondiali di Calcio. E nel 2000, ahimé non più giovanissimo, ma ancora vibrante di una grande carica vitale e di energia spirituale, restò con noi per molte ore in occasione dell’Anno Santo per gli sportivi. Ce lo siamo goduto quel giorno...
Non sembri irriverente la mia considerazione: Giovanni Paolo II ha saputo essere il Papa che la gente voleva in ogni momento della sua vita ed ha saputo essere anche un Papa da stadio. Con la pressione dei giovani addosso, tra migliaia di persone, dovendo parlare ed agire in diretta, senza il filtro delle liturgie, ha creato dei momenti di splendida comunione con chi gli stava attorno. E ricordo le sue scalate e le sue sciate in vacanza, le sue maratone a portare la parola di Cristo in ogni angolo del mondo. E’ stato il vero Cristo in Terra: ce lo ha dimostrato con la sofferenza visibile di questi ultimi anni. Senza mai cedere alla fatica. Un vero campione...
”.

Gianni Petrucci
Presidente del CONI