19 Settembre 2003 |
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Di Alessandro Costanzo Matta
19
settembre - Fortemente voluto dal Presidente dell’Arsenale di Palermo
Pietro Maniscalco, si è aperto ieri (19 settembre), presso
l’Auditorium Stella Maris – Porto di Palermo, il “9° Forum sul
Patrimonio Marittimo Mediterraneo”, patrocinato dall’UNESCO e
dall’Associazione dei Musei Marittimi del Mediterraneo (AMMM) con sede
a Barcellona. Interessante, coinvolgente fin dalle prime battute il forum ha visto succedersi al tavolo dei relatori l’assessore Ceraulo in rappresentanza del Comune di Palermo, l’Ammiraglio Vincenzo Pace, Elvira Mata, presidente del Museo Marittimo di Barcellona, Flavio Bonin e Jerna Batic, rispettivamente direttore del Museo Pirano e sottosegretario alla Cultura della Repubblica Slovena, Anica Kisic dell’Arsenale della città di Ragusa (Croazia), Pietrangelo Pettenò dell’Arsenale di Venezia, Salvatore Giannino, direttore scientifico del progetto dell’UNESCO ”La navigazione del Sapere”, e Aurelio Pes direttore dell’Ufficio Speciale valorizzazione dei Beni Culturali della Regione Siciliana. Presenti fra il pubblico anche insigni rappresentanti dei musei marittimi di Algeria, Olanda, Catalogna, Malta e Australia. Per
la prima volta in Italia un simposio interamente dedicato al
Mediterraneo, prima mèta del turismo mondiale e da secoli considerato
“culla della civiltà”, simbolo di avventura, ardimento e volontà
di migliorare. Punto
nodale della prima sessione del congresso il patrimonio marittimo nella
sua accezione più ampia, comprendente il paesaggio e le attività
antropiche che gravitano intorno alle realtà costiere condizionandole
inevitabilmente. L’attenzione del pubblico è stata catalizzata anche da diapositive inerenti la protezione delle saline attuata in Slovenia, l’esperienza positiva di Villefranche sur Mer ex borgo marinaro sabaudo e i lavori di ristrutturazione nel borgo di Ragusa in Croazia. Affascinante poi l’incisivo excursus di Aurelio Pes sull’importanza del colore nella difesa dell’ambiente. Un’opportunità di confronto e di riflessione dunque per i palermitani, per un impegno concreto nella cura del nostro mare, un “malato” così illustre che non può essere abbandonato e che categoricamente deve essere guarito.
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