21 dicembre 2002 |
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"NAUMACHIA"
Di Alessandro Costanzo MattaEmozionante la mostra su “La Battaglia Navale di Palermo, di Stromboli e di Augusta” allestita dal Museo del Mare di Palermo ed inaugurata ieri pomeriggio all’Arsenale della Real Marina Borbonica. Ingresso libero nella zona nord del porto nel grande palazzo dalle quattro arcate, il cui cantiere, terminato nella prima metà del Seicento, sfornò navi mercantili e da guerra, per circa due secoli. Una ricostruzione scientifica della più importante naumachia del XVII secolo. Che, per sette interminabili ore vide fronteggiarsi le flotte ispanico-olandese e quella francese. “... Il 2 giugno del 1676 - scrive il Palmeri - l'armata francese si avvicinò a Palermo con tre squadre. La prima di nove vascelli, sette galee e cinque brulotti (navi kamikaze incendiarie) attaccò la battaglia. Il Vivonne con le altre due seguiva dietro distanziato. Alle dieci del mattino iniziò l'attacco”. Il vento di grecale, favorevole ai Francesi, peraltro superiori per numero e per potenza di fuoco e il fumo denso, levatosi da una prima unità in fiamme, che impediva la vista agli Spagnoli balordamente schierati ad arco e sottovento, su ordine del comandante olandese. Questi gli elementi del destino e gli imperdonabili errori che determinarono la vittoria dell’armata del Re Sole. La Reale di Spagna, orgoglio della flotta,centrata con una cannonata, carica di munizioni, saltò in aria e ancora oggi giace nei bassi fondali antistanti il porto. Una mostra sui generis, che sarà possibile visitare fino al 10 gennaio, per immergersi in un concentrato incredibile di notizie, fatti, curiosità su un evento di rilevante portata storica, lapalissiana testimonianza delle lotte fratricide fomentate dai tanti invasori ai danni della nostra meravigliosa “isola appassionata”. E se la Storia è “conoscenza critica del passato”, l’Arsenale ce ne restituisce un pezzo considerevole. In un’atmosfera singolare, un tuffo di 326 anni nel passato, per riscoprire una battaglia dimenticata, sprofondata negli abissi dell’ignoranza. Una dovizia di particolari minuziosi magistralmente illustrati dal Presidente del Museo, Pietro Maniscalco: acuto “detective” del mare, acrobata irrefrenabile delle descrizioni, condite con aneddoti, battute e “flash” etimologici, poliedrico conservatore progressista sempre pronto all’arrembaggio in difesa delle tradizioni. Per Maniscalco occorre infatti “investire in recupero e fruizione del patrimonio storico e ambientale, arricchire la nostra città e la Sicilia tutta con «feste culturali», vere industrie del futuro, sensibilizzando e coinvolgendo i cittadini e soprattutto le nuove generazioni, che del domani saranno protagoniste”. Mirabile il lavoro dei modellisti, Provenzano in testa, incredibili i pezzi autentici prestati da appassionati e collezionisti come Daniele Chiarelli. Alla presenza di esponenti della Regione, della Soprintendenza per i Beni Culturali, dell’Autorità Portuale e del Centro di Ricerca Archeologia Subacquea, è stato comunicato, al pubblico entusiasta, l’effettivo inserimento del restauro dell’Arsenale nei fondi di Agenda 2000. L’Assessore dei Beni Culturali, Fabio Granata, ha mantenuto le promesse fatte a luglio. A restauro ultimato, l’Arsenale di Palermo si collocherà a ragione tra i più importanti laboratori culturali del Mediterraneo e rivestirà un'eminente funzione quale polo di attrattiva turistica nazionale ed internazionale.
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