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DA LA REPUBBLICA di Palermo del 31 giugno 2001

La società ItaloBelga rilancia
"Pronti a cambiare la spiaggia"

Giovanni Castellucci propone un concorso di idee per ridisegnare il volto di Mondello

ALESSANDRA ZINITI

La "Benemerita", così la chiama lui, è pronta a cambiare il volto di Mondello. Anzi a rifondare Mondello, come avvenne quasi un secolo fa quando sui terreni paludosi della Real Tenuta La Favorita che si estendevano fino al mare, la società ItaloBelga costruì un vero e proprio villaggio: 600 villette, la chiesa di Valdesi, l'hotel Palace, il ferro di cavallo. Tutto in cambio della concessione della spiaggia, diventata con gli anni un tappeto di capanne, appannaggio di qualche migliaio di privati e "proibita" al resto della città. Ormai da anni bersaglio di quanti chiedono a gran voce la revoca della concessione, protagonisti, nelle ultime settimane di un braccio di ferro con la Regione che chiede l'apertura di nuovi varchi a mare, dai Castellucci, titolari della quota di maggioranza della società ItaloBelga, parte adesso una proposta: un concorso di idee per cambiare il volto della spiaggia di Mondello.
Giovanni Castellucci, maggiore degli otto figli di Beppe Castellucci, il vecchio ingegnere scomparso a dicembre (a 86 anni) che fino all'ultimo ha voluto occuparsi personalmente della ItaloBelga, risponde con franchezza.
Dottore Castellucci, ma a lei la spiaggia così piace?
«Assolutamente no, mi rendo conto che è inadeguata alle esigenze della città. Ma vede, Mondello è nata quasi cento anni fa con alle spalle una cittadina di poche centinaia di migliaia di abitanti. Adesso, alle sue spalle preme quasi un milione di persone. È chiaro che così non regge. Bisogna rivedere il progetto della spiaggia, insieme a quello di tutta Mondello, e noi siamo disponibili a farlo».
Che vuol dire rivedere, avete già qualcosa in testa?
«Ci vorrà del tempo, ma noi siamo disponibili a parlarne da subito. Diciamolo chiaramente: innanzitutto bisogna educare l'utenza a non considerare la spiaggia una dependance di casa propria, una sorta di villino a mare. Lo vedete: lì la gente ci vive dalla mattina alla sera, prende il sole, fa il bagno, ma fa anche salotto, mangia, gioca a carte. E soprattutto sporca. Sa quanta spazzatura ritiriamo noi ogni giorno: due camion di rifiuti».
Vuole dire che i palermitani vogliono questo?
«Una parte di palermitani, sicuramente. Sono certo che il giorno che togliessimo le cabine, questa Palermo sarebbe a lutto. Ma io sono d'accordo nel dire che la spiaggia deve essere di tutta la città. Anche i politici, ogni cinque anni, dicono che il mare è di tutti, perché "tutti" assicurano più voti. Ma poi si deve andare sul concreto. Bisogna mettere i privati nelle condizioni di offrire dei servizi che siano tali. E nessun tipo di servizio può ridare la spiaggia di Mondello a tutti i palermitani. Troppa gente per una sola spiaggia. Non voglio lanciare l'idea del numero chiuso, ma quantomeno bisognerebbe attrezzare allo stesso modo altre spiagge, altri tratti di litorale che andrebbero resi balneabili e fruibili».
Insomma, voi siete disponibili a sedervi attorno a un tavolo e a discutere di una spiaggia alternativa, ma volete anche una Mondello diversa.
«Certamente, tutta la borgata sta scoppiando. A cominciare da Valdesi, una parte che è ormai abbandonata a se stessa, senza negozi, bar, ristoranti. Un progetto che mette insieme la chiusura al traffico e i parcheggi, l'animazione in spiaggia, anche la sera, con sport e spettacoli, miniclub per i bambini come si fa in tutte le altre parti del mondo. Noi vogliamo fare cose belle. Sono sicuro che anche qui, alla fine, avrebbe successo».
Lei ci vede anche dal punto di vista del "business"?
«Noi facciamo turismo e guardiamo oltre: è in arrivo una grande ricchezza, a cominciare dal turismo giapponese. Nel giro di pochi anni la Sicilia diventerà la California dell'Europa e dobbiamo arrivare attrezzati».