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DAL GIORNALE DI SICILIA DEL 30 novembre 2001

Alajmo: "Io, scrittore per necessità"
Roberto Alajmo, giornalista e scrittore A lui è stato assegnato il "Premio Mondello" per il suo ultimo libro
"Notizia del disastro" sulla strage di Punta Raisi

PALERMO. (sit) "La realtà degradata della Sicilia offre spunti continui, sarò felice il giorno in cui scrittori e giornalisti non troveranno più nulla da scrivere". Come dire, stiamo talmente male, che scriverci sopra è necessario: Roberto Alajmo è giornalista da sempre, scrittore da pochi anni, ma sta drasticamente invertendo le due componenti, come se corresse dietro ad un'immediatezza sulfurea che nasce dalla storia e se ne distacca altrettanto velocemente.
Così, dopo cinque pubblicazioni che hanno praticamente sorvolato le diverse case editrici, dopo aver raccontato i pazzi, i morti e i disgraziati intimamente palermitani, approda a Mondadori che ha persino opzionato un prossimo volume.
E arriva in porto con un bel riconoscimento in tasca, il Premio Internazionale "Mondello" che gli sarà consegnato oggi alle 18 al Palace Hotel, per il suo ultimo "Notizia del disastro", edito da Garzanti.
Dunque Alajmo, contiamo. "Un lenzuolo contro la mafia" è il primo. Il "Repertorio dei pazzi della città di Palermo" è già pubblicato da Garzanti, l'"Almanacco delle morti presunte" dalla Battaglia, i racconti de "Le scarpe di Polifemo" da Feltrinelli. Sono tutti libri molto diversi, l'uno dall'altro, quasi un voler addentare ogni genere per scegliere il più consono. E il Mondello viene assegnato al volume più difficile.
"Notizia del disastro è un libro ostico, quasi chirurgico, che non analizza sentimenti ma fatti - spiega Roberto Alajmo -, una cosa strana in seno alla pappetta generalista della letteratura di oggi, che trascina i lettori in posti che già conoscono. Recupero un caso dimenticato che non ha dietro n‚ mafia n‚ complotti, che fu liquidato velocemente in maniera sbrigativa".
E che oggi dorme sotto le coltri di Ustica e Montagna Longa. "Notizia del disastro" racconta il disastro di Punta Raisi del 1978, attraverso le mille voci di chi c'era e chi attendeva. E non fa sconti per nessuno.
"Non ho voluto conoscere i superstiti, ho controllato soltanto qualche incongruenza, cercando di non lasciarmi inghiottire da un fatto troppo coinvolgente, raccogliendo le storie in una sorta di pietas umana. Ne è venuto fuori un libro saturo, per me e per gli altri, dove l'incidente è soltanto una metafora del disastro, della tragedia del caso e della stupidità. Combinazione, sfortuna, destino... la disperazione dei parenti non poteva attaccarsi a nient'altro, tutto era spaventosamente chiaro".
Da Alajmo giornalista agli scrittori siciliani.
"Siamo in un'isola dove la letteratura è un trastullo per pochi. Ma anche in un luogo dove le storie sgorgano dai fatti: insomma, vedo male la Sicilia, quindi bene gli scrittori. Anche il Premio Mondello sente l'urgenza di affrancarsi dalla sua precarietà".
Con Giovanni Sollima state lavorando a quattro mani alla stesura di "Ellis Island", addirittura un'opera lirica in cartellone in ottobre al Teatro Massimo.
"Finora è soltanto un flusso continuo di scrittura che naviga sulle musiche di Giovanni Sollima. Ma proprio perch‚ ho ascoltato alcune parti già composte, credo che non sarà mai noiosa. Ha la struttura di un finto reportage musicale, quasi un documentario di due ore, con i contorni di una storia vera. Per evitare il baratro della frammentarietà, modello Spoon River o il mio Repertorio, stiamo usando la musica come collante delle storie".
Protagonista Elisa, regista Gianni Amelio. Ce n'è più che abbastanza è per attirare curiosità tra gli addetti ai lavori e non.
"Elisa l'ha scelta Sollima, ama molto la sua potenza vocale e la personalità, interpreterà la parte di una ragazza emigrata dall'Italia e avrà al suo fianco voci liriche e pop, persino un rapper. Amelio, dopo Lamerica, è stata una decisione necessaria".
Un nuovo libro per Mondadori, già consegnato, che vedrà la luce nel Natale del 2002. E stavolta si tratta di un romanzo.
"Il titolo provvisorio è La madre del guardiano, è un lavoro diverso, un noir con venature umoristiche che ruota attorno al rapimento anomalo di un bambino, in un paesino della Sicilia più interna. Ma il fatto passa in secondo piano, tema del romanzo è il rapporto tra madre e figlio: il bambino, rapito non si sa bene da chi, viene affidato allo sfigato del paese e da qui parte tutta una storia".
Cosa c'è dentro, accenni a modelli siciliani o fatti di cronaca vera?
"Una certa idea del matriarcato siciliano, già messa a fuoco da Sciascia. Credo che alle origini di ogni delitto ci sia una mano maschile e una mente femminile".
In conclusione, Alajmo giornalista o scrittore?
"Sto cercando di sentirmi soprattutto uno scrittore".
Simonetta Trovato