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DAL GIORNALE DI SICILIA DEL 24 luglio 2001

Capo Gallo
Svolta dopo 50 anni, ma l'accesso alla strada sarà libero solo per i bagnanti a piedi
I Vassallo: "Affideremo tutto ai legali, è
una lesione dei nostri diritti". Secondo
le relazioni di Capitaneria e carabinieri,
muro e sbarramento sono abusivi. Il Comune ne ordinò la demolizione nel '92


Fine di una storia. Di un'epoca, di una stagione lunga cinquant'anni, di un divieto diventato costume, un divieto che ha fatto parlare, che ha spaccato la città, che è diventato simbolo di contraddizioni e folklore.
Fine del pedaggio per entrare a Capo Gallo. Per fare un tuffo o per prendere il sole. Inizia un capitolo nuovo. Un decreto emesso dal tribunale fa sparire tasse e gabelle. Da ieri i pedoni entrano gratis (per auto, moto e biciclette tutto come prima), il cancello diventa trasparente, come se non fosse mai esistito. Si pagava dai primi anni Cinquanta, il provvedimento ha il sapore di una svolta epocale. Piccola finch‚ si vuole, ma significativa.
"Nessuna proprietà privata, per nessun motivo, può impedire l'accesso al mare alla collettività". Così la Cassazione qualche mese fa. Questa è la filosofia su cui si è basato il nuovo decreto firmato dal giudice per le indagini preliminari Marcello Viola su richiesta dei sostituti procuratori Paola Caltabellotta e Roberta Buzzolani. L'inchiesta è stata coordinata dal procuratore aggiunto Giuseppe Pignatone.
Ieri mattina il cancello all'ingresso della strada che porta al mare e il muretto in pietra che gli sta accanto sono stati sequestrati dai carabinieri del comando provinciale e dagli uomini della Capitaneria di Porto. Grande impiego di mezzi, l'operazione è stata chiamata Orsa Maggiore. I proprietari sono indagati, si tratta di Salvatore e Annamaria Vassallo, di settantaquattro e sessantun anni.
Il blitz ha così restituito ai cittadini uno spicchio di mare che fra le altre cose era stato inserito da Legambiente nella mappa delle dieci spiagge italiane negate. Capo Gallo, in Sicilia, era l'unica. Fin dal 1996 magistratura e forze dell'ordine camminano a braccetto sul fronte della lotta alla chiusura dei varchi di accesso lungo la costa della provincia.
Il decreto di sequestro di basa essenzialmente su un dato: i Vassallo non hanno le autorizzazioni per cancello e muretto. Che risultano, dunque, abusivi. "Tanto è vero che _ così si legge nel provvedimento _ la Capitaneria di Porto di Palermo ne ha ingiunto lo sgombero con ordinanza emessa il 19 ottobre 1988 e il Comune di Palermo ne ha ordinato la demolizione con ordinanza emessa l'1 agosto 1992".
Chi non voleva pagare il pedaggio poteva aggirare l'ostacolo, cioè il cancello, ma "bisognava attraversare un tratto di costa impervio e roccioso. Le caratteristiche di tale tratto di costa sono tali da interdire l'accesso al mare di tutti quei soggetti che hanno difficoltà motorie, quali ad esempio i bambini e i portatori di handicap, anziani, donne in gravidanza e comunque di tutte quelle persone non particolarmente agili che di conseguenza vengono private del diritto di raggiungere il mare e dunque di usufruirne".
Secondo investigatori e magistrati, inoltre, sia il cancello che il muro in pietra "sono posti entro la cosiddetta fascia di rispetto dal pubblico demanio marittimo". I magistrati che hanno esaminato la situazione si sono basati soprattutto su due relazioni di servizio redatte dagli uomini della Capitaneria di Porto (9 luglio scorso) e dai carabinieri (10 luglio scorso). In entrambe le informative sono messi in evidenza i problemi connessi all'esistenza del cancello e del muro in pietra.
La cronaca della giornata. Alle undici e mezzo arrivano davanti al cancello le auto di carabinieri e guardia costiera. I proprietari, i Vassallo, sono stati informati del provvedimento qualche ora prima. I guardiani che hanno il compito di riscuotere i soldi del pedaggio cadono dalle nuvole: "Ma che sta succedendo?".
Gli uomini della Capitaneria tirano fuori da una delle auto un cartello e lo sistemano sul cancello. Vi sta scritto che l'ingresso per i bagnanti è gratuito. Un altro cartello viene affisso sul muretto. Sono tanti quelli che affollano la scogliera. Sentono il trambusto, non capiscono, chiedono.
Qualche minuto ancora e arriva un fabbro. Ha in mano un martello e comincia a piantare a terra il paletto che dovrà impedire la chiusura di una parte del cancello. Il paletto verrà poi saldato e sigillato col fil di ferro.
I Vassallo guardano quel che sta succedendo. Salvatore spiega che affiderà tutto ai suoi avvocati. Si lascia scappare che il blitz rappresenta "una lesione del diritto di proprietà". L'impressione è che la polemica infinita è destinata a continuare.
Dopo qualche minuto gli ufficiali della Capitaneria vanno a casa dei Vassallo, ai quali viene notificato il decreto. Salvatore viene nominato custode giudiziario del cancello, che dovrà stare costantemente aperto.
Arrivano due ciclisti, leggono i cartelli, cercano di entrare con le biciclette: "Finalmente". Dopo qualche metro vengono fermati da uno dei custodi: "Potete entrare gratis solo a piedi, con le biciclette dovete pagare". I due si guardano in faccia, decidono di lasciare le bici fuori dal cancello ed entrano a piedi.
Una signora di mezza età sta per uscire con la sua auto, ha trascorso qualche ora al mare. "Che succede?". "Hanno sequestrato il cancello", le risponde uno. E il figlioletto che sta dietro: "Mamma, cos'è che hanno sequestrato?". La madre lo fulmina con lo sguardo: "Zitto che non sono affari nostri". E spinge giù l'acceleratore.
Francesco Massaro
Giuseppe Cadili